Ci sono ancora molti stereotipi, pregiudizi e paure da superare. Per abbatterli dobbiamo informarci, capire e ascoltare le loro storie e le loro testimonianze, vedere con altri occhi, non condannare la libertà di essere sé stessi, per promuovere l'uguaglianza, la parità e l’inclusione nel mondo scolastico, del lavoro, della socialità quotidiana.
La società, da troppi anni, continua a mettere in vetrina, ad elaborare e a narrare le persone transgender come storie famigliari e personali tragiche, dolorose e difficili.
Il mondo transgender non è solo questo. Il riconoscimento del mondo transgender fa emergere vite vere fatte di passioni, di affetti, di studio, di lavoro, di sogni e, soprattutto, di famiglie.
Finché non capiremo che la persona trans è il nostro vicino, la collega piacevole in ufficio, il sindaco del comune, l’artista che piace tanto, la commessa, la studentessa, il meccanico, la chirurga, le vite delle persone trans non cambieranno.
La comunità transgender da troppo tempo è ghettizzata e ostracizzata.
Per questo, il primo passo per cancellare discriminazione e pregiudizi radicati nella società è osservare in modo diverso: essere transgender è solo un altro modo di sentirsi bene nel mondo e di essere pienamente se stessi. E come tale va considerato.
Vi aspettiamo a Varese con Arcigay in piazza Podestà il 29 marzo dalle 14 alle 18.30.
Vi aspettiamo a Varese con CGIL nella sala Montanari il 31 marzo alle 20,30 per la proiezione del video documentario con le intense testimonianze di genitori di ragazze/i transgender: Abbracciami e sentirai lo stesso calore.
La giornata fu fondata dall'attivista transgender statunitense Rachel Crandall nel 2009; nel 2014 la giornata fu adottata dagli attivisti LGBT a livello internazionale.
Il presidente di Agedo Varese, Italo Carloni