Andiamo a Caldaro: non c'è da aggiungere altro. L'abbiamo già fatto, possiamo rifarlo: sapete tutti cosa. Stessi tubolari, stesso popolo giallonero (clicca QUI per la fotogallery dei volti), stessa squadra favorita e poi noi, semplicemente Mastini. Con una squadra che si fonda sulla stesso hockey sense di Marcello Borghi, che vede un attimo prima dove andrà a finire il disco (le azioni del 2-0 e del 3-0 sono il simbolo della partita), ma anche sulla capacità di restare immobile e ipnotizzare gli avversari di Arturo il muro Ohandzhanian (incredibile la parata su Iori del secondo tempo: sembrava un duello da Far West o un surplace del ciclismo, questione di un secondo di troppo e sei morto), su un ritrovato - ritrovato nelle cadute - equilibrio del gruppo nel momento decisivo della stagione.
Caldaro-Varese: chi non muore, si rivede. E i Mastini, quando non muoiono, diventano l'avversario peggiore del mondo. Dopo il 7-1 subito in Coppa Italia, siamo ancora qui, di fronte alla squadra più forte, l'eterno nemico che sa benissimo, nella sua testa, cosa lo aspetta in una sfida contro i gialloneri, quando l'impossibile diventa sempre possibile. Per loro, ma soprattutto per noi. 4-1, 4-1, 4-1 (stasera le Civette, sostenute anche sotto di 4 gol dai loro splendidi tifosi, segnano solo in superiorità a gara chiusa nel terzo periodo) perché i Mastini sono in serie, in forma, in crescita.
Rispetto alla Coppa Italia, il Varese ha trovato linee (la seconda è la miglior seconda linea del campionato, la terza anche, ma la prima adesso regge l'urto, e c'è pure la quarta giustamente usata spesso da Glavic), il collegamento terra-aria, nei playoff decisivo, del portiere, un gioco fatto di capacità di chiudersi e ripartire a velocità devastante (vedasi i 4 gol in 6 minuti a inizio ripresa dopo i due in un minuto all'inizio di gara 1) e qualcosa che si chiama chimica, complicità, gruppo: la scena finale riservata a Dennis Perino, 19 anni, mvp e autore di una doppietta, sommerso da tutti i compagni, che prima erano andati a chiudersi in cerchio attorno al portiere ucraino, sono i simboli di un incendio e un'alchimia ritrovati.
...ENTRA SEMPRE
Nei primi 6'34" della ripresa il Varese si prende la semifinale con un'esplosione d'istinto killer, velocità, rabbia, classe: i gialloneri in totale trance, come all'inizio di gara 1, realizzano quattro gol uno in fila all'altro con un concentrato di azioni di squadra e di contropiede devastanti. 1-0 sul primo assalto Pizzo-Ghiglione (tiro)-Kuronen (rimbalzo vincente), 2-0 su un grande assist di Marcello Borghi per Perino che scaraventa al volo in gabbia, 3-0 ancora propiziato dal numero 23 - e da una seconda linea devastante - che parte, serve Dennis capace di mettere dentro il rimbalzo del suo turo sotto la nord, 4-0 del doc giallonero Michael Mazzacane dopo un'altra azione supersonica passata dal disco di Schina. Stavolta ogni tiro è gol ma, tra parentesi, ci sono anche una parata di petto di Ohanzhanian sullo 0-0 e un'altra restando immobile davanti a Iori arrivatogli davanti da solo: si fosse mosso anche solo di un millimetro, sarebbe stato l'1-1. Anche queste virgole, quando il risultato era ancora in bilico, risultano decisive.
NON ENTRA MAI...
Primo tempo con una gragnuola di tiri (21 a 4) e occasioni giallonere, ma il disco non ne vuole sapere di entrare: non si contano le opportunità (Tilaro a tu per tu con De Nardin, due volte Franchini, Vanetti, Ghiglione...), ma l'Alleghe resiste con un orgoglio smisurato, abusando della prima linea Iori-Makela-Moberg, mentre dall'altra parte Glavic manda dentro anche la quarta, e andando addirittura vicino dal realizzare il classico gol sbagliato-gol subito, negato da Artur in un'occasione e dal palo (Iori) nell'altra. Sarebbe forse servito un colpo alla Neto Pereira, il simbolo della promozione in B del Varese presente in tribuna.
Varese-Alleghe 4-1 (0-0, 4-0, 0-1)
Reti: 20’42” Kuronen (Ghiglione, Piroso) 1-0, 23’24” Perino (Marcello Borghi) 2-0, 25'32" Perino (Marcello Borghi, Raskin) 3-0, 26’34” Michael Mazzacane (Schina, Franchini) 4-0; 50’28” Iori (Makela) in sup.
Varese: Ohandzhanian (Filippo Matonti); Makinen, Crivellari, Ghiglione, Kuronen, Piroso; Raskin, Marco Matonti, Perino, Vanetti, Marcello Borghi; Schina, Erik Mazzacane, Raimondi, Michael Mazzacane, Franchini; Bertin, Pietro Borghi, Tilaro, Allevato, Fornasetti. Coach: Gaber Glavic
Alleghe: De Nardin (Scola); Ganzi, Aleksandrov, Iori, Makela, Moberg; Nicola Soppelsa, Shamardin, Alessio, De Val, Francesco Soppelsa; Costantin, Vallazza, Martini, Caldart, Podolskiy; Da Tos, Manfroi, Angoletta, Fontanive. Coach: Vesa Surenki
Arbitri: Fabio Lottaroli, Willy Vinicio Volcan (Giorgio Brenna, Riccardo Pignatti)
Note - Tiri Va 43, Al 22. Penalità Va 6', Al 22'. Spettatori: 849.
Playoff
Quarti - Gara 3
Aosta-Fiemme 2-0 (serie: 2-1), Caldaro-Valpellice 9-1 (serie: 3-0), Feltre-Appiano 7-2 (serie: 2-1), Varese-Alleghe 4-1 (serie: 3-0).
Gara 4 - Sabato 8 marzo
Appiano-Feltre, Fiemme-Aosta
Eventuale gara 5: martedì 11 marzo
Semifinali - Al meglio delle cinque gare
Gara 1 (sabato 15 marzo): Caldaro-Varese
Gara 2 (martedì 18 marzo): Varese-Caldaro
Gara 3 (giovedì 20 marzo): Caldaro-Varese
Eventuale gara 4 (sabato 22 marzo)
Eventuale gara 5 (martedì 25 marzo)