Varese dalla vetrina - 24 gennaio 2025, 17:00

La storia dei Gianola, da nonno Marco a “Maggie Poppins”: una coltelleria e un romanzo di vita, lavoro e ingegno

VARESE DALLA VETRINA/40 - Negozio storico riconosciuto da Regione Lombardia, la Coltelleria Gianola è arrivata a 106 anni di vita, travalicando le epoche grazie a una passione che si è trasmessa di generazione in generazione. Oggi dietro al bancone c'è Margherita: «Nonno veniva da Premana, alta Valsassina, paese di grandi coltellai: il suo primo negozio fu vicino alla chiesa di San Giuseppe, mentre dal 1963 siamo in piazza Repubblica. Papà Serafino aveva una mano formidabile per affilare i rasoi, glieli mandavano persino dalla Sicilia. Io mi sono inventata le “didascalie”», un modo per informare il cliente facendolo volare con la fantasia

Margherita Gianola nella sua coltelleria

Margherita Gianola nella sua coltelleria

Capitare davanti alla vetrina della Coltelleria Gianola, al 2 di piazza della Repubblica a Varese, è come predisporsi alla lettura di un romanzo, composto di infiniti capitoli, ognuno dei quali parla di un mestiere, di un’azione, di una passione. Targhette di cartoncino con tanto di cornicetta azzurra informano il potenziale cliente sulle caratteristiche dell’oggetto in vendita, sia un “rasa pelucchi dei maglioni” o un “pre barba per pelli sensibili”, una mini tosatrice “per peli naso e orecchio” oppure la borraccia perfetta per bambini e anziani che “bevono in sicurezza” acqua fresca o bevanda calda.  

Un tazebao in continua evoluzione, tutto fatto a mano in tempi di intelligenza artificiale dalla signora Margherita Gianola, che mantiene vivissima la tradizione di famiglia, fatta di intuizione, passione profonda e grande curiosità, cose che permettono al negozio di compiere la bellezza di 106 anni proprio domani, sabato 25 gennaio.  

«Mio nonno Marco Gianola, originario di Premana, nell’alta Valsassina, arrivò a Varese nel 1919, dopo che il filone di acciaio che dava lavoro a tutto il paese si esaurì. I premanesi erano esperti lavoranti del metallo, le più importanti famiglie di coltellinai sono, oltre i Gianola, i Sanelli e i Tenderini, e parecchi fabbri veneziani che forgiavano i ferri di prua delle gondole erano originari della Valsassina», racconta Margherita, pullover, orecchini e braccialetto verdazzurro in tinta con gli occhi.

«Marco e sua moglie Margherita, mia nonna, aprirono il negozio vicino alla chiesa di San Giuseppe, vendevano sia coltelli sia, e soprattutto, lame per l’agricoltura, falci e falcetti, asce, tutti articoli che arrivavano da Premana. Ma il nonno non si focalizzò soltanto sull’artigianato del suo paese d’origine, conobbe Ugo Künzi, il distributore per l’Italia del marchio svizzero Victorinox, e il loro pelapatate, per allora un attrezzo nuovissimo, fece la fortuna del negozio, se ne vendettero centinaia. È ancora in produzione, naturalmente aggiornato, oggi ha una lama oscillante micro dentata che non lascia scampo a pomodori, patate e peperoni ed è l’articolo che vendo di più».

Nonno Marco aveva cinque figli, due dei quali aprirono l’attività a Merate e a Ivrea, mentre Serafino, padre di Margherita, rimase a Varese con il genitore a mandare avanti il negozio, che continuava ad aggiungere nuovi articoli, grazie alla sapienza e alla curiosità dei proprietari. 

«All’inizio degli anni ’50 però, i miei furono costretti a lasciare il negozio per la demolizione degli edifici accanto alla chiesetta, ma non si persero d’animo e costruirono “la baracca”, un chiosco in legno ubicato allora dove poi subentrò l’edicola di piazza della Repubblica, Finalmente, nel 1963, quando questo palazzo venne ultimato, l’attività fu trasferita qui dove sono oggi, arrivammo assieme al negozio di calzature Molinari».

A lavorare con Serafino c’era la moglie Angela Isella, e mentre lui si occupava della parte tecnica, lei seguiva quella commerciale, con formidabili intuizioni.

«Mio padre aveva una mano e un occhio formidabili per affilare i rasoi a mano libera, ce li mandavano perfino dalla Sicilia. Il rasoio è un oggetto difficilissimo da affilare perché il filo, che si chiama “hollowground”, va trattato specularmente a destra e a sinistra, a mano con apposite pietre. Papà viveva le cose difficili come una sfida, aveva una grandissima passione per il suo lavoro, mentre mamma possedeva una fine intelligenza e sapeva prevenire le richieste dei clienti. Fu lei a intuire le potenzialità del Pos, fummo i primi ad averlo in città, assieme a Nisca, ma papà, pur alla fine convinto, le disse: “Angelina, i danée hinn danée e la carta l’è la carta”».

Margherita, che vanta una laurea in Lingue e letterature straniere con specializzazione in comunicazione aziendale, ha lavorato in America per due anni poi per sei a Milano in diverse aziende, ma dopo la nascita del primo figlio non era più in grado di mantenere il lavoro lontano da casa e badare al bambino, perciò i suoi genitori si misero da parte lasciandole la responsabilità del negozio.

