Busto Arsizio - 14 agosto 2024, 08:29

Il bisogno che non va in vacanza: un pasto, un sorriso e nella piazza della stazione risuona «Buon Ferragosto»

Anche ieri l'Unità di Strada della Croce Rossa era a portare cibo e abiti a una cinquantina di persone senza una dimora. Così in una Busto semideserta si è vissuta una serata carica di umanità

Il bisogno che non va in vacanza: un pasto, un sorriso e nella piazza della stazione risuona «Buon Ferragosto»

È una sera che fa percepire l'avvicinarsi di Ferragosto, anche qui di fronte alla stazione centrale di Busto Arsizio. Poche le persone che arrivano e vanno, trascinando una valigia. Ma come se risuonasse un richiamo nell'aria martedì, ad un tratto inizia un movimento pronto a infittirsi alla vista di un mezzo della Croce Rossa di Busto Arsizio.

Una cinquantina di persone si presenteranno alla fine per un pasto, una maglietta, un paio di calze e l'ugualmente preziosa occasione di un ascolto, uno scambio di frasi con i volontari, gli amici dell'Unità di strada della Cri. 

È un rito che si ripete in giorni stabiliti della settimana e non si interrompe certo alla vigilia di Ferragosto: il bisogno, talvolta la solitudine, non vanno purtroppo in vacanza. E c'è chi è pronto a dare una risposta, sempre. 

Accanto al dormitorio intitolato a Franco Mazzucchelli e allo spazio docce, le donne e gli uomini della Croce Rossa preparano e sistemano rapidamente i tavoli grazie anche alla Caritas del Buon Gesù. Chi si ferma, può mangiare un piatto di pasta, un frutto, un dolcetto e condividere qualche momento insieme. Non è sempre facile, stare insieme. Quando si è in difficoltà, anche una battuta o un gesto possono rapidamente ferire, ma poi ecco che poco dopo sempre una battuta e un gesto inducono a sciogliere un momento di incomprensione in un abbraccio.

Tanti, non vogliono o non possono fermarsi. Per loro c'è un sacchetto con un panino. Anche chi arriva all'ultimo, con i suoi pochi averi radunati in uno zaino o sistemati sulla bicicletta. Un uomo sorride e la sua domanda suona quasi casuale: «C'è qualcosa ancora per me?».

«Certo, te l'abbiamo tenuto apposta».

Si accentua il sorriso di chi ha bisogno di sentirsi dire questo, oltre che di mangiare.

E poi le richieste, sussurrate, a volte inespresse, da intuire. Chi ha bisogno di una maglietta e spera di vedere la sua taglia. Ad un uomo la Croce Rossa chiede se abbia bisogno di un paio di calze. «Le ho prese l'altra volta» assicura lui. Ma conoscere e prendersi cura significa anche capire se sia vero, o se non si tratti piuttosto di ritrosia, di pudore.

Ci sono diverse donne questa sera, più di altre volte. Sono loro a guidare un piccolo, composto ritrovo che per una manciata di minuti rianima la piazza, nel giardinetto. Il gruppo mangia ciò che è rimasto, conversa, ringrazia gli amici della Croce Rossa. Uno di loro esclama: «Ci vorrebbe un po' di musica». E poi «Buon Ferragosto!».

Sì, è come se fosse già Ferragosto, qui dalla stazione, dove ieri una cinquantina di persone non sono partite per le ferie, ma hanno potuto mangiare e ricevere attenzione. Non interessa la gelida divisione di chi viene da lontano e di chi invece è nato e cresciuto qui: ci sono entrambi, come pure si è tutti ugualmente forestieri, qui vicino al monumento che ricorda il nostro Enrico Dell'Acqua andare a esportare i prodotti di Busto nel mondo.  Eppure come per magia si è anche tutti ugualmente a casa, anche se non se ne possiede una. E si fa fatica a lasciarsi, a sciogliersi da questo abbraccio invisibile. 

Marilena Lualdi

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