Il 30 ottobre 1864, il re Vittorio Emanuele II firmava il decreto con cui il Comune di Busto Arsizio era elevato al rango di città. A distanza di 160 anni (e poco più), quel momento è stato ricordato al Teatro Sociale Delia Cajelli con un concerto di Musikademia - L'Orchestra Du.Ca, diretta dal maestro Davide Bontempo (foto in fondo). «Un compleanno sobrio, alla bustocca» lo ha definito l’assessore a Identità e Cultura, Manuela Maffioli, riferendosi alla propensione della città e dei suoi abitanti, per nascita o per scelta, a una praticità priva di fronzoli. Ma un momento celebrativo, ha sottolineato, era doveroso, perché «…i compleanni sono momento di memoria, di coscienza, in questo caso di appartenenza».
Il vicesindaco Luca Folegani (in sala anche gli assessori Albani e Colombo, la regiu della Famiglia Bustocca, Mariella Toia, e, simbolo di Busto, le maschere del Tarlisu, della Bumbasina e di Fudreta) ha ricordato il primo cittadino in carica negli anni dell’elevazione, ingegner Crespi, che mise a disposizione risorse economiche per costruire una scuola e sottolineò che il rango raggiunto «…non era una meta ma una fase di un percorso che doveva portare Busto a crescere sempre di più». Ripercorsa l’evoluzione da centro agricolo a industriale, “patria” di Enrico Dell’Acqua e degli imprenditori che vollero Malpensa, Folegani ha rivolto un appello ai presenti: «Siate orgogliosi di essere bustocchi».
Prima dell’esibizione musicale (nel programma di sala, Vivaldi, Mozart e Respighi, esecuzioni precedute dall’Inno d’Italia), promemoria sulla prossima tappa della celebrazione: sabato 30 novembre, nella Sala Tramogge dei Molini Marzoli, alle 16.30, annullo filatelico col timbro speciale realizzato in esclusiva per l'anniversario. Alle 17, presentazione della ristampa del volume di Antonio Crespi Castoldi, De oppido Busti relationes, “Storia di Busto e le relazioni”, a cura di Famiglia Bustocca – ed. Nomos. Testo in latino di Antonio Crespi Castoldi (1614), traduzione di Luigi Belotti (1927). Interverranno Franco Bertolli, già direttore della Biblioteca Capitolare di San Giovanni, e l’architetto Stefano Castiglioni.