Sant'Antonio Abate, o meglio, post Sant’Antonio Abate ancora al centro della scena, dopo l’assemblea pubblica alle Scuderie Martignoni è toccato al Consiglio comunale. Quello che si è concluso ieri sera è stata una riunione in cui le possibilità di dialogo si sono scontrate con tensioni politiche e visioni divergenti.
La discussione di ieri ha ribadito le fratture interne alla politica locale, anche evidenziandone di nuove. Il sindaco, Andrea Cassani, ha difeso i propositi manifestati dal governatore lombardo, Attilio Fontana, sull’ospedale di comunità, parlando di decisione “messa nero su bianco” ma anche incassando, per questo, ripetute critiche dalle minoranze: l’opposizione ha chiesto maggiore concretezza e assicurazioni scritte da parte delle autorità regionali diverse da quelle contenute in comunicati stampa.
La mozione presentata da Forza Italia su garanzie per i servizi sanitari a Gallarate, inclusa la realizzazione in città di un ospedale di comunità, è stata presentata in aula dalla consigliera Belinda Simeoni (le minoranze hanno proposto emendamenti). La risposta del sindaco non è stata accomodante: Cassani ha bollato l’iniziativa come un "documento desueto", definendo la mozione un tentativo superfluo di ottenere visibilità politica piuttosto che un contributo al bene della comunità. Il confronto si è inasprito ulteriormente.
I consiglieri dell’opposizione hanno interpretato le parole del sindaco come un tentativo di minimizzare il valore di un confronto necessario, con Giovanni Pignataro che ha richiamato l’attenzione sull’esito negativo di iniziative simili a suo avviso potenzialmente costruttive in Consiglio regionale. «La comunità merita risposte», ha affermato il capogruppo del Pd, sottolineando l'importanza di evitare che il tema sanitario diventi preda di manovre retoriche.
A mezzanotte passata, la mozione è stata bocciata: 12 voti contrari, 10 favorevoli. Tra i banchi della maggioranza è arrivato il solo sostegno della consigliera Simeoni, non quello dell’altro forzista Calogero Ceraldi.