Busto Arsizio - 23 gennaio 2025, 07:30

Uomini all’inseguimento: l’esperienza delle forze dell’ordine, tra variabili e mille rischi, raccontata da Lampi Blu

Appuntamento nella sede dell’associazione. Inevitabili i riferimenti al “caso Ramy”, l’esperienza concreta degli operatori come antidoto a un dibattito pubblico che non fa i conti con la realtà. Pubblico numeroso. E si guarda alle scuole

Uomini all’inseguimento: l’esperienza delle forze dell’ordine, tra variabili e mille rischi, raccontata da Lampi Blu

Inseguimento: situazione estrema, non ricercata dalle forze dell’ordine, caratterizzata da tante variabili (conformazione delle strade, ostacoli, meteo, presenza di persone, tipo di mezzi impegnati, determinazione e motivazioni di chi fugge…) da essere irriducibile a standard protocollabili e alla quale è difficilissimo, per certi versi impossibile, prepararsi con un addestramento ad hoc. L’associazione Lampi Blu, la cui vocazione è promuovere la sicurezza e fare da ponte tra forze dell’ordine e cittadini, ha dedicato al tema un incontro improntato alla concretezza, inevitabilmente partito dal “caso Ramy”, il giovane deceduto al termine di una lunga fuga in scooter dai Carabinieri, a Milano.

Introdotto dal presidente, Paolo Macchi, e moderato dal giornalista Matteo Inzaghi, l’appuntamento ha offerto un inquadramento giuridico (dell’ispettore Andrea Albizzati) per poi lasciare largo spazio all’esperienza di chi, sulle auto della Polizia, sale da decenni.

La corsa dietro a un pluripregiudicato partita dalle vie del centro e finita letteralmente neii campi; i ladri scappati in contromano con un’auto sportiva che avevano svaligiato una casa con dentro gli abitanti; il caso ricorrente del mezzo abbandonato a portiere aperte sulla corsia di sorpasso, in autostrada, dopo lunghi tratti percorsi a velocità folli. E ancora, la necessità di prendere decisioni in un istante, l’impossibilità di sapere il motivo di una fuga, le ripercussioni legali, economiche e lavorative di un incidente fatto con un'auto di servizio, l’adrenalina, la preoccupazione per i colleghi, specie quelli alle prime armi, l’istinto che fa correre e quello che impone di mollare quando si giudica che i rischi (per tutti: inseguiti, inseguitori, passanti) siano eccessivi.

«Si viaggia sull’orlo dell’imponderabile» ha sintetizzato Inzaghi, anche vicepresidente di Lampi Blu, evidenziando la distanza tra le difficoltà che lo stare in strada pone e il dibattito, definito manicheo, generato dalle cronache. Con un punto fermo sottolineato a più riprese: lo snodo cruciale, quello da cui scaturisce il pericolo, è il non fermarsi, forzare, fuggire.

Pubblico numeroso e partecipe, composto non solo da iscritti all’associazione ma anche da avvocati, politici (c’erano Stefano Romano, Alessandro Albani, Emanuele Monti, Vincenzo Marra, Luca Marsico, Romana Dell’Erba, Paolo Geminiani), semplici cittadini. Un successo, ha fatto presente Macchi, ottenuto «…con una semplice locandina, senza diramare inviti specifici». Abbastanza per guardare con ottimismo ad appuntamenti futuri e per pensare di allargare il raggio d’azione, per esempio portando Lampi Blu nelle scuole: «Ci sono contatti, stiamo ricevendo proposte».  

Stefano Tosi

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