Altro che "traditore". Tadej Pogacar partendo a 48 chilometri dalla fine, come ormai ci ha abituato, vola a vincere il Giro di Lombardia prendendosi anche l'ultima corona dopo una stagione da "cannibale".
Irresistibile e travolgente la sua azione, accolta tra due ali di folla impazzita (sul San Fermo Tadej consegna dolcemente una borraccia a un bimbo a bordo strada, facendola scivolare sull’asfalto): resistono - si fa per dire - Remco Evenepoel giunto secondo a 3'15'' e l'ottimo Giulio Ciccone a 4'31'' che ha conquistato la terza posizione.
Più che traditore (se in questo modo sono stati definiti da qualcuno i corridori fermi sul traguardo di via Sacco, come è stato fatto, è una gigantesca ipocrisia non allargare il termine al capo supremo del gruppo, cioè lo sloveno), siamo di fronte a un imperatore. A cui migliaia di persone si inchinano plaudenti, volenti o dolenti. Noi compresi.