«Sono qui dal 1994, ma papà mi ha sempre dato una mano fino a quando è mancato, nel 2007. Passava in negozio e trovava sempre qualcosa da fare, magari anche solo andare in banca o in posta. Mi ha trasmesso la sua grande passione, mi hanno anche detto che possiedo un’etica calvinista del lavoro, e in effetti non mollo finché non ho terminato ciò che sto facendo», dice Margherita Gianola, che ha due figli, il maggiore disegna automobili, e l’altro è ingegnere, e ogni tanto dà una mano a sua mamma.

«Il mio è un negozio multitasking, tecnico, non tutti gli attrezzi in vendita sono di facile utilizzo, per questo mi sono inventata le “didascalie”, è un modo per dare informazioni al cliente che poi può approfondirle parlando con me. Mi chiamano anche “Maggie Poppins”, forse pensano abbia poteri magici per far comparire ogni sorta di oggetto. Del resto qui si passa dalla coltelleria professionale giapponese, ai coltellini svizzeri Victorinox, insomma tutto ciò che taglia, poi dalle impastatrici agli stampi per i dolci particolari di Nordic Ware, cesti di lievitazione e stampi per il pane, friggitrici ad aria, torce, borracce, rasoi a mano ed elettrici, balsamo per la barba, strumenti in silicone per cucinare, schiumarole, forme per il ghiaccio, e potrei andare avanti all’infinito. Mi piace viaggiare e quando vado in una città nuova, che esploro rigorosamente a piedi, chissà perché mi imbatto sempre in una coltelleria. Entro, mi informo, curioso e a volte copio le idee».

Gianola vende anche i super coltelli giapponesi da alta cucina, acquistati dai cuochi professionisti ma anche da uomini appassionati di culinaria: «Sono molto acculturati in materia, chiedono strumenti precisi, come ad esempio il Santoku olivato, composto da ben 32 strati di acciaio che costa 185 euro – ma ce ne sono anche di più costosi- mentre le donne sono meno ferrate, vogliono un coltello “che vada bene un po’ per tutto”. Molti giovani chef si fanno regalare questi coltelli speciali per il compleanno, spesso arriva il padre o il nonno ad acquistarlo, un set completo infatti è un formidabile biglietto da visita per un cuoco».

In un negozio come questo, una sorta di Vercellini tecnologico, è ovvio che arrivino le richieste più strane: «Un cliente mi chiese uno strumento per fare le lasagne di verdura, ed eccolo qua, aggancia gli ortaggi, una molla fa sì che le lame li taglino sottilissime ed esce la sfoglia di patate o zucchine. Un altro cercava un oggetto che gli ricordasse la passione per la montagna, ho trovato un bicchiere da whisky con alla base un massiccio montuoso. La mia curiosità è continua, voglio sempre trovare novità anche al passo con la tecnologia. Per esempio a Natale ho venduto parecchio la friggitrice ad aria, la taglia puntarelle, le borracce in acciaio e quelle in alluminio della svizzera SIGG, e normalmente vanno parecchio i coltellini da tavola e adesso anche le calamite da frigorifero con gli scorci di Varese, i Giardini pubblici, corso Matteotti e il Sacro Monte, che ho fatto fare appositamente da una ditta specializzata». 

La Coltelleria Gianola è negozio storico della Regione Lombardia dal 2019, anno del centenario, e lo scorso novembre ha avuto la “patente” di attività storica anche dal comune di Varese. «Clienti famosi? Da me veniva sempre Bobo Maroni, ogni tanto passa Giancarlo Giorgetti che è un amico, arrivava Rosita Missoni e una volta entrò Oliviero Toscani con un’altra persona, lo pensavo scostante e altezzoso, invece si rivelò affabile e gentilissimo. Ho parecchi clienti svizzeri, acquistano attrezzi che da loro costano di più come il mega frullatore americano Vita Mix o il Coravin, uno strumento che consente di bere il vino senza togliere il tappo dalla bottiglia, con un ago che lo penetra e il gas argon che poi entra dopo che il liquido è uscito preservando la qualità. Va molto nelle vinerie che hanno molte bottiglie aperte».

Stare davanti alla piazza più chiacchierata della città potrebbe essere motivo di preoccupazione, ma la signora non si perde d’animo: «Non ho mai avuto problemi, però quando chiudo la sera sono molto circospetta e attenta. In negozio ho tutti i coltelli sotto chiave e ho tolto dalla vetrina quelli sportivi, per caccia o scout e non ho mai avuto un serramanico. Certo la frequentazione della piazza, quando non c’è mercato, non è delle migliori». 

Prima di salutarci, Margherita Gianola mi racconta un aneddoto riguardante il trofeo - la testa di un gigantesco cervo - appeso all’ingresso del negozio. «Lo occulto un po’, oggi di caccia è meglio non parlare. La storia è questa: avevamo un fornitore austriaco di coltelli da caccia col manico in osso di cervo fatti da lui, herr Dealman. Un giorno ci disse che avrebbe chiuso l’attività, era anziano e i figli non gli succedevano, così ci salutò. Dopo un mese arrivò una cassa di legno enorme che non passava dalla porta del negozio, papà la aprì con un piede di porco e apparve il cervo, con un biglietto di Dealman che ci ringraziava per la fiducia accordatagli negli anni». 

Usciti, non possiamo fare a meno di soffermarci ancora davanti alla vetrina, quasi fossimo un “umarell” davanti al cantiere, ma i “pizzini” di Margherita sono quasi ipnotici e raccontano di oggetti strani e a volte dimenticati, con nomi che fanno volare la fantasia, come il tagliapatate Hasselback che le fa a fisarmonica, l’affumicatore a freddo per alimenti, fino alla mandolina affetta verdura e frutta e alla faccina Lego porta biscotti (e molto altro), tutte pagine del grande romanzo della vita.

Mario Chiodetti

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