Prefazione: il popolo giallonero (clicca QUI per la fotogallery), la curva e la società hanno accolto Claude Devèze, il coach della doppietta Coppa-campionato dopo 27 anni di attesa in questi giorni in città, come un re. E hanno fatto bene: perché la riconoscenza, la memoria e a volte perfino il rimpianto sono una forza che può riportarti, prima o poi, esattamente allo stesso punto, lassù davanti a tutti. Devèze è il condottiero vincente degli ultimi trent'anni gialloneri, e lo sarà per sempre. Proviamo a imitarlo, se ne siamo capaci.
Il dubbio che serpeggia nei pensieri più reconditi, e che s'insinua di bocca in bocca, è che questa sconfitta con l'Appiano, sempre avanti e poi sorpassato nel terzo periodo prima di subire due gol nel giro di 34 secondi nell'ultimo minuto, è questo: alla fine al Varese è andata bene così e, cioè, è stato meglio arrivare quarti per affrontare il Caldaro in semifinale di Coppa Italia e non l'Aosta, cosa che sarebbe avvenuta in ogni caso, perfino con un ko all'overtime o ai rigori, tranne che con la sconfitta. Un dubbio che è una colossale fesseria perché se non lo fosse, e se un calcolo anche solo infinitesimale avesse sfiorato qualcuno, significherebbe soltanto una cosa: essere perdenti e, soprattutto, avere paura dell'Aosta che, in questo caso, potrebbe già stappare lo champagne per festeggiare un 2025 da cappotto sui Mastini, già battuti due volte. Di più: scegliersi il Caldaro, a cui forse il Varese s'abbina meglio anche per motivi psicologici oltreché di gioco, sarebbe comunque una follia visto che ha perso solo tre volte in 25 partite, due con i gialloneri (ma schiacciandoli a più non posso all'Acinque Ice Arena) e una con il Feltre oltre il 60'.
La verità, o almeno la nostra verità, è un'altra: l'Appiano, pur rimaneggiato, ha giocato con il cuore mentre il Varese l'ha fatto con il "cuoricino", e soltanto a sprazzi nel terzo periodo. I Mastini sono infatti battibili da tutti, soprattutto da questi avversari che li hanno fatti sempre soffrire (all'andata servì un Matonti monstre), se non "sentono" la partita, se non scendono in pista alla morte, se non sono caricati a pallettoni - questo sì - dalla sfida della vita contro avversari più forti come lo sono sia il Caldaro che l'Aosta, questo dice la regular season e il ghiaccio, giudici per ora supremi, e lo saranno forse finché non sapremo il nome del rinforzo che servirà per colmare questo gap, rinforzo che qualcuno vorrebbe in attacco, qualcun altro in difesa. Poi, una semifinale con il Caldaro è una semifinale con il Caldaro: tutto può accadere, ma se sabato 8 febbraio saremo più forti di oggi avremo una chance in più, al di là delle parate dei nostri portieroni o di un Perla-bis dopo la doppietta 2023.
Finisce con gli applausi sportivissimi degli oltre 1.100 spettatori per gli avversari, anche se il Varese è stato capace nel terzo tempo di pareggiare con il "cobra" Perino su assist di Makinen (2-2), ma ancora una volta di regalare il disco del terzo gol a Collin che spegne subito i bollenti spiriti (2-3), poi riaccesi da Piroso che insacca su invenzione del mago Franchini (3-3) e dal colpo gobbo di Makinen (4-3) in collaborazione con il portiere ospite: lì, a 7 minuti dalla fine, sembra vinta. Ma i segnali dei gol annullati (bastone alto di Piroso nell'area del portiere e tocco di pattino di un giallonero), i dischi regalati, una concentrazione non certo al top e una testa che non segue le gambe, o viceversa, non sono solo segnali ma fatti e così l'Appiano, nel modo più incredibile ma anche meritato, arriva alla vittoria segnando il 4-4 senza portiere e, poi, dopo 34 secondi nell'ultimo assalto, il 5-4 a 24 secondi dalla sirena. Folle? No, giusto perché la vittoria la si costruisce prima e durante le partite, anche con le scelte della panchina.
