Varese - 29 dicembre 2024, 16:28

«La pista ciclopedonale del lago di Varese sfregiata da degrado e inciviltà. Un insulto a chi ama questo fiore all'occhiello del territorio»

La lettera-denuncia del giornalista varesino Flavio Vanetti (Corriere della Sera) che si appella al presidente della Provincia, Marco Magrini, affinché intervenga e si faccia sentire con chi di dovere: «In un paio d'ore di cammino ci siamo imbattuti in spazzatura, panchine divelte o accidentate, cestini stracolmi, staccionate spaccate, righe centrali sparite, segnaletica abbattuta. Un degrado dovuto anche a inaccettabile inciviltà e a cui porre rimedio»

(Immagine d'archivio)

(Immagine d'archivio)

È il giorno di Santo Stefano e in tanti godono del sole e del clima giornaliero tutt'altro che invernale per una passeggiata all'aria aperta nel luogo principe di Varese e del nostro territorio per godere di panorami, natura e quasi un micro clima unico, dove poter camminare, correre e andare in bicicletta: la pista ciclabile del lago di Varese. Tra loro c'è anche Flavio Vanetti, giornalista varesino e storico inviato del Corriere della Sera che, però, come altri si è trovato a che fare con una vista tutt'altro che maestosa lungo una parte dei 27 chilometri della pista. Di buon piglio ha immediatamente scritto questa lettera-appello al presidente della Provincia, Marco Magrini, come ente di riferimento affinché intervenga e si faccia sentire anche con i Comuni dei tratti interessati affinché uno dei fiori all'occhiello del territorio non sia oscurato dalla bruttezza dell'incuria e dell'inciviltà.

Ecco la missiva di Flavio Vanetti al presidente Magrini

Buongiorno. Ci tenevo a segnalare - e spero di non essere l’unico a farlo - lo stato indecente in cui versa la pista ciclabile del lago di Varese.
Nei giorni scorsi, partendo dal Tigros di Capolago, io e mia moglie abbiamo camminato fino a Calcinate del Pesce, risalendo poi fino a Mustonate e tornando indietro passando da Lissago: in questo paio d’ore ci siamo imbattuti in schifezze assortite di varia natura, come sacchi della spazzatura ammollati un po’ ovunque (anche nei rivoli d’acqua), panchine divelte, rotte o accidentate e dunque inservibili, cestini della monnezza stracolmi (quando ancora integri), staccionate spaccate, tronchi spaccati e lasciati lì alla malora, sporcizia ovunque, segnaletica abbattuta e/o danneggiata, righe centrali sparite o in via di sparizione (ma rivederle dipinte è forse una pretesa eccessiva, visto il resto…).

Insomma, un degrado inaccettabile e indegno, frutto di sicuro di tanti ignoranti, imbecilli e incivili, ma anche uno scenario che è un insulto a chi ama quei posti e li sfrutta per un piacevole momento di relax e di attività fisica.

Non solo: dagli idiomi che si odono, la ciclabile pare proprio piaccia in particolar modo agli stranieri. I quali però non si faranno una grande idea di Varese, land of tourism e in teoria Città Giardino. In sintesi: fate qualcosa o fate in modo che agisca chi ha titolo e dovere di muoversi.

Flavio Vanetti

Redazione

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