FlaviOlimpico - 25 luglio 2024, 17:48

FLAVIOLIMPICO - Benvenuti alle Olimpiadi del QR Code. Sinner, la telenovela è solo all'inizio

IL DIARIO DI FLAVIO VANETTI DA PARIGI - L'impatto con Parigi è stato abbastanza arruffato e si fa sentire la cocciutaggine dei francesi. Caso Jannick: il certificato medico parla chiaro, ma quanto conta la nuova fidanzata Kalinskaya nel momento opaco del nostro numero uno?

Jannik Sinner salta i Giochi di Parigi: le polemiche non mancano

Jannik Sinner salta i Giochi di Parigi: le polemiche non mancano

Da oggi VareseNoi vi racconta i XXXIII Giochi Olimpici e l’atmosfera parigina che li avvolge grazie alle chicche e alle punzecchiature della penna varesina Flavio Vanetti, giornalista del Corriere della Sera ,decano delle Olimpiadi con ben 15 edizioni vissute da inviato.

Buoni Giochi a tutti con il nostro FlaviOlimpico.

 

Questi di Parigi 2024 saranno i quindicesimi giochi olimpici che seguirò dal vivo. Avrebbero dovuto essere i sedicesimi, ma di mezzo c’è stata Pechino 2022, le Olimpiadi Invernali: impossibile recarsi sul posto con quelle pesanti limitazioni che impedivano di fare qualsiasi cosa...

In realtà nel novero avrebbero dovuto rientrare anche quelli seguiti “da schiavo” in redazione alla Gazzetta dello Sport, ovvero Los Angeles 1984 e Seul 1998, le sole alla Rosea. Pur avendo infatti iniziato in un giornale sportivo di quel calibro, e pur avendo dopo un certo numero di anni superato la fase dell’apprendistato, non mi è mai stato possibile arrivare a raccontare una Olimpiade dal vivo per quel quotidiano. Avrei dovuto debuttare nel 1988, a Seul, ma un problema di salute della moglie portò un collega dell’atletica alla forzata rinuncia, e la direzione decise di mandare uno deputato al “track and field” al posto mio.

Poco male, al Corriere mi sono rifatto. Ed è anche alla luce di questa lunga liaison con la manifestazione che una cosa mi ha colpito ieri mattina, atterrando al Charles De Gaulle e andando a far validare l’accredito dopo il ritiro dei bagagli: per la prima volta figuro come freelance, perché, essendo in pensione, il Corriere - giustamente o non giustamente - mi considera  il “+1” della situazione, sebbene lavorerò comunque per le sue pagine. È una sensazione nuova che mi appresto a vivere.

L’impatto con Parigi è stato abbastanza arruffato. Il centro stampa principale, l’MPC (Main Press Center) è a Porte Maillot ed è decisamente insufficiente nonostante gli spazi enormi che lo caratterizzano: gli organizzatori sono riusciti nell’impresa di fare un centro stampa povero di posti e immagino già le corse all’alba che dovremo fare per trovare una collocazione alla nostra squadra “corrierista”. Sono finiti i tempi in cui avevamo il nostro ufficio privato, con i grandi vantaggi del caso.

La cocciutaggine dei francesi già si percepisce abbastanza chiaramente. In primis ti impongono di usare i mezzi pubblici, cosa sicuramente importante e interessante in una città che non manca di infrastrutture adeguate alla circostanza, ma che in un evento particolare come i Giochi Olimpici non è sicuramente il massimo, anche perché non è ancora sicuro che ci siano le navette da e per i luoghi di gara.

E poi… aria condizionata ridotta al minimo: in quasi nessuno degli hotel forniti dall’organizzazione c’è la possibilità di goderne e mi auguro non faccia il caldo infernale che ho appena lasciato in Italia. Infine ecco tutto il “trip” della sicurezza, tra cui il famoso qr code, che sembra diventato il super passaporto per entrare dappertutto e fare qualsiasi cosa.

Non è una bellissima novità e l’era di questo sistema rischia solo di essere all’inizio.

Intanto Jannik Sinner rinuncia per la seconda volta alla partecipazione ai Giochi Olimpici: era già successo a Tokyo, tre anni, fa quando il tennista futuro numero uno al mondo giustificò il forfait con la necessità di crescere dal punto di vista tecnico e di migliorare le sue qualità. Cambiò anche il suo staff per questo. La decisione non fu salutata decisamente di buon grado, anzi, ci furono dichiarazioni anche piuttosto pesanti da parte dei vertici del Coni che ritengono assolutamente ingiustificato il fatto che un atleta qualificato rinunci a una manifestazione come le Olimpiadi.

Adesso ci risiamo e la notizia giunta proprio in avvicinamento al via dei Giochi ha scosso le acque sul fronte italiano. Sinner era uno dei punti di forza della nostra spedizione, anche se a dire il vero i pronostici degli esperti lo vedevano più come medaglia di bronzo che medaglia d’oro. Il cancan mediatico aveva però alimentato intorno a lui un’aurea quasi di invincibilità o comunque lo metteva nelle condizioni di essere uno dei favoriti del torneo tennistico.

La rinuncia questa volta è giustificata da una malattia non ben precisata e infatti sono già iniziate le speculazioni: c’è chi ha ipotizzato potrebbe trattarsi di mononucleosi, come successo a Paltrinieri prima di Tokyo. Sinner ha avuto dei sintomi influenzali nei giorni scorsi ed era sotto terapia, poi il medico - valutato lo stato delle sue tonsille - gli ha consigliato di rinunciare all’esperienza a cinque cerchi.

Non mancano anche le riflessioni sul fatto che Sinner sia cambiato da quando ha iniziato una relazione con la collega russa Anna Kalinskaya, anche lei assente a Parigi, per inciso. La ragazza sembra essere indicata come la causa di un regresso dei risultati e delle prestazioni di Jannik, che dai giorni dell’Australian Open ha vinto sì il torneo di Halle, ma non è più forse così smagliante come quello d’inizio anno, sebbene abbia dovuto cimentarsi su superfici a lui non gradite.

Quasi inevitabile che il gossip impasti la vicenda: c’entra davvero la Kalinskaya su questo momento non dico opaco, ma nemmeno brillante, del nostro tennista di riferimento? Il dibattito è aperto, le critiche non sono mancate ma stavolta ci sono un certificato e un medico che hanno detto che Jannik non è in grado di partecipare Vedremo cosa accadrà ma credo che siamo solo all’inizio di una lunga telenovela.

Flavio Vanetti

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