Riceviamo e pubblichiamo la lettera a Babbo Natale scritta dal sindaco di Brenta Gianpietro Ballardin:
Mi è capitato spesso, specie in questi ultimi periodi, di parlare delle difficoltà reali che vivono le persone sia dal punto di vista lavorativo che nella condizione di un aumento reale della condizione di povertà. A tal proposito ieri sera, domenica 1° dicembre 2024, ho guardato “con estremo stupore” il servizio della trasmissione report che ha mandato in onda un servizio sui “privilegi della casta” che certamente non favoriscono le persone che vivono le difficoltà quotidiane della vita e non stimolano i cittadini ad una partecipazione più attiva.
Ci sono regali che non dovrebbero moralmente essere accettati considerata anche la situazione generale e la condizione di un vissuto economico del paese e delle persone. Quello fatto da Banca Intesa ai Deputati e ai Senatori della Repubblica non lo si riceve nemmeno a Natale. Un tasso di interesse del 5,6250% sulla liquidità detenuta sul conto corrente aperto presso la filiale della banca interna alla Camera dei deputati. La convenzione stipulata senza pubblicità alcuna sembra risalga al 2 aprile scorso di quest’anno.
Secondo un recente rapporto della Federazione autonoma dei bancari italiani, la media dei tassi attivi per un conto corrente in Italia è dello 0,20%, mentre quello che offre la filiale di Banca Intesa della Camera dei deputati è 28 volte superiore.
Ma anche il tasso debitore “sulle somme utilizzate in assenza di fido” è abbastanza favorevole, fissato al 10,3550 sempre con il riferimento all’Euribor maggiorato del 6,5%. Simile il tasso di “sconfinamenti in assenza di fido”. C’è poi una sfilza di “zero costi” e che riguardano le “spese fisse”, “la tenuta del conto”, i “bonifici”, anche quelli urgenti, la “domiciliazione delle utenze”, le “operazioni allo sportello”, “commissione di pagamento dei bollettini”, “ricarica della carta prepagata” e molto molto altro ancora.
In questi giorni, in occasione della discussione sulla finanziaria in modo bipartisan è stato presentato un emendamento, poi riformulato, che prevedeva l'aumento del finanziamento da 25 a 43 milioni, fermato nel suo iter dal Presidente della Repubblica che ha detto «no», con un’iniziativa piuttosto incisiva e preventiva. Il Quirinale ha infatti chiesto lo stop dell’emendamento al “decreto fisco” con cui i partiti si erano accordati per aumentare il finanziamento pubblico attraverso una nuova formula, che avrebbe consentito di distribuire alle forze politiche anche il cosiddetto “inoptato”, quelle cifre che i cittadini non destinano a nessuno. Questa riforma, se non frenata dal Presidente della Repubblica, che non ha riconosciuto i requisiti di “necessità ed urgenza” oltre al fatto che la proposta avrebbe avuto un «impatto notevole» sulle finanze pubbliche e su fondi che derivano dalle scelte dei cittadini, era stata sviluppata dalla commissione bilancio nella forma “riservata” e senza un minimo di informazione pubblica.
Personalmente ritengo che sia giusto finanziare la politica per evitare che questa attraverso le lobby possa essere condizionata nell’esercizio di rappresentanza della politica. Ritengo però allo stesso modo che ogni aumento delle risorse ai partiti dovrebbe essere subordinato alla loro capacità di coinvolgere i cittadini, dimostrando trasparenza, etica e un’effettiva rappresentanza delle istanze collettive. Solo un impegno concreto in questa direzione può giustificare l’assegnazione di maggiori fondi, rafforzando il legame tra politica e cittadinanza.
L’aumento al finanziamento dei partiti non può derivare da un provvedimento mascherato calato da un’intesa o da un intervento dall’alto, perché una volta conosciuto o reso pubblico questo rischierebbe di alimentare ulteriormente la sfiducia da parte dei cittadini. Serve invece una capacità di coinvolgimento dei cittadini tramite dialogo, trasparenza e partecipazione.
Ricostruire il rapporto tra politica e società è essenziale per creare un circolo virtuoso in cui i cittadini tornino a sostenere i partiti nella logica in cui questi, attraverso la capacità di stimolare una maggioranza reale di partecipanti al voto oggi sempre più ridotta ai minimi termini, possano rappresentare realmente gli interessi collettivi, i bisogni e le aspettative anche perché, tutti noi cittadini, ne abbiamo un estremo bisogno.
Il Sindaco del Comune di Brenta
Gianpietro Ballardin