A Fagnano Olona, nella mattinata di domenica 10 novembre, si sono svolte le celebrazioni per commemorare il 106° anniversario della Vittoria di Vittorio Veneto e la Giornata dell'Unità nazionale e delle Forze armate, che hanno visto l’amministrazione porgere omaggio ai caduti durante una cerimonia a cui hanno presenziato le autorità civili, religiose e militari.
Dopo aver partecipato alla Santa Messa, dunque, la comunità si è riunita in corteo per lasciare un lume alla Cappella dei Caduti che si trova all’interno del cimitero, per poi proseguire sino al monumento ai Caduti dove è stata deposta la tradizionale corona di alloro in memoria del IV Novembre.
«Ormai da più di un secolo, ci rechiamo di fronte a questo monumento, a questa ara dei caduti per rendere onore e omaggio a quegli uomini che hanno combattuto per la patria e per la libertà – ha sottolineato il sindaco Marco Baroffio – e questi monumenti sono presenti in ogni borgo d’Italia, segni tangibili di un legame che è il frutto di una tragedia.
Perché se possiamo dire che esiste il popolo italiano, se è viva la nostra comunità nazionale, lo dobbiamo proprio a quella guerra, che da noi è conosciuta come quella del 15 – 18; in quelle trincee, sulle montagne e nel mare, il nostro popolo si è plasmato e ci siamo trovati uniti per difendere quello che era la nostra nazione, la nostra indipendenza».
Una nazione che, come ha ricordato il primo cittadino, è figlia del sacrificio dei tantissimi uomini e donne che hanno dato la loro vita per permettere all’Italia e agli italiani di vivere liberi e in pace sino ai giorni nostri.
«Quella comunità nata allora sopravvive ancora oggi, anzi si evoluta – ha proseguito Baroffio – sino ad abbracciare un intero continente, definendosi europea; dalle due tragedie del ‘900, i popoli sono usciti distrutti, ma anche vaccinati da quello che è stato il nazionalismo sfrenato, che ha condotto il mondo in più occasioni alla rovina.
Ci siamo rialzati, ripresi, e siamo rinati tanto da aver quasi dimenticato il sacrificio di quegli uomini e di quelle donne, perché occorre non dimenticare, che in quei conflitti anche le donne sono stati partecipi e in molti casi vittime».
Una dimenticanza che, ricorda il sindaco, è testimoniata dall’indifferenza con la quale spesso passiamo a fianco ai monumenti ai Caduti, ignorandoli come se facessero parte di un passato scomodo.
«Ma quei nomi, scolpiti nel marmo, ci guardano e ci interrogano – ha sottolineato Marco Baroffio – ci richiamano alla riflessione, ci invitano a fermarci e ci chiedono di non dimenticarci di loro, perché se oggi siamo comunità lo siamo proprio grazie al loro sacrificio.
Siamo cittadini moderni di uno stato eppure stiamo diventando sempre di più individualisti; crediamo che tutto ci sia dovuto perché ne abbiamo diritto, scordandoci che nella vita, oltre a esserci i diritti, abbiamo anche dei doveri. Pochi anni fa, dicevamo che saremmo diventati migliori, ma oggi mi chiedo se questo sia realmente accaduto.
Io personalmente credo, senza non fare autocritica, che dobbiamo ancora lavorare per migliorare, per tornare a essere una comunità unita, per essere parti vive nella vita del nostro paese, perché se camminiamo insieme il sacrificio di quelle donne e uomini non sarà stato invano».