Busto Arsizio - 12 gennaio 2025, 08:41

Busto, vetrine sul caos. Le richieste dei commercianti: «Più forze dell’ordine e illuminazione»

Attenzione puntata su assembramenti affollatissimi, ricorrenti, prolungati, come minimo innaffiati dall’alcol. Il McDonald's come punto di riferimento (suo malgrado) e l’illuminazione carente

I portici sul lato opposto del fast food sono, tra via Fratelli d'Italia e piazza Garibaldi, uno dei punti più problematici

I portici sul lato opposto del fast food sono, tra via Fratelli d'Italia e piazza Garibaldi, uno dei punti più problematici

Centro sotto scacco di incivili, ubriachi, facinorosi, prevalentemente ma non esclusivamente molto giovani: tra piazza Garibaldi e via Fratelli d’Italia (siamo a meno di un minuto a piedi dalla sede municipale) ci sono spettatori abituali. Tra questi, i titolari di Caffitaly e di Harry’s Bar, la seconda attività costretta a fare i conti, nel recente passato, con le conseguenze di una rissa iniziata lontano dal locale (vedi QUI).

Dietro al bancone, Lorenzo Grana non ha dubbi: «L’unica soluzione è una pattuglia delle forze dell’ordine. Non un passaggio più frequente, intendo proprio una presenza fissa. Senza una misura del genere, a mio parere non se ne esce». Certo, venerdì sera due agenti di Polizia sono intervenuti. Ma hanno dovuto fronteggiare un numero di ragazzi soverchiante e con un atteggiamento poco incline a rispettare le divise. «Non abbiamo assistito all’ultimo episodio – precisa il barista – ma mi sembra di capire che i poliziotti abbiano affrontato una situazione iniziata ben prima del loro arrivo. Anche per questo penso a una presenza fissa, che risulti scoraggiante da subito. Li vediamo, questi ragazzi, in gran parte di origine straniera, che stazionano a lungo di fronte al McDonald's o nelle vicinanze. Soprattutto nei finesettimana diventano sempre di più con il passare delle ore e…». E a un certo punto, qualche volta, si accende la miccia.

«Bisognerebbe chiudere il McDonald's» capita di sentire da un passante, non lontano dalla fontana. «Non è una soluzione – commentano all’Harry’s – ma è innegabile che il Mac fa da punto di riferimento. Tra chi lavora da queste parti è circolata l’idea di rivolgersi a privati, di attivare un servizio aggiuntivo di vigilanza/sicurezza. Nulla di concreto, per ora, ma di sicuro le cose non possono andare avanti come avvenuto finora».

Da Caffitaly, Stefano Montagnolo punta a sua volta l’attenzione sulle lunghe permanenze di compagnie numerosissime: «Ci sono momenti, verso sera, in cui fai fatica a passare, per esempio sotto i portici sul lato opposto del fast food. Gli spuntoni messi dalla banca per evitare che i ragazzi si siedano sui davanzali bassi delle finestre/vetrine vengono usati… per sedersi. I ragazzi restano lì a lungo, a decine, e ogni tanto parte la provocazione. Spesso li vediamo arrivare già in gruppo, carichi, dal viale. Non sappiamo se bevano birre comprati qui o alcolici presi altrove. A proposito: non sono tutti minorenni, è una percezione sbagliata. Di sicuro, e lo abbiamo segnalato, gira qualche canna».

Assembramenti interminabili, dunque, bicchieri di troppo, animi che, a volte, si surriscaldano. «Al buio – sottolineano da Caffitaly – perché in diversi punti, per esempio sotto i portici, l’illuminazione è pessima. Già solo avere delle belle fonti di luce che rendano possibile vedere che cosa succede sarebbe un bel passo avanti». Sulle origini dei giovani: «Diciamo la verità: tanti sono di origini straniere. E tanti sono italiani». 

L’idea, provocatoria, di chiudere il fast food? «Così si crea un vuoto e viene a mancare un servizio. Mosse del genere spostano i problemi, non li risolvono. Lo abbiamo visto con le chiusure ripetute di un bar qui vicino, proprio per gli episodi che si sono ripetuti da quelle parti (piazza Vittorio Emanuele, Ndr). Gli avventori, quando la saracinesca, di là, è rimasta abbassata, mica sono evaporati. Più d’uno ha fatto due passi ed è arrivato qui, in via Fratelli d'Italia».

Stefano Tosi

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