Storie - 29 marzo 2025, 16:11

Da panettiere a pescatore professionista sul Lago Maggiore. La storia del besozzese Damiano Bardelli: «Lasciateci pescare il siluro tutto l'anno»

Damiano ci racconta la bellezza ma anche le difficoltà di un mestiere antico che rischia di scomparire anche per ragioni economiche: «Il richiamo del lago e della natura è stato irresistibile, ho ereditato la passione dal mio bisnonno Francesco, il Chec dell'Osteria del Pesce della Bozza. Oggi che le alborelle non si pescano più, bisogna rivalutare il pesce siluro che ha ottime carni ed è un predatore molto pericoloso»

Damiano Bardelli con la sua barca sul Lago Maggiore

Damiano Bardelli con la sua barca sul Lago Maggiore

Il lavoro del pescatore è solitario, si passano tante ore a pensare, immersi nella bellezza della natura e poco a parlare; lo sa bene Damiano Bardelli, 55 anni, uno dei pochi professionisti rimasti a gettare le reti nel lago Maggiore. L’appuntamento con Damiano è alla Casa del Pescatore situata in località Bozza nel territorio del Comune di Besozzo.

Come ha iniziato a fare questo antico e nobile mestiere così radicato nel nostro territorio?

Sin da bambino seguivo appena potevo mio papà Giuseppe che con mio zio Giorgio uscivano insieme in barca a "mettere giù le reti". Poi sono diventato grandicello e mio padre mi ha iscritto alla scuola di panetterie; ho provato due anni a fare questo nobilissimo lavoro poi il richiamo del lago e il contatto con la natura hanno avuto il sopravvento. D’altronde questa è una passione che avevo sempre avuto, ereditata da mio nonno Federico e dal bisnonno Francesco meglio conosciuto come "ll Chec", che ha gestito per tanti anni la storica Osteria del Pesce della Bozza a Besozzo.

Com'è cambiata la pesca da quando ha iniziato a fare questo mestiere?

Sono arrivate specie di pesce che allora non esistevano nel nostro lago come il gardon, il siluro, il luccio perca, la bondella, l'acerina che tra l’altro è un grande divoratore di uova di lavarello. Sono sparite le alborelle che sono sempre stato il piatto forte dell’osteria del bisnonno: la gente veniva da ogni parte del Varesotto per mangiare questo gustoso piatto.

Come mai le alborelle non si pescano più?

Per un un habitat riproduttivo in concorrenza con il gardon, che è una specie più forte, poi, come per le altre specie, per la forte presenza del siluro e dei cormorani.

Quanto influisce sulla pesca la presenza del pesce siluro nel Lago Maggiore?

Moltissimo, oramai detta in estrema sintesi ci sono più predatori che prede. Nella fattispecie, il siluro mangia molto di più dei classici predatori lacustri come il luccio e il luccio perca. E' un pesce originario del Centro ed Est Europa e la sua presenza ha alterato l'equilibrio della fauna ittica. Inoltre sono aumentati a dismisura gli uccelli acquatici come il cormorano e lo smergo che anni fa erano molto rari e venivano qui solo per svernare, mentre adesso sono diventati stanziali e aumentano sempre di più di numero. 

Come fa un pescatore professionista a sopravvivere davanti a questi drastici cambiamenti?

Non è per nulla facile. A mio parere bisogna fare con il siluro quello che è stato fatto per la valorizzazione del gardon. Se opportunamente trattato il siluro ha carni ottime, prive di spine e non ha nessun sapore di fango che è presente invece per esempio nelle tinche e nelle carpe; questo pesce infatti predilige le acque pelagiche, cibandosi di pesci come agone e coregone.

Il pesce siluro comincia a essere conosciuto e gradito anche dai consumatori?

Certamente, si cominciano a rimuovere alcuni pregiudizi. D’altronde il consumatore già lo assaggia durante le varie feste del lago che le diverse associazioni del territorio organizzano nei periodi estivi. Generalmente viene consumato "straccettato" con il gardon. Anche qualche ristorante lo inizia a proporre nel menu. 

I pescatori professionisti sul Lago Maggiore sono sempre meno?

Purtroppo siamo diminuiti, tra i vari aspetti c’è anche da considerare che non abbiamo la garanzia di avere la fornitura del pesce pescato e questo implica problemi sotto l’aspetto economico. Poi abbiamo anche i tre mesi invernali di fermo pesca e due mesi e mezzo in primavera, questo giustamente per dare la possibilità al pesce di riprodursi. 

A suo parere cosa si potrebbe fare per cercare di migliore questa situazione complessa e rilanciare questa tradizionale professione?

Si potrebbe ad esempio permettere di pescare il pesce siluro tutto l'anno in acque pelagiche visto che è in super abbondanza e crea anche problemi all'ecosistema del lago. Questo chiaramente senza disturbare la riproduzione di specie tutelate come il lavarello, luccio perca, persico e trota. L'importante è non alterare l'equilibrio di queste specie utilissime per la continuità della sopravvivenza del pesce di lago.

Questa intervista è anche l’occasione per rivolgere un appello alle istituzioni competenti. Cosa vorrebbe chiedere loro?

Oramai siamo rimasti in pochissimi a pescare sul lago Maggiore. I giovani che hanno provato ad iniziare questo mestiere hanno smesso per i molteplici problemi che ho elencato prima. Purtroppo fare il pescatore sul lago sta sempre di più diventando un mestiere che non garantisce la sopravvivenza. Colgo l’occasione per rivolgere un appello alle istituzioni che gestiscono il Lago Maggiore: prendete in serie considerazione l’apertura della pesca annuale del siluro, potrebbe essere un primo passo sia dal punto di vista economico che per l'ecosistema. Cerchiamo tutti insieme una sinergia per evitare la definitiva scomparsa di questo antico e bellissimo mestiere.  

Claudio Ferretti

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