- 12 novembre 2024, 10:41

Dall'imponente inaugurazione nel 1939 ai successivi interventi. E ancora il record di Pelizzari, l'oro di Martinenghi: adesso che ne sarà della piscina dei bustocchi?

La nuova vasca olimpionica fu inaugurata nel 1939, quella coperta nell’85. Poi la battaglia per usufruire della vasca grande anche d’inverno, il passaggio da Agesp (allora c'erano anche 35mila persone in un mese invernale) alle società private con la lenta deriva dell’impianto Manara Sartori. Alla commissione stasera il compito di capire e guardarsi negli occhi per dare certezze sul futuro e risposte a cittadini e società sportive. Ricordandosi le ragioni sociali che a lungo guidarono nella gestione

Vite della piscina. In alto nel 1939, in senso antiorario il progetto del '79, l'impianto scoperto quest'estate e la Manara Sartori tristemente chiusa oggi

Vite della piscina. In alto nel 1939, in senso antiorario il progetto del '79, l'impianto scoperto quest'estate e la Manara Sartori tristemente chiusa oggi

È il 1939 quando si affaccia la nuova piscina a Busto Arsizio. Imponente, è il primo aggettivo che colpisce nelle narrazioni dell'epoca e fu proprio così: una percezione diffusa ben oltre i confini cittadini.

Oggi la piscina Manara-Sartori (intitolazione, quest’ultima, avvenuta nel 2016) è chiusa. Per quanto? Perché? Si può risolvere la situazione e come? Le risposte dovrebbero risuonare nella commissione convocata stasera alle 18.30 in Comune dopo la richiesta d’urgenza da parte delle minoranze con audizione del neo assessore allo Sport, nonché vicesindaco Luca Folegani. Con gli occhi puntati delle società sportive e dei cittadini.

Quell’imponente piscina

Nel luglio 1939 affiorava un’opera definita «grandiosa» e dalla «mole imponente» nella Cronaca Prealpina (un ringraziamento a Paolo Umberto Ferrario per la ricerca storica). Allora fu dedicata a Costanzo Ciano. Non ci sono molto particolari sul "prima", anche se qualcosa in termini di bagni pubblici almeno doveva già esserci. Del resto, su diverse opere dell'epoca fascista sono andate dissolvendosi le informazioni.

L’articolo menzionato mette a fuoco le peculiarità dell’impianto: 21 metri per 50, profondità graduale da 0,70 a 4,50, trampolini fino a 10 metri. La struttura comprendeva i bagni pubblici (aspetto fondamentale e mantenuto a lungo come tale, nella gestione Agesp, per la sua funzione sociale), oltre alle cabine. Fu disegnata – rammenta ancora l’articolo – dall’ufficio tecnico municipale e realizzata dalla ditta Moretti.  Si parla di un edificio «del tutto rispondente alle esigenze igieniche, sanitarie e sportive» dell’epoca.

Anche se i toni sono tipici del Ventennio, l’impianto è proprio uno spettacolo. Ma arriverà il momento della resa dei conti del tempo, o meglio dei tempi. Serve un impianto coperto e viene bandito un concorso pubblico. Il progetto vincitore venne consegnato nel dicembre 1979, quindi 40 anni dopo. Fu un percorso trattato pressoché interamente dalla giunta del sindaco Angelo Borri. L’inaugurazione avvenne sempre nel mese di luglio, nel 1985.

A firmare il progetto furono l’architetto Carlo Moretti, l’ingegnere Ezio Mosca ma anche l’architetto Daniele Geltrudi che – ricorda -  allora era partito per il militare dopo la laurea con tanto di materiale dietro da esaminare. Lo realizzò l’impresa Bossi di Gallarate, ma l’opera non fu del tutto corrispondente alle indicazioni originarie di sei anni prima. «Si trattava di costruire la piscina coperta, mantenendo quella che c’era, scoperta – ricorda Geltrudi -  Allora c’era un propileo per così dire, un ingresso monumentale con un affresco. Tutti gli altri concorrenti avevano progettato una piscina fuori terra e così gettava ombra su quella scoperta. Noi invece abbiamo pensato a una piscina coperta interrata, creando una copertura sopra che doveva essere una nuova piazza». L’idea era che da lì si guardasse giù verso la vasca coperta e sopra verso la piazza. Ci doveva essere un ristorante, in cui questo contemplare gli altri spazi diventasse una sorta di partecipazione.

Ma successivamente vinsero i timori - afferma ancora l'architetto Geltrudi - e si recintò il tutto. La piazza che doveva essere pubblica, divenne una struttura privata. Addirittura, ci doveva essere un ponte traliccio che univa al liceo Artistico, tant’è che lo stesso prestò delle statue in gesso per l’inaugurazione e fu l'unica traccia del legame tra le due strutture: il passaggio non fu mai realizzato.

