Calcio - 02 ottobre 2024, 18:46

«La colpa di questo pari è mia. Non basta avere lo stemma del Varese sulla maglia per essere il Varese»

L'allenatore Roberto Floris dopo il deludente pareggio (2-2) sul campo dell'Oltrepò ultimo in classifica, che conquista meritatamente il primo punto in campionato con una squadra in cui il più vecchio aveva 22 anni: «Tutti qui, e quando dico tutti parlo di tutti, devono aver voglia di lottare. Perché io sono un lottatore»

Il volto di Floris dopo la partita di Broni dice tutto

Il volto di Floris dopo la partita di Broni dice tutto

Poche parole in cui c'è tutto il Varese, anche nella giornata più deludente, dopo un pareggio strappato meritatamente dall'ultima in classifica (primo punto del campionato per l'Oltrepò) più affamata e preparata dei biancorossi, che invece sono scesi in campo quasi in ciabatte, pensando di vincere facilmente.

Le parole sono quelle di mister Roberto Floris, che non hanno bisogno di alcun commento. Se non che siamo con lui. Proprio oggi. Perché in quello che ha detto c'è, ancora una volta, l'essenza delle cose e di uno spirito che è mancato. E se lo coglie l'allenatore ultimo arrivato, non si capisce come non possano farlo i giocatori, nuovi e vecchi.

«La colpa di questo pareggio è totalmente mia - dice Floris dopo il 2-2 sul campo di Broni (leggi QUI e QUI i voti) -  Tutti, e quando dico tutti parlo veramente di tutti, dobbiamo alzare l'asticella. Da domani dobbiamo dare una svolta alla stagione: se siamo leziosi e non abbiamo voglia di lottare, non va bene. Perché io sono un lottatore. Se vogliamo fare qualcosa di importante, dobbiamo lottare e non sottovalutare nessuno. Chi non capisce di calcio, dice che questo campionato è facile. Se pensiamo di andare in giro a vincere solo perché abbiamo lo scudetto del Varese sulla maglia, non abbiamo capito nulla. Non dobbiamo snobbare niente e nessuno perché chi gioca contro di noi, gioca alla morte. Dicendo questo aggiungo che il responsabile di questo pareggio, oggi, sono proprio io».

Floris non lo sa, né è una scusante quella che stiamo per scrivere, ma da sempre il Varese è inciampato contro le ultime o le penultime, anche negli anni più belli: non sapremmo spiegare perché, forse è il succo di un ambiente che deve sempre avere un nemico, o perfino giocare contro tutto il resto del mondo, per dare il meglio. 

Forse è vero che i campionati si perdono in giornate come queste. Ma, almeno al Varese - da Crotone a Frosinone il primo anno di B a San Giusto Canavese in D (con Ebagua avversario, poi acquistato da Sogliano proprio dopo che segnò e battè i biancorossi) - si sono anche vinti dopo essere usciti dal campo dell'ultima in classifica, oggi prima per spirito, con la faccia della morte. "Morte" che deve provocare rabbia e reazione, non clima da funerali anticipati.


A.C.


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