La giunta Cavalluzzi è caduta: Arcisate non ha più il suo governo.
Il terremoto all'ora dell'aperitivo, quando è arrivata una nota dei consiglieri di minoranza Maurizio Montalbetti, Emanuela Sardella, Giovanni Mina e Daniele Pierobon, ad annunciare le proprie dimissioni unitamente a quelle di cinque esponenti della maggioranza.
Dopo un iniziale silenzio, è arrivata la conferma anche da parte opposta: i dimissionari della maggioranza sono Breda, Bertola, Zagari, Gumiero e Lai. Breda e Bertola erano anche assessori della giunta facente capo al sindaco Gianluca Cavalluzzi.
Il consiglio comunale, eletto lo scorso giugno, ora si scioglierà, e il Comune verrà condotto da un commissario prefettizio fino alla prossima tornata elettorale, che si terrà in primavera.
«Si pone fine a una delle peggiori esperienze amministrative di Arcisate - hanno scritto i consiglieri di minoranza in una nota - rappresentato da persone, in particolare Sindaco e Vicesindaco, che, come sempre ribadito dal gruppo di minoranza “Riaccendiamo Arcisate”, non hanno la capacità di gestire l’ente e che stavano portando ad un collasso interno della struttura Comunale, con un conseguente blocco assoluto di ogni tipo di attività utile per la comunità».
«Le distanze, sia etiche che politiche, emerse fin dall’inizio all’interno dell’attuale maggioranza, si sono acutizzate di recente, rivelando un’insanabile divergenza sui principi imprescindibili di una gestione limpida della res pubblica» hanno invece detto i dimissionari della maggioranza.
I membri della lista di maggioranza, ormai ex, Noi Voi Arcisate, si riuniranno questa sera.
Di seguito le due note per ora diffuse: quella di "Riaccendiamo Arcisate", cui appartengono i consiglieri di minoranza, e quella degli ex esponenti di maggioranza Breda, Zagari e Bertola.
Oggi i consiglieri di minoranza di Arcisate, Maurizio Montalbetti, Emanuela Sardella, Giovanni Mina e Daniele Pierobon, hanno deciso di rassegnare le proprie dimissioni in accordo e contestualmente con alcuni membri della maggioranza al fine di sciogliere il Consiglio e procedere con nuove elezioni il prima possibile.
Con tale atto si pone fine ad una delle peggiori esperienze amministrative di Arcisate, rappresentato da persone, in particolare Sindaco e Vicesindaco, che, come sempre ribadito dal gruppo di minoranza “Riaccendiamo Arcisate”, non hanno la capacità di gestire l’ente e che stavano portando ad un collasso interno della struttura Comunale, con un conseguente blocco assoluto di ogni tipo di attività utile per la comunità.
Le critiche mosse nei confronti della “gestione Cavalluzzi” e le serie preoccupazioni espresse dal gruppo di minoranza, non sono quindi invenzioni o illazioni gratuite, come sostenuto in diverse denunce sporte nei nostri confronti, ma hanno trovato riscontro e conferma anche all’interno di buona parte dei consiglieri di maggioranza che hanno saggiamente ritenuto opportuno permettere ai cittadini di tornare a votare per eleggere rappresentati migliori e più capaci, nella consapevolezza che amministrare un Comune non si limita a organizzare feste o a fare il volontario, solo per farsi notare.
Se per la minoranza è più facile criticare, lamentarsi e dimettersi, ci sentiamo di ringraziare sinceramente e sottolineare il coraggio della scelta compiuta dai dimissionari della maggioranza che hanno dimostrato di avere a cuore il bene di Arcisate e non l’interesse personale di preservare un ruolo, una carica, una delega, una visibilità o una indennità economica.
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Care/i concittadine/i, con grande rammarico, siamo costretti a comunicare l’interruzione del nostro percorso amministrativo, dopo soli sette mesi dalle votazioni.
Le distanze, sia etiche che politiche, emerse fin dall’inizio all’interno dell’attuale maggioranza, si sono acutizzate di recente, rivelando un’insanabile divergenza sui principi imprescindibili di una gestione limpida della “RES PUBLICA”.
Abbiamo intrapreso il nostro cammino politico con la certezza che il ruolo di amministratore dovesse avere quasi un carattere di sacralità, e che dovesse essere svolto con trasparenza, responsabilità e una profonda aderenza a principi etici solidi.
Nessuna logica individualistica dovrebbe anteporsi all’interesse collettivo perché il Comune è l’ente locale che rappresenta la propria comunità, ne cura gli interessi e ne promuove lo sviluppo .
Quando emergono delle criticità nelle scelte compiute ed in prospettiva in quelle da concretizzare, un amministratore ha il dovere prima di tutto morale oltre che istituzionale di stigmatizzare e di dissociarsi da comportamenti ritenuti ambigui .
Per tale ragione, a prescindere dai risvolti giudiziari che eventualmente seguiranno , la scelta di rassegnare le dimissioni si è configurata come l’unica atto di coerenza e dignità , valori, evidentemente trasversali alle compagini politiche.
Siamo consapevoli che questa situazione possa generare disorientamento tra tutti voi e la nostra decisione è stata a lungo meditata e sofferta, ma il nostro paese merita di essere amministrato nel miglior modo possibile, all’insegna di dialogo e condivisione di intenti, senza compromessi morali perché a prevalere siano i principi di integrità e trasparenza.