Dopo l'entusiasmante doppietta ad Austin, Ferrari continua la sua cavalcata con un nuovo trionfo nel cuore del Messico. Il protagonista assoluto del fine settimana è stato Carlos Sainz, autore di una performance magistrale. Il pilota spagnolo ha dimostrato una superiorità indiscussa, liberandosi agilmente di Max Verstappen con un sorpasso straordinario e, in un certo senso sorprendente. Alla terza tornata, Sainz ha approfittato di una temporanea riduzione di potenza dell’olandese (inspiegabilmente in modalità ricarica batteria, dopo soli 2 giri) per sferrare il colpo vincente, dimostrando freddezza e determinazione. La stessa determinazione dimostrata fin dalle dichiarazioni del giovedì: “qui a Mexico City voglio vincere!”. E ha vinto, dominando la gara e le qualifiche del sabato.
La gara ha preso una piega spettacolare sin dalle prime curve, con Verstappen che si è trovato a fare i conti non solo con Sainz, ma anche con un controverso incidente. Max, in un'interpretazione discutibile della difesa della propria posizione, ha esagerato con manovre pericolose nei confronti di Lando Norris. Il risultato? Un salato pegno di 20" di penalità che ha relegato il campione del mondo al sesto posto finale. Questa decisione dei commissari mette in risalto quanto l'olandese abbia forzato i limiti, dimostrando una condotta di gara che non è stata accettata dai rappresentati della Federazione. In particolare con la seconda manovra, definita giustamente da qualcuno “dive bombing”. Non molto comprensibile l’atteggiamento del campione, soprattutto considerato che le sue “tecniche di difesa” erano palesemente sotto la lente di ingrandimento dei commissari di gara dopo gli episodi del Gp di Usa.
Era dal 1990 che Ferrari non trionfava su questo circuito. Un’impresa che rilancia ulteriormente le ambizioni nel campionato Costruttori per la Scuderia di Maranello, ora pronta a dare battaglia per in ottica finale. Charles Leclerc ha completato il podio in terza posizione, dopo aver commesso un errore negli ultimi giri che è costato il secondo posto a favore di Norris. Leclerc ha dato il massimo, ma il suo ritmo non è praticamente mai stato all’altezza di quello del proprio compagno di squadra. Al momento dell’errore, Charles era già in crisi di gomme e di ritmo, e probabilmente avrebbe comunque dovuto cedere la posizione a un Norris che aveva più velocità. Charles ha avuto anche qualche problema di temperatura, freni e power unit, al contrario del compagno di squadra che ha potuto meritatamente correre nell’aria pulita.
E mentre Ferrari celebra, McLaren può godersi un Lando Norris che recupera 10 punti a Max Verstappen, tenendo accese le speranze quando mancano quattro gare e due sprint race al termine.
Mercedes ha regalato una spettacolare battaglia interna tra Hamilton e Russell, risolta a favore del campione britannico dopo un avvincente duello. Dietro di loro, un Max Verstappen in difficoltà, forse complice la tensione accumulata dopo le penalizzazioni subite, che chiude solo al sesto posto.
Un weekend amaro invece per Sergio Perez, il beniamino di casa che ha vissuto una gara da dimenticare per via di problemi alla sua vettura a causa di danni durante il duello con Lawson. Ma Sergio è sempre stato in difficoltà fin dalle prove di venerdì, non un gran modo per soddisfare le migliaia di tifosi accorsi per lui.
Il campionato si sposta in Brasile domenica prossima, e con la crescente competitività della Ferrari, il mondiale costruttori è sempre più alla portata. Le previsioni vedono una possibile supremazia del Cavallino Rampante nella attesa gara di Las Vegas a fine novembre, mentre Interlagos rappresenta un test cruciale per capire le performance effettive delle vetture di Maranello.
Di seguito i risultati del Gp del Messico:
1. Sainz - Ferrari
2. Norris - McLaren - +4.705s
3. Leclerc - Ferrari - +34.387s
4. Hamilton - Mercedes - +44.780s
5. Russell - Mercedes - +48.536s
6. Verstappen - Red Bull - +59.558s
7. Magnussen - Haas - +63.642s
8. Piastri - McLaren - +64.928s
9. Hulkenberg - Haas - 1 Lap
10. Gasly - Alpine - 1 Lap