FlaviOlimpico - 04 agosto 2024, 18:55

FLAVIOLIMPICO - Teniamoceli stretti, quei "bravi ragazzi" italiani

IL DIARIO DI FLAVIO VANETTI DA PARIGI - I nostri atleti sono diventati troppo poco combattivi? Mica vero: semplicemente siamo di fronte a una nuova generazione che invece di protestare e avere atteggiamenti sconvenienti («Noi italiani ci facciamo sempre riconoscere...») sa accettare il risultato del "campo" e capisce il valore dello sport

Benedetta Pilato, che ci ha insegnato a essere felici per un quarto posto

Benedetta Pilato, che ci ha insegnato a essere felici per un quarto posto

I Giochi Olimpici di Parigi entrano nell'ultima settimana di gare e il sabato e la domenica che la precedono sono di solito consegnati a una sorta di bilancio di metà cammino, detto che nella prima settimana - quella nella quale c’è la cerimonia inaugurale - ci sono solo delle manifestazioni come le partite di calcio preliminari e comunque degli eventi che non sono ancora determinanti per il calendario, a parte appunto il sabato successivo alla cerimonia che è quello nella quale sostanzialmente l’Olimpiade comincia.

Arrivati a questo punto si può anche dire che il bilancio dell’Italia è tutto sommato soddisfacente ed in linea con quelle che erano le aspettative della vigilia. Dal fioretto maschile, in attesa di conoscere la colorazione della sua medaglia, è arrivato il ventesimo podio della spedizione (seguito dal fantastico oro nel tennis di Paolini ed Errani e dall'argento di Paltrinieri nel nuoto) e poi in serata ci sarà la curiosità di vedere se Marcel Jacobs riuscirà a ripetere l'impresa di Tokyo. 

Però nel bilancio azzurro c'è anche da fare una considerazione di ordine numerico: fin qui sono stati ben 14 i quarti posti e questo può essere a volte un caso, a volte una sfortuna ma anche l'inizio di un problema di fondo, ovvero l’incapacità di chiudere al meglio un assalto, una gara, un qualcosa che possa trasformare quella che tradizionalmente è chiamata la medaglia di legno in una medaglia più importante.

Il dato dei quarti posti rappresenta il primato assoluto tra le varie nazioni, così ci dicono gli statistici, ma non è una cosa in assoluto nuova per gli azzurri perché già ai Giochi Olimpici invernali di Sochi 2014 avevamo avuto una massa di quarti posti veramente impressionante. 

C’è poi un altro ordine di considerazioni, fatte anche da illustri colleghi, sulla presunta non adeguata combattività di alcuni nostri atleti o comunque su certi atteggiamenti da “troppo bravi ragazzi”… Ecco io su questo appunto mi sento di dissentire, anche perché fatto principalmente alla scherma che è lo sport che normalmente nella prima settimana seguo e nel quale sono ormai coinvolto da 32 anni.

Certe frasi - tipo quella di Filippo Bianchi dopo aver perso la medaglia d’oro, che forse gli è stata rubata - sono state all'insegna del buonismo, ma questo non vuol dire che lui non sia un tipo combattivo, uno che non ci mette l’anima, uno che non sia anche un po’, non dico mascalzone, ma comunque un guerriero adatto a questo tipo di competizione. Mi sembra un esercizio un po' stupido quello di voler dare una patente a tutti i costi ai nostri atleti e sottolineo invece come questa mentalità, questo accettare il verdetto, questo saper anche dare merito all'avversario e sapere soprattutto accontentarsi di quello che si porta a casa sia una novità da poco.

E ce l'ha spiegato molto bene anche la nuotatrice Pilato, che non si è detta delusa di un quarto posto ma lo ha definito un buon risultato e comunque un piazzamento del quale fare tesoro.

Siamo di fronte a un salto di qualità. Noi italiani siamo sempre stati tacciati di essere quelli che si lamentano, che protestano, che hanno sempre qualcosa da dire: ora invece stiamo sfornando una generazione di nuovi atleti che dimostrano di avere capito il valore dello sport e soprattutto che sono in grado di assumere degli atteggiamenti che a mio avviso non andrebbero stroncati ma piuttosto esaltati.

Perché se poi torniamo al discorso di avere dei campioni bizzosi che se la prendono con l'arbitro, che sono piuttosto irascibili e hanno bisogno di atteggiamenti sconvenienti, finiremmo inevitabilmente per dire che l'Italia come al solito si fa riconoscere… Quindi mettiamoci d'accordo una volta per tutte: questa nuova mentalità è un salto di qualità e dobbiamo tenercelo a mio avviso molto stretto.

Flavio Vanetti

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