Nel secondo periodo all'ennesimo disco regalato e lasciato sul ghiaccio l'Appiano aveva colpito ancora con Eruzione su tiro di Collin ribattuto da Matonti: era il 2-1 ospite dopo che Michael Mazzacane smarcato da Piroso su azione iniziata da Tilaro aveva trovato il pareggio. Ma erano i dischi lasciati lì o passati da una stecca all'altra senza arrivare mai alla stoccata, i troppi errori, il masticare ghiaccio confusamente e il ritorno alle penalità ingenue a penalizzare i Mastini ancor più di un ottimo Appiano.
Primo tempo già deciso da una grande azione dell'Appiano, preso forse sotto gamba e, invece, è una squadra che pur rimaneggiata conserva le sue doti agonistiche e tecniche e la sua capacità di giocare bene il disco grazie a un coach come Lacroix che è anche un maestro di hockey: Eruzione buca con un tiro rasoghiaccio al volo Matonti sullo splendido assist messo in mezzo da Graf per lo 0-1. Che il Varese sia un po' macchinoso lo si vede dalle due volte in cui arriva davanti alla gabbia con l'uomo solo (Perino e Ghiglione) ma non riesce neppure a fare il solletico: il disco gira, le gambe o la testa un po' meno.
Il 10 la chiusura del mercato: serve battere un colpo, anche perché nel master round mancherà Perino, protagonista fin qui di un'ottima stagione, per 4 gare e Filippo Matonti nella prima partita, entrambi con le nazionali giovanili azzurre. Noi ci crediamo, come i 1.100 spettatori dell'Acinque Ice Arena.
Varese-Appiano 4-5 (0-1, 1-1, 3-3)
Reti: 12’17” Eruzione (Graf, Spitaler) 0-1; 32’17” Michael Mazzacane (Piroso, Tilaro) 1-1, 33'58" Eruzione (Graf, Collin) 1-2; 50’10” Perino (Makinen, Schina) 2-2 in sup,, 50’55” Collin (Radin) 2-3, 51’28” Piroso (Franchini) 3-3, 52’56” Makinen 4-3, 59’04” Graf (Radin, Collin) 4-4, 59’38” Collin (Graf, Eruzione) 4-5
Varese: Filippo Matonti (Perla); Makinen, Crivellari, Ghiglione, Kuronen, Marcello Borghi; Schina, Bertin, Perino, Vanetti, Tilaro; Marco Matonti, Erik Mazzacane, Piroso, Michael Mazzacane, Marco Franchini; Raimondi, Pietro Borghi, Fornasetti. Coach: Gaber Glavic
Appiano: Pallabazzer (Reinalter); Frick, Radin, Collin, Graf, Eruzione; Oberrauch, Spitaler, Piechenstein, Rottensteiner, Tombolato; Unterrainer, Erlacher, Gamper, Engl. Coach: Martin Lacroix
Arbitri: Fabio Lottaroli, Simone Soraperra (Nicolò Alberti, Thomas Formaioni)
Note - Penalità Va 10', Ap 10'. Tiri Va 29, Ap 28. Spettatori: 1.098 (sold out)
La situazione
25ª e ultima giornata di regular season
Caldaro-Pergine 3-2 all'overtime, Varese-Appiano 4-5, Aosta-Bressanone 9-1, Valpellice-Dobbiaco 10-3, Alleghe-Fiemme 2-4, Fassa-Como 4-5 ai rigori. Riposo: Feltre
Classifica finale regular season
Caldaro punti 63; Aosta 60; Feltre 51; Varese 50; Appiano 39; Alleghe 36; Pergine 32; Dobbiaco 30; Valpellice e Fiemme 29; Fassa 23; Bressanone 14; Como 12.
Final four di Coppa Italia, Acinque Ice Arena, sabato 8 e domenica 9 febbraio 2025
Sabato 8, semifinali: Aosta-Feltre, Caldaro-Varese.
Domenica 9, finale.
Nel Master Round tra le prime sei della classe che definirà le posizioni playoff e inizierà sabato 4 gennaio e proseguirà con la seconda giornata lunedì 6 si ripartirà con i punti divisi per tre e arrotondati per difetto. Ultima giornata dopo girone di andata e ritorno prevista per il 22 febbraio.
Classifica Master Round
Caldaro 21 punti. Aosta 20. Feltre 17. Varese 16. Appiano 13. Alleghe 12.
Classifica Qualification Round (le prime due ai quarti playoff)
Pergine 11. Dobbiaco 10. Fiemme, Valpellice 9. Fassa 7. Bressanone, Como 4.