Eventi - 25 luglio 2024, 10:52

"Mutazioni", sabato 3 agosto a Germignaga l'inaugurazione della mostra di Elena Danelli e Gaetano Blaiotta

I fondatori dell'associazione culturale e casa editrice di libri d'artista GaEle esporranno le loro opere, fino all'11 agosto, alla Colonia Elioterapica sulle rive del lago Maggiore: il taglio del nastro avrà luogo alle ore 18

"Mutazioni", sabato 3 agosto a Germignaga l'inaugurazione della mostra di Elena Danelli e Gaetano Blaiotta

«L’acqua che tocchi de’ fiumi è l’ultima di quella che andò e la prima di quella che viene. Così il tempo presente», sosteneva Leonardo, che insegnava come tutto sia mutante e non ci sia concesso di cogliere qualcosa che permane, ma la ragione umana può far sì che a ogni fine corrisponda un inizio, una rivoluzione a volte virtuosa altre, e purtroppo troppo spesso, nefasta. Elena Danelli e Gaetano Blaiotta riflettono sul significato dell’impermanenza, ma lo fanno da artisti, da precursori e visionari, mutando a loro volta pelle a seconda degli stimoli della ragione e del cuore, consci che il nostro sia un tempo in cui i cambiamenti sono vorticosi e rapidissimi.

E “Mutazioni” si intitola la mostra che i fondatori di GaEle, associazione culturale e casa editrice di libri d’artista manufatti, apriranno sabato 3 agosto alle ore 18 alla Colonia Elioterapica di Germignaga (fino all’11 agosto, per orari e informazioni: tel. 333 6644334) esponendo alcuni lavori creati appositamente per questo spazio e dedicati all’analisi profonda di ciò che l’impulso vitale può modificare e, nei casi più dolorosi, contribuire a smembrare la nostra identità di umani, allontanandoci dalla saggezza e da una visione simpatetica del mondo.

«Un corteo di immagini che stanno di fronte come un’altalena, mentre l’arte prende posizione con l’aria dello stupore e lo fa con le armi delle mani e della poesia. “Mutazioni”, ovvero le mute azioni del pensiero che diventano plastiche forme di materia, sorprese, sfumature vibranti e sottili che si fondono nell’aura magica dell’indicibile arte creativa», scrive il poeta Dino Azzalin nel commento critico all’interno del catalogo manufatto e pubblicato dalla stessa GaEle.

Ecco allora il drammatico “Polittico Contemporaneo” di Elena Danelli, frutto di una riflessione casuale, dovuta alla notizia della ricostruzione, dopo 555 anni dalla sua creazione, del Polittico Agostiniano di Piero della Francesca al Museo Poldi Pezzoli di Milano. Se l’uomo è stato in grado di creare sublimi capolavori, si è chiesta l’artista, perché oggi «non incanta più» e dissemina il pianeta di rifiuti, vandalizzando anche le opere d’arte, cancellando le tracce del passato, inquinando mari, cielo e terra e uccidendo gli animali? La conclusione è che l’uomo contemporaneo distrugge invece di creare, sottraendosi sì al nulla, ma annullando nel contempo ciò che la ragione e la cultura di secoli gli aveva suggerito.

Perciò spetta all’artista segnalare il degrado culturale e morale, poiché, come sottolinea Danelli, «il mutamento che ora l’esistenza sta subendo, ci porterà lontani dalla Pace, da una coesistenza armonica in cui si capisca finalmente che tutto ciò di cui facciamo parte, noi compresi, è un miracolo armonioso che aspetta solo di essere ascoltato al fine di vibrare come un diapason perfetto».

È un’“action painting” del pensiero quella che muove Gaetano Blaiotta, da sempre attento a fiutare i pericoli che attentano all’armonia e alla bellezza e a rappresentarne l’orrore, il sovvertimento dei sensi, la cupezza della modernità, con i rischi paventati dall’intelligenza artificiale, dall’individualismo esasperato, dalla fuga dai valori profondi, fondamento della nostra pace. Le sue figure mutanti, il segno forte e vibrante, l’accensione dei rossi e degli ori, se da un lato indicano il disfacimento di un’utopia, dall’altro auspicano la speranza di una ricostruzione, di un ravvedimento in limine. Così il segno muta quasi in un verso poetico, perché la poesia, oltre a unire i due artisti, rompe le barriere dello spazio e del tempo, e penetra nel profondo smuovendo le coscienze. E rendendoci capaci di sottrarci al nulla e trattenere il fiume che scorre, trasformando la fine nell’inizio, e strappando dal passato ogni istante della vita per proiettarlo nel futuro, senza dimenticare il miracolo dell’origine.

 

 

Mario Chiodetti

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