Le bandiere

La piscina è gestita da Agesp, c’è il presidente Adriano Colombo. Ci sarà anche la piscina di via Poma, a Sacconago, gestita dal pubblico, che sarà successivamente abbandonata perché è troppo oneroso rimetterci mano.

Anche in via Manara arrivano acque agitate, ma di natura politica. C’è la Lega, o meglio una parte della Lega, che vuole poter contare su quella vasca olimpionica anche d’inverno e quindi realizzare una copertura che si presti a questa necessità. Oggi i disagi che devono patire le società per allenarsi sono notevoli, allora già la pallanuoto doveva spostarsi fino a Luino per giocare in casa (sono gli anni Ottanta)

Il progetto dell’ingegner Fabio Fabiano può cambiare le cose, è la convinzione.

A metà degli anni Novanta (siamo nell'epoca della giunta di Gianfranco Tosi) si combatte dunque per questo nuovo progetto a cui lavorano Marco Sartori, Luigi Rosa, Andrea Feroci, Marco Reguzzoni e Stefano De Bernardi. Ci sono momenti di tensione durante una conferenza stampa in casa Agesp, proprio per mettere a fuoco quanto e a chi era stata cuore. Lo stesso presidente Ernani Ferrario aveva sposato la causa.

La piscina venne inaugurata nel 2005, durante l’amministrazione guidata da Luigi Rosa.

Avanti privati

Nel 2016, la piscina viene dedicata alla memoria del compianto presidente Inail Marco Sartori. Quel giorno sono presenti il sindaco Gigi Farioli e altri personaggi della politica provinciale e cittadina: arriva anche un messaggio del presidente della Regione Roberto Maroni e c’è Sport Management.

La gestione pubblica tramonta, passa ai privati.

Il Covid porrà di fronte al momento della verità e il caro energia farà il resto. Nel maggio del 2020 il Comune (nel frattempo amministrazione guidata da Emanuele Antonelli) annuncia che è stata «approvata la sospensione, per l’anno in corso, del pagamento della quota capitale dei mutui accesi con l’Istituto per il Credito Sportivo per la riqualificazione di due tra i più importanti impianti della città, la piscina Manara e lo stadio di atletica Borri: questo permette di liberare 463.000 euro che saranno destinati al sostegno dei cittadini danneggiati dall’emergenza Covid».

Facciamo un passo indietro, citando le date messe nero su bianco dal Comune di Busto in una determina del 9 maggio 2022. Lasciamo parlare i documenti.

Qualche tappa dalle carte

1)     con determinazione dirigenziale n. 598 del 10.10.2014 si è provveduto all'affidamento in concessione della gestione del servizio pubblico “Balneazione e Bagni Pubblici” del “Poliplesso Natatorio Manara” alla Sport Management S.p.A. S.S.D. di Verona per la durata di 12 anni;

2)     in data 31.12.2014, con decorrenza 01.01.2015, Agesp ha concesso in locazione a Sport Management la piscina di Via Manara per un canone di locazione pari ad €. 300.000,00 oltre IVA 22% oltre a del secondo 

3)     in data 13.05.2015 è stato stipulata tra il Comune di Busto Arsizio e la società Sport Management Spa Ssd la concessione del servizio pubblico di “balneazione e bagni pubblici” con dal 01.01.2015 al 31.12.2026 (art. 17);

4)     il contratto di concessione di cui sopra prevedeva che la remunerazione per la conduzione della Concessione fosse costituita anche da un corrispettivo dovuto dal Comune pari a € 360.000,00 IVA inclusa all’anno a compensazione degli obblighi di servizio pubblico;

5)     con deliberazione di Consiglio Comunale n. 108 del 28.11.2016 si è approvata l'operazione di riassegnazione del “Poliplesso Natatorio Manara” al Comune di Busto Arsizio da parte della Società Agesp S.p.A. tramite l'assegnazione del bene al socio con contestuale riduzione del patrimonio netto aziendale per la parte del valore dell'immobile iscritta a bilancio eccedente il valore del mutuo ad esso collegato;

6)     in data 28.04.2017 4 Agesp Spa ha retrocesso al Comune di Busto Arsizio il ramo di azienda costituito dal complesso natatorio di Via Manara con decorrenza 01.01.2017 con conseguente subentro del Comune nel contratto di locazione stipulato con Sport Management

7)     con determinazione n. 804/2021, a seguito della richiesta di ammissione della società Sport Management Spa Ssd alla procedura di concordato preventivo con riserva, ex art. 161, comma 6, legge fallimentare, si prendeva atto nel subentro di P.R.I.M.E. SSD SRL, in virtù del contratto d’affitto del ramo di azienda per la durata di 6 mesi decorrenti dal 05 maggio 2021 con possibilità di rinnovo per ulteriori 6 mesi e al conseguente subentro della medesima società nel contratto di locazione in corso con l’Amministrazione Comunale;

