“Il gruppo di Italia Viva non voterà la fiducia perché il primo a non avere fiducia nelle imprese e nei cittadini è il governo”. Lo ha detto Maria Chiara Gadda, vice-presidente del gruppo di Italia Viva alla Camera, nel corso delle dichiarazioni di voto sulla fiducia relativa alla legge di Bilancio.
“Lo dimostrano due norme assurde della manovra sul Terzo settore. Il governo Meloni tassa la bontà. La prima è la mancata esenzione del Terzo Settore dall’applicazione della spending review. Già assurdo pensare che si vincolino i bilanci di enti privati che svolgono con i loro soldi attività di interesse generale.
La conseguenza è che enti e fondazioni, di fatto, saranno limitate a spendere per acquistare un’ambulanza o una cella frigorifera per conservare il cibo recuperato da distribuire agli indigenti.
In un contesto in cui si è arrivati al record di famiglie in condizioni di povertà assoluta e relativa e all’impoverimento del ceto medio, è un fatto gravissimo. Altrettanto grave è la decisione di mettere in concorrenza le detrazioni a favore del Terzo settore con le altre detrazioni legate a bonus edilizi o spese universitarie. Questo significa, di fatto, mortificare la volontà di cittadini e imprese di fare la loro parte e tagliare le gambe a tanti servizi che, soprattutto in campo sanitario, sulla disabilità, nella formazione al lavoro, il Terzo settore svolge ormai in modo sostitutivo dello Stato.
La promessa di superare il tetto del 5 per mille, consentendo di erogare tutte le risorse che i contribuenti destinano al terzo settore, non è nemmeno stata considerata.
Il governo si metta dunque una mano sul cuore e, al primo provvedimento utile, rimedi a questi gravissimi errori, dando le risorse a chi ogni giorno dimostra di saper rispondere ai bisogni ben più del governo stesso. E insomma, i politici che ogni giorno sbandierano il valore della sussidiarietà, la mettessero in pratica negli atti parlamentari”, ha concluso.