Territorio - 20 novembre 2024, 08:38

VIDEO. Dietro programmi tv di successo c’è il varesino Francesco Carabelli

Il quarantenne nato a Busto Arsizio e cresciuto a Gorla Maggiore è giornalista e autore televisivo. Il programma La Talpa, attualmente in onda, è anche opera sua

VIDEO. Dietro programmi tv di successo c’è il varesino Francesco Carabelli

Quando guardate la televisione sappiate che spesso dall’altra parte dello schermo c’è la creatività di un autore della provincia di Varese.

Era una novena di Natale degli anni ’90 quando l’allora parroco di Gorla Maggiore, parlando di vocazione, chiamò un bambino di terza elementare che stava chiacchierando con un compagno. «Francesco – gli chiese il don – qual è la tua vocazione?».  Il ragazzino rispose: «Fare il giornalista sportivo».

Francesco Carabelli, quarantenne cresciuto a Gorla Maggiore, ma nato a Busto Arsizio, quella vocazione l’ha inseguita davvero. E’ diventato giornalista, con una predilezione per lo sport, sua grande passione. In primis il calcio (quando era a Busto andava a tifare la Pro Patria) che, a suo dire, «è la scusa più bella per parlare del mondo». E poi è diventato autore televisivo e ideatore di tanti progetti (il format “Squadre da incubo”, ad esempio, l’ha inventato lui).

Dalle versioni di latino e greco ai copioni televisivi

Dopo il liceo classico Daniele Crespi di Busto, si è iscritto all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, si è laureato in Linguaggio dei media prima e in Teoria e tecniche della comunicazione mediale poi.

La via del piccolo schermo è iniziata con uno stage a TV2000: da allora ha proseguito con una valanga di collaborazioni. Il suo curriculum è lunghissimo e riguarda trasmissioni andate in onda un po’ su tutte le reti, dalla Rai a Mediaset, da Sky e Dazn e Deejay Tv: ha lavorato, giusto per fare qualche nome, con Fabio Fazio, Maurizio Crozza, Fabio Volo, Gene Gnocchi.

Della Talpa, il noto programma attualmente in onda su Canale 5, è autore del copione. Diletta Leotta gli ha chiesto di seguirla quando è passata a Mediaset. «Avevamo lavorato insieme a Dazn – dice Carabelli - e con il tempo si è creata empatia tra noi, per lei sono una spalla forte. Per me lavorare con Diletta Leotta è un privilegio: è brava, studiosa (come non ricordare le notti a studiare insieme le interviste oppure le sue chiamate notturne quando è in dubbio su qualcosa che abbiamo scritto insieme), ed è una persona gentilissima»>.

In alcune occasioni, Carabelli è andato anche davanti alla telecamera. Quando era ancora uno studente universitario è approdato a Sky Sport. «Nel programma sperimentale di Gene Gnocchi “Gnok, calcio show”, dove tra l’altro conobbi il mio maestro Luca Bottura – racconta - facevo anche l’inviato buffo dai campi».

Curiosità e amicizie

E aggiunge uno dei tanti aneddoti: «Una volta portai in trasmissione i miei genitori. Erano tra il pubblico e durante le pause pubblicitarie sentivano Gene, con cui ero in cuffia durante la trasmissione, che aveva degli scambi “forti” con me. I miei genitori erano basiti, ma poi spiegai che era il suo modo per scaricare la tensione».

Un altro programma a cui Carabelli ha lavorato è stato “Attenti a quei due” con Paolo Rossi e Gianluca Vialli, sempre su Sky Sport. «Da bambino – sono le parole del giornalista vissuto a Gorla Maggiore– avevo il poster di Vialli appeso in camera. Poi l’ho conosciuto davvero ed è stato incredibile: era una persona unica. Prima di tutto, per lui, venivano i rapporti personali, voleva conoscere le persone. Non c’è stata una volta che non abbia risposto ad un mio messaggio, anche negli anni della malattia».

Di aneddoti e ricordi ne ha una marea da raccontare. Come quella volta che Bono Vox, ospite da Fazio a Che tempo che fa, vedendo la faccia felice del giovane collaboratore dietro le quinte, gli disse “Happy guy” e gli diede un cinque.

Di tanti personaggi famosi con cui è entrato in contatto, Carabelli è diventato amico. Tra questi anche un altro talento passato dal Liceo Daniele Crespi di Busto Arsizio, il campione di sci nautico, nato cieco, Daniele Cassioli.

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Mariagiulia Porrello

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