Varese - 27 gennaio 2025, 12:12

Varese non dimentica: celebrato il Giorno della Memoria con la consegna delle medaglie d’onore e delle pietre d’inciampo

Organizzata a Salone Estense dalla Prefettura assieme a tutte le istituzioni del territorio, in numerosi hanno partecipato alla mattinata tenutasi in occasione della ventesima giornata in ricordo delle vittime dell’olocausto. Il Prefetto Pasquariello: «Serve uno sforzo congiunto della comunità per creare un contesto di solidarietà e compassione, piuttosto che odio». Consegnate le medaglie ai discendenti delle vittime e le pietre da posare ai Comuni di Venegono Inferiore, Venegono Superiore e Vergiate

Celebrato stamattina a Salone Estense il Giorno della Memoria

Celebrato stamattina a Salone Estense il Giorno della Memoria

Anche Varese celebra il Giorno della Memoria, nel ventennale della sua istituzione da parte delle Nazioni Unite. Una mattinata ricca di interventi istituzionali e non solo quella tenuta stamattina presso Salone Estense, organizzata dalla Prefettura, in cui sono state anche consegnate tredici medaglie d’onore e dieci pietre d’inciampo.

L’evento è stato organizzato in collaborazione con Comune, Provincia, Università dell’Insubria, Ufficio Scolastico Territoriale, sezione provinciale di ANPI e l’Associazione Nazionale ex deportati nei campi nazisti. Tutte rappresentate presso Salone Estense per l’iniziativa, a cui hanno partecipato anche esponenti delle forze dell’ordine e i consiglieri regionali del Varesotto, e che è stata aperta da un momento musicale a cura di Stefano Tosi.

Saluti istituzionali aperti dal Prefetto Salvatore Pasquariello, che, citando Liliana Segre e Fedor Dostoevskij, ha parlato di «sforzo congiunto della comunità diretto a creare un contesto sociale in cui si respiri solidarietà e compassione, piuttosto che odio».

In rappresentanza di Regione Lombardia presente Raffaele Cattaneo, sottosegretario con delega Relazioni Internazionali ed Europee: «Il rischio che corriamo in questo momento è di limitarci a una celebrazione. La causa prima dell’olocausto è nell’indifferenza: rispetto a quello che sta accadendo oggi che ci cono attestati cinquantasei conflitti bisogna chiedersi come stiamo reagendo al pericolo dell’indifferenza».

Dopo l’intervento di Marco Magrini, presidente di Provincia, che ha parlato della giornata come del «giorno dei vivi, a cui si deve la memoria» e di «una tappa importante per il futuro dell’umanità», ha preso parola il sindaco di Varese, Davide Galimberti.

«Il motivo per cui siamo da ottant’anni in uno stato libero è perché, fortunatamente, tante persone hanno deciso di abbandonare l’indifferenza e reagire alla violazione dei principi umanitari - ha affermato il primo cittadino, che ha ricordato anche la figura di Calogero Marrone - Il loro sforzo è sfociato nella stesura della Carta Costituzionale, in cui si dice che l’Italia ripudia la guerra. Che a ottant’anni di distanza questo principio fortemente incardinato sia un esempio per il mondo. I ragazzi che nelle scuole stanno celebrando questa giornata a hanno il compito assieme noi di fare la cultura della pace».

Gli ultimi interventi sono stati quelli della Rettrice dell’Università dell’Insubria, Maria Pierro, che ha affermato come «ricordare la deportazione è un dovere morale e civile», e quello di Giuseppe Carcano, presidente dell’Ufficio Scolastico Territoriale. Quest’ultimo, citando anche Primo Levi, si è rivolto in particolare ai giovanissimi presenti in sala: gli alunni del liceo Don Milani di Tradate, gli alunni del laboratorio musicale della scuola media Dante Alighieri di Varese, gli studenti della scuola media Dante Alighieri di Cuveglio e i sindaci del Consiglio Comunale dei Ragazzi dei Comuni di Venegono Inferiore, Venegono Superiore e Saltrio (rispettivamente Sveva Cavalli, Samuel Ciglia e Chiara Bonicalzi).

«È vero che ci sono stati episodi preoccupanti - afferma Carcano - ma nella scuola stiamo lavorando per formare i cittadini del futuro. Come scuola continuiamo a lavorare perché questa è la giornata del passato, del presente ma soprattutto del futuro».

Dopo un intermezzo musicale dei ragazzi della scuola media Dante Alighieri di Varese, si è proceduti alla consegna da parte del Prefetto di tredici medaglie d’onore, concesse ai cittadini italiani, militari e civili, deportati e internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra, ritirate da figli e nipoti.

Le quattordici medagli d’onore sono state consegnate alla memoria di Augusto Bassotto, Angelo Berto, Giuseppe Bianchi, Giovanni Brunelli, Eugenio Butti, Carlo Corazzari, Luigi Girotti, Domenico Lauria, Andrea Nicoli, Carlo Trevisanello, Giuseppe Vanzulli, Enzo Zamperoni e Antonio Zazzaron.

Dopo l’intervento del professor Fabio Minazzi, docente di filosofia presso l’Università dell’Insubria, intitolato Pensare Auschwitz, la presidentessa provincia di ANPI, Ester De Tomasi, ha introdotto le dieci pietre d’inciampo, particolari pietre con riportati i nomi di alcune vittime dell’olocausto che si possono trovare in tutti i paesi oggetto dell’occupazione.

Le dieci pietre sono state consegnate ai Comuni di Venegono Inferiore e Venegono Superiore (che formavano un Comune unico fino al 1960, e quindi all’epoca dei fatti) e al Comune di Vergiate. In sala erano presenti i sindaci dei tre Comuni: Mattia Premazzi, Walter Fabiano Lorenzin e Daniele Parrino.

Le pietre d’inciampo sono state consegnate alla memoria di Mario Costantini, Nella Sara Terracini, Ernesta Irma Tedeschi, Giovanna Ester Costantini, Cesare Augusto Costantini, Giulia Costantini, Giulio Costantini, Eloisa Levi, Roberto Costantini e Giuseppe Caielli.

Lorenzo D'Angelo

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