Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un tifoso dei Mastini inviata alla mail della redazione di VareseNoi questa sera, all'indomani della sconfitta in gara 2 di semifinale dei gialloneri contro il Caldaro.
Essa peraltro riprende, pur nei toni pacati e gonfi d'amore che sempre contraddistinguono il popolo che trepida per il Varese, sentimenti di depressione e preoccupazione piuttosto diffusi attualmente tra i tifosi (per ritrovarli basterebbe aver letto le pagine social nella giornata di oggi...), disorientati non tanto dai risultati (nello sport non si può sempre vincere...) ma da scelte inspiegabili che hanno a poco a poco minato valori in cui essi continuano a credere.
Egregio direttore
Ho letto il suo articolo sulla gara 2 dei Mastini sulla semifinale con il Caldaro del 18 marzo.
L'ho letto da abbonato alla stagione e da presente alla sfida.
Magari per il tono a qualcuno potrà sembrare un articolo esagerato, i Mastini avranno perso anche per la sfortuna, sarà che c'è chi dice che ci vuole continuità nella scelta dell'allenatore e che non si può cambiare ogni anno... ma sta di fatto che mister Glavic non lo ha capito penso quasi nessuno qui a Varese e non piace. Non so che senso abbia continuare.
È vero che questi Mastini talvolta in questa stagione difficile e altalenante non sono piaciuti al pubblico e si è visto nei vuoti al Palaghiaccio che ci sono stati quasi sempre e nel disorientamento anche della tifoseria, piuttosto depressa.
Del resto è stato un riflesso della squadra in evidente stato confusionale, per tante troppe partite importanti.
Penso che la dirigenza debba ora attentamente meditare la situazione per il futuro.
Perché arrivare ad una Gara 2 della semifinale IHL con il Palaghiaccio, già in versione commiato prima di iniziare, questa era la sensazione, non è un buon viatico per la prossima stagione. Specialmente se si vorrà insistere sulla continuità nella guida tecnica.
La fortuna negli ultimi anni dei Mastini è dipesa molto dalla passione, dall'entusiasmo e dalla condivisione di spiriti che ha unito la squadra, il pubblico, il territorio, con quello che ne consegue in termini di ritorno anche economico.
Io stesso dopo tanti anni sono tornato con grande gioia al Palaghiaccio e ho potuto constatare il meraviglioso lavoro fatto dalla Società.
Vorrei ora però che non si prendesse di vista l'obbiettivo reale di una Società sportiva di un campionato nazionale, che deve essere innanzitutto la soddisfazione dei suoi tifosi. Che sono poi quelli che in fondo la sorreggono.
E vorrei che si recuperasse quel bellissimo clima d'entusiasmo e condivisione che è stato pur creato negli ultimi anni a Varese, autentica casa dell'hockey.
Buon lavoro alla Società.
Marco Cerini
Vergiate