Storie - 05 ottobre 2024, 11:13

«All'inizio l'amministrazione era corretta. Poi, la situazione è precipitata»: la storia di un condomino e del suo (assente) amministratore di condominio

L’amara vicenda di un condomino di Lissago, involontario punto di riferimento per la gestione non solo di alcune incombenze condominiali, quanto dell’amministratore stesso, poco attento alle proprie responsabilità. Una situazione difficile, aggravata dall'assenza dell'Associazione nazionale cui l'amministratore è associato

«All'inizio l'amministrazione era corretta. Poi, la situazione è precipitata»: la storia di un condomino e del suo (assente) amministratore di condominio

Quando un condomino ha un problema con un altro condomino, si rivolge all’amministratore di condominio. Quando ha un problema con l’amministratore di condominio, si rivolge all’associazione territoriale di riferimento. E quando ha un problema anche con l’associazione?

Questo è quanto accaduto al "signor Gino" (nome di fantasia), proprietario di un appartamento in un condominio a Lissago che ha risentito di una poco oculata gestione da parte dell’amministratore.

«All’inizio, la gestione era corretta, non vi erano difficoltà. Poi, nell’estate 2023 non ha convocato alcuna riunione per presentare il rendiconto consuntivo, attività da svolgere solitamente entro 180 giorni dalla chiusura dell’esercizio fiscale».

Dopo diversi solleciti, verso marzo 2024 «sono stato indirizzato verso una nota Associazione nazionale di amministratori di condominio con sede principale a Brescia ma attiva sul nostro territorio, di cui il nostro amministratore è associato. Ho spiegato la situazione e, insieme al funzionario, ho richiamato l’amministratore, il quale ha fissato l’assemblea a maggio, poi slittata a giugno».

La partecipazione da parte dell’Associazione, tuttavia, qui si è interrotta, nessuno si è più preoccupato di dare un supporto concreto e continuativo per accertarsi che la riunione si fosse effettivamente svolta e le difficoltà fossero state in qualche modo risolto.

Come se non bastasse, «ad agosto 2024 abbiamo tutti ricevuto una rata molto elevata per chiudere l’esercizio, stiamo parlando di cifre intorno ai 2.500 euro da saldare in un paio di mesi. Sono stato l’unico, nel mio condominio, a interessarsi e a fare pressione, l’amministratore si è approfittato della situazione e anche da parte dell’Associazione non abbiamo ricevuto il supporto che cercavamo. Anche il fatto che il precedente presidente dell’Associazione fosse un ex socio del nostro amministratore, e poi abbiano sciolto la società, mi lascia qualche perplessità».

Queste sono le riflessioni, piene di amarezza e disagio, del “signor Gino”, suo malgrado obbligato a occuparsi di questioni pratiche – e fuori dalle sue competenze – come trovare una ditta per rifare il tetto, il costruttore si è rivolto a me perché non trovava l’amministratore per telefono o via email. Ora, la situazione è in mano a un avvocato cui si è rivolto il costruttore dopo che l’amministratore non ha pagato il servizio, «pari a circa 2.600 euro da suddividere tra tutti i condòmini. Ho parlato con questo avvocato, è andato in tribunale, ma non ha trovato querele o debiti a carico dell’amministratore, quindi perché non ha pagato il fornitore?».

La vicenda del condominio del signor Gino è ancora aperta, ma ha voluto condividere la sua esperienza per tutti quei condòmini che, come lui, hanno o hanno avuto difficoltà a comunicare con il proprio amministratore, attività che dovrebbe essere agevole, trasparente e puntuale, e a cui anche un’Associazione che dovrebbe aiutarli ha invece voltato le spalle.

Giulia Nicora

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