Il 4 febbraio 1744 veniva inaugurato il mercato di Laveno.
Nel 1744 varesini e comaschi si trovarono una volta tanto uniti per far fronte a un “nemico” comune: il mercato di Luino. Accadde che, essendosi il Territorio dello Stato Sabaudo esteso dal 1710 alla sponda occidentale del Verbano, si dovette trovare un luogo alternativo al mercato che si teneva ogni sabato, alternativamente, a Intra e a Pallanza. Il Magistrato dell’annona, desideroso di favorire il feudatario di Luino, propose di rendere settimanale il mercato che si faceva due volte al mese fin dal Cinquecento nella “capitale” del Verbano orientale.
Varesini e comaschi si opposero per evitare i gravi danni che ne sarebbero derivati alle loro piazze commerciali, frequentate da una nutrita clientela svizzera, e alla fine ottennero che la giunta di governo del Ducato di Milano decidesse per lo spostamento del mercato verbanese nella meno pericolosa Laveno.
L’Adamollo, non tralasciando di rendere merito alla “intercessione implorata dalla nostra Beata Vergine Addolorata”, attribuisce il risultato ai buoni uffici del sindaco gerente del Ducato, Giuseppe Perabò della “Gaggiada”, ovvero di Gazzada, a cui dobbiamo la costruzione della villa di delizia oggi nota come Villa Cagnola, e all’eloquenza dell’avvocato Lambertenghi.
Il mercato di Laveno fu inaugurato il martedì 4 febbraio 1744, non senza un esborso di 2.000 lire della Comunità di Varese chiamata a coprire le spese di avviamento.
Alla lunga però l’ha avuta vinta Luino, visto che il suo mercato del mercoledì, a differenza del mercato della Motta scomparso da tempo immemorabile, continua a essere uno dei più grandi e frequentati d’Europa.
Fausto Bonoldi