Per prima cosa partiamo dai cori della curva del Varese per Maurizio Brancaccio, forse il numero 1 - in campo e fuori - più amato degli ultimi quarant'anni biancorossi tornato ieri al Franco Ossola da preparatore dei portieri dell'Asti: nel tributo della curva ci sono memoria, magari anche solo tramandata dai padri ai figli, visto che non tutti i ragazzi di oggi hanno visto in azione Maurizio in biancorosso da metà anni Novanta (157 presenze), e c'è la capacità di restituire qualcosa, sempre e per sempre, a chi ha amato il Varese nel modo più totale e puro che possa esistere. Le persone e quello che hanno dentro fanno la differenza, sempre.
Ma ci sono anche altri cori che lasciano il segno e che ci sono stati segnalati dall'inviato del nostro gruppo editoriale More News Mattia Pastorino che, ieri, era a Finale Ligure per la partita tra i padroni di casa del Finale e l'Albissole, che s'è imposta 1-0: dagli spalti si è alzato, quando ancora la partita del Franco Ossola era in corso e i biancorossi stavano tentando l'assalto finale per provare a vincere, il grido "Va-re-se! Va-re-se!" da parte della curva ospite. Noi non sappiamo se si tratti di amicizia, vicinanza o simpatia, ma un incitamento così per il Varese a 200 chilometri di distanza da Masnago merita un titolo e un "grazie": se ci credono loro, perché noi noi?
«Bisogna fare i complimenti, e non ironicamente, a chi ha avuto la capacità di fischiare così lucidamente un fuorigioco al '95» sono le parole dette da Niccolò Romero, trentaduenne attaccante del Varese e non dell'Asti, in un atto di onestà fuori dal comune nel mondo del calcio visto che il fuorigioco in questione è stato fischiato a lui, e il gol della vittoria è stato annullato alla sua squadra. «Ci è mancata sono un po' la finalizzazione - ha aggiunto Romero - perché dietro abbiamo preso gol sull'unico tiro in porta subito anche se le loro caratteristiche di squadra molto fisica cozzavano un po' con le nostre, ma il secondo tempo è stato molto positivo, li abbiamo tenuti là anche se non siamo riusciti a fare gol». «Alla fine i ragazzi ci volevano sotto la curva - le ultime parole, non meno belle di Romero - ancor più di quanto già non volessimo andare noi perché hanno visto che abbiamo dato tutto. Questo spirito dei tifosi che ci credono fino alla fine, così come ci crediamo noi in spogliatoio, dà compattezza all'ambiente».
Se il mister ospite Sandro Siciliano parla di una «partita di grande intensità, carattere, cuore e determinazione dell'Asti perché la classifica dice chi sono loro e, contro una squadra del genere, difenderci era il minimo che potessimo fare» e il giocatore Kleto Gjura ha visto un «Varese che si è risvegliato nel secondo tempo, quando ha fatto vedere le sue qualità», l'allenatore in seconda biancorosso Maurizio Provenzano legge perfettamente la gara: «Siamo stati un po' passivi e ci siamo abbassati troppo dopo aver segnato, nel secondo abbiamo provato in ogni modo a spingere ma, ancora una volta, ci è girato contro un episodio che poteva premiare questi ragazzi che lavorano duro e meritavano la vittoria».