L’incontro svoltosi al Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha segnato alcuni passi in avanti nella vertenza Beko, in particolare per quanto riguarda gli incentivi all’uscita, l’uso di ammortizzatori sociali di tipo conservativo e l’apertura formale della procedura per l’acquisizione del sito di Siena da parte di Invitalia. Tuttavia, permangono criticità significative, in particolare per lo stabilimento di Cassinetta di Biandronno, che rappresenta un pilastro dell’industria varesina e coinvolge centinaia di famiglie. Gli esuberi dichiarati per il sito restano numerosi, e serve ora un chiarimento dettagliato sulla reale portata degli investimenti e sulla tenuta occupazionale nel medio periodo, anche in vista dell’introduzione di nuovi prodotti annunciata per altri siti.
Focus sugli impiegati trasferiti: serve tutela anche per chi lavora lontano dai riflettori. Un aspetto su cui è necessario alzare l’attenzione riguarda la condizione dei lavoratori e delle lavoratrici impiegati nelle funzioni di staff e amministrazione, molti dei quali, a seguito della riorganizzazione interna, sono stati trasferiti nella sede di Milano. Negli ultimi dodici mesi si è registrata una progressiva riduzione del numero di impiegati in forza, che si è manifestata attraverso varie modalità. In questo contesto, è importante che ogni uscita sia avvenuta nel pieno rispetto della normativa e dei diritti dei lavoratori, soprattutto nei casi in cui siano emerse situazioni di tensione o di valutazioni critiche sul piano disciplinare.
Senza entrare nel merito di singole posizioni, è doveroso che le istituzioni vigilino affinché le transizioni occupazionali si svolgano con trasparenza, correttezza e nel quadro di una relazione rispettosa tra azienda e lavoratori. Non possiamo permettere che figure professionali fondamentali per la gestione dell’azienda vengano lasciate ai margini del confronto, né che eventuali difficoltà legate ai trasferimenti e alle pressioni organizzative rimangano senza ascolto.
Cassinetta deve restare centrale nel piano industriale. «Se vogliamo parlare di un’intesa credibile, dobbiamo tutelare l’intera comunità lavorativa - afferma l’On. Antonio Ferrara (M5S) - Bene i segnali su incentivi e ammortizzatori, ma servono garanzie vere anche per chi opera nei ruoli gestionali, tecnici e amministrativi. La riorganizzazione non può diventare una zona grigia, in cui la continuità lavorativa si indebolisce senza un’adeguata cornice di tutele».
«Cassinetta deve restare un punto di riferimento industriale e professionale, non solo produttivo. Su questo ci aspettiamo un impegno pieno da parte dell’azienda e un monitoraggio concreto da parte del Governo. Il prossimo incontro dell’8 aprile sarà un momento cruciale per sciogliere i nodi ancora aperti. A Cassinetta nessuno deve sentirsi dimenticato»» conclude Antonio Ferrara, deputato dei 5 Stelle e membro della Commissione Attività Produttive, Energia.