8)     a seguito di nuovo ricorso presentato da Sport Management SSD Srl la stessa in data 15 ottobre 2021 ha comunicato di essere stata ammessa dal Tribunale di Verona alla procedura concordataria con continuità aziendale;

9)     nell’ambito di tale procedura il Tribunale ha proceduto alla vendita all’asta del ramo di azienda appartenente a Sport Management SSD Srl, momentaneamente in affitto di azienda a P.R.I.M.E. SSD SRL, nel quale ramo risultava essere compresa la gestione del poliplesso natatorio di Busto Arsizio, di cui ai contratti sopracitati;

10)   nel periodo di efficacia del contratto di affitto del ramo d’azienda con nota prot. 137511 del 28.10.2021 la PRIME SSD rl comunicava al Comune di Busto Arsizio il cambio di denominazione in FORUS ITALIA SSD RL;

11)   con nota prot.com.le n. 161699 del 21.12.2021 la società FORUS ITALIA SSD RL comunicava di aver proceduto in data 10.12.2021 tramite atto notarile all’acquisto del ramo d’azienda di proprietà della “Sport Management SPA Srl SSD – per l’esercizio dell’attività di gestione dei centri pubblici sportivi e natatori tra cui il Poliplesso Natatorio Manara di Busto Arsizio, subentrando quindi definitivamente in tutti i rapporti in essere con il Comune di Busto Arsizio a far data dal 10.12.2021;

Crescono le polemiche

Dunque, la gestione passerà a Forus e riapre la parte esterna (LEGGI QUI). Due anni dopo, la società, nel riconoscere la caratteristica della storicità dell’impianto e cominciando a fare il punto sui problemi all'interno (LEGGI QUI), mette a fuoco: « Abbiamo ereditato una piscina con una sala macchine dove ci sono stati tanti problemi. Abbiamo svolto tantissimi lavori lì, acquistato pompe nuove, ma anche sistemato una perdita nella piscina 50: era una perdita di 100 metri cubi, l'abbiamo ridotta quasi a zero».

I disagi e le polemiche, però, continuano. All’inizio del 2024 il Comune toglie la gestione a Forus. 

Il primo giugno la stessa è affidata ad Aquamore (Acqua 13 SSD RL) e si cita la grande esperienza nella realizzazione e gestione di impianti natatori nel nord Italia. Alla conferenza stampa si presentano l’amministratore delegato Matteo Melzi e il campione mondiale di nuoto Filippo Magnini (LEGGI QUI) e il 22 giugno riapre la piscina esterna. Ma quella interna? Si parla di settembre come data per effettuare la manutenzione straordinaria e ripartire. I tempi però si dilatano in seconda battuta, infine, si disperdono nella nebbia dell’incertezza.

Le società sportive si devono riorganizzare, anche con pesanti sacrifici. La Busto Pallanuoto dopo una stagione con promozione sfiorata dalla squadra maschile, deve spostarsi a Legnano per allenarsi e cercare una cornice per le partite casalinghe. La Busto Nuoto - che ha portato la città al centro della ribalta nazionale negli anni - con il sincronizzato si spinge fino a Monza.

Tutto ciò nell’anno delle Olimpiadi, nella mente fresco ancora il ricordo di Nicolò Martinenghi che viene ad allenarsi qui.

Del resto, se spingiamo indietro la memoria ancora, vediamo i due primati iniziali dell’apneista Umberto Pelizzari, il primo realizzato lì, sotto la scaletta della vasca della Manara nell’88.

Adesso, terminata la stagione estiva, la parte interna non riesce a ripartire. Chiusa, e servono lavori importanti (LEGGI QUI). 

Busto, 83mila abitanti e più - quinta o sesta città della regione a seconda delle annate - non può aprire le porte della sua piscina agli atleti, ai bambini, alle famiglie, alle persone disabili, a tutti coloro per i quali essa rappresenta un’opportunità e un sostegno alla salute.  

È immersa in un sonno senza scadenza comunicata finora quella piscina, nata prima come bagni pubblici per aiutare chi era in difficoltà (aspetto tenuto al centro dell’attenzione con Agesp, pensiamo al meticoloso Arnaldo Baroffio), capace di richiamare i campioni ma anche - dato 2012 - 35mila persone in un mese invernale. Perché il nuoto a Busto era sentito, vissuto come uno sport popolare. 

Un tema, dunque, che dovrebbe interessare tutti: potete seguire anche voi la commissione nella sala del consiglio comunale oppure online QUI.

Marilena Lualdi

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