Il 12 dicembre scorso presso la Prefettura di Varese si è tenuta una riunione convocata dal Prefetto Salvatore Pasquariello per la presentazione, da parte dell’Asst Sette Laghi di Varese, del progetto dal titolo: “Link per supportare le donne vittime di violenza”, un'iniziativa innovativa che mira a creare una rete di supporto completa e integrata per le donne che subiscono violenza.
Presenti il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Varese Antonio Gustapane, il Direttore Generale dell’Agenzia della tutela della salute dell’Insubria Salvatore Gioia e vari rappresentanti delle ASST Sette Laghi e Valle Olona, dei Tribunali e delle Procure della Repubblica di Varese e di Busto Arsizio, dell’Ordine degli Avvocati di Varese, dei Comuni di Varese e Busto Arsizio, della Questura, del Comando provinciale dei Carabinieri, della “Fondazione Felicita Morandi” e della Cooperativa “Lotta contro l’emarginazione”.
Nell’occasione, Giuseppe Calicchio, Direttore Sociosanitario di Asst Sette Laghi , ha inizialmente evidenziato come le strutture ospedaliere (Varese – Ospedale di Circolo, Varese – hub regionale materno-infantile Ospedale Del Ponte, Tradate, Angera, Cittiglio e Luino), ed ancor più i servizi di Pronto Soccorso (PS) in esse attive, denuncino l’importante numero di prese in carico di donne vittime che, per varie ragioni, non si rivolgono ai servizi “specialistici” del territorio (i CAV - Centri Antiviolenza) e alle Forze dell’Ordine.
Ha poi sottolineato che l’esperienza di questi anni, ed in particolare dell’ultimo anno (giugno 2023 / giugno 2024) con l’operatività sperimentale del progetto “La Casa della Nutrice” (finanziato dalla Regione Lombardia e terminato il 30 giugno 2024, attualmente in regime di proroga sino a fine dicembre), ha fatto emergere alcuni assi evolutivi e innovativi che, nella continuità, sorreggono l’architettura del progetto LINK: la necessità di un servizio che non sia fisicamente da raggiungere ma che raggiunga la donna vittima di violenza laddove è presa in carico per l’emergenza sanitaria; la necessità di un servizio che favorisca la donna vittima di violenza nel non perdersi nelle “terre di mezzo” tra l’accesso ai servizi sanitari (PS e reparti ospedalieri), ed i servizi “specialistici” territoriali della Rete Territoriale Interistituzionale Antiviolenza (RIV) e i servizi della tutela giudiziaria; la necessità di un servizio con la professionalità appropriata per far emergere da cripto-maltrattamenti e accompagnare le donne con “fatiche o resistenze socio-culturali” nel percepire i servizi della RIV come opportunità.
Infine ha reso noto che il progetto LINK si pone l’obiettivo di sistema di creare un “legame” (linking) tra segmento dei servizi “specialistici” territoriali: la RIV (Rete Territoriale Interistituzionale Antiviolenza) di Varese; segmento dei servizi sanitari (clinici e professionisti sanitari dei PS aziendali e dei reparti ospedalieri, con particolare attenzione alla medicina, alla ginecologia e alla traumatologia; nonché i professionisti psico-sociali aziendali, psicologia clinica e servizio sociale ospedaliero); segmento dei servizi territoriali e della pianificazione zonale (consultori familiari pubblici e privati e i servizi sociali comunali; gli Ambiti territoriali di Varese, Arcisate, Azzate, Cittiglio, Luino, Sesto Calende e Tradate); segmento dei servizi della tutela giudiziaria e del ripristino della legalità (la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Varese che, in questi ultimi mesi, ha ampiamente disciplinato i percorsi di denuncia e accompagnamento territoriale alla denuncia, tanto con specifiche direttive quanto con l’attivazione di un servizio protetto di ascolto/raccolta delle denunce presso i locali della medesima Procura; il Tribunale di Varese, Settore Civile – Sezione I Persone e Famiglia).
Il progetto LINK mira ad abbattere (asse riparativo) e ad evitare (asse preventivo) la ricorrenza del fenomeno della dispersione delle donne vittime di violenza nelle “terre di mezzo” tra l’uscita/dimissione dalle strutture ospedaliere e dai servizi di PS della ASST (per le quali il personale sanitario è spesso chiamato a procedere a denuncia d’ufficio), e i servizi “specialistici” territoriali della RIV e il segmento dei servizi della tutela giudiziaria.
Quanto alla specificità “specialistica” del segmento della RIV di Varese, il progetto LINK si pone come “service educativo” per gli operatori dei CAV, avvalendosi della integrazione operativa, qualora necessario, di mediatori culturali e legali già attivi nei CAV medesimi (componenti del partenariato progettuale che si andrà a formalizzare).
Target di bisogno beneficiari del progetto LINK sono: donne vittime di violenza in transito dai PS o dai reparti ospedalieri della ASST, anche con figli minori, figli in età minore vittime di violenza.
Il progetto partirà con la prospettiva di ampliare il partenariato a tutti i CAV della RIV di Varese (Fondazione Felicita Morandi, Donna Sicura, EOS, Icore): ciò accresce notevolmente le opportunità di funzionamento e di connessione del team educativo del progetto LINK, tanto nell’ampliare il panel delle scelte della donna vittima di violenza, quanto nel capillarizzare l’inter-operatività di “service educativo” tra segmento sanitario aziendale, segmento “specialistico” della RIV, segmento dei servizi territoriali e segmento dei servizi di tutela giudiziaria.
Rilevante è l’inclusione del Comune di Varese nel partenariato, anche in quanto capofila della RIV di Varese, e gli Uffici di Piano dei sette Ambiti Sociali: va a sostanziare la presa di consapevolezza di quanto siano imprescindibili - anche per contrastare, riparare e prevenire la cultura e le prassi della violenza e del maltrattamento verso la donna - i percorsi territoriali di armonizzazione della nuova pianificazione della sanità territoriale con la programmazione zonale degli interventi sociali.
Il progetto LINK sarà supportato da un protocollo operativo di rete di cui la Prefettura di Varese – in continuità con quanto già operato per il precedente progetto – costituirà il punto di riferimento come quadro generale, per garantire che l’organizzazione rimanga agile ed efficace. La platea dei firmatari ambisce ad includere nuovamente la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Varese, la Questura di Varese, il Comando provinciale dei Carabinieri, il Comune di Varese, l’Ordine degli avvocati di Varese, l’Università degli Studi dell’Insubria e l’Ufficio Scolastico Territoriale di Varese; a cui si auspica l’aggiunta del Tribunale di Varese, dell’ATS dell’Insubria e dell’Asst della Valle Olona.
Asst Sette Laghi ha sottoscritto una Associazione Temporanea di Scopo formale con il Comune di Varese - capofila (oltre che con l’Università dell’Insubria, e 3 dei 4 CAV della RIV di Varese), a latere e a supporto della quale il Comune di Varese ha contestualmente stipulato un protocollo di adesione con la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Varese, la Questura di Varese e l’Ordine degli avvocati di Varese: tale Associazione Temporanea di Scopo è finalizzata alla acquisizione implementativa di un finanziamento stanziato dal Dipartimento delle Pari Opportunità presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e finalizzato alla realizzazione di interventi di II livello a supporto e potenziamento delle reti operative territoriali antiviolenza nelle attività di presa in carico integrata delle donne vittime di violenza maschile, anche al fine di promuovere procedure standardizzate acquisibili e replicabili come buone prassi.
Si terrà nelle prossime settimane la riunione per la sottoscrizione del summenzionato protocollo operativo.