Canottaggio - 23 luglio 2024, 08:12

La voce del canottaggio e della Federica d'oro cerca il bis: «Nessuno come Varese nel remo. A Parigi occhio al vento»

Sarà ancora una volta il nostro Luca Broggini a raccontare sui canali Discovery gli eventi remieri della XXXIII Olimpiade. Tre anni fa la sua commozione fu la "colonna sonora" dell'indimenticabile successo della Cesarini: «Ripetersi? Ci sono anche più possibilità rispetto a Tokyo, vista la presenza degli otto». E ancora: «Più della metà dei partecipanti a questi Giochi nel canottaggio si è allenata sul nostro lago: è un dato che dà la misura di cosa rappresenti ormai la nostra terra per questo sport a livello internazionale»

La voce del canottaggio e della Federica d'oro cerca il bis: «Nessuno come Varese nel remo. A Parigi occhio al vento»

«Vincere un oro… è un sogno che diventa realtà…». Pausa. «Vederlo vincere da due ragazze che hai visto crescere… è un sogno incredibile». Sogno e incredibile si inceppano dentro, si increspano nell’emozione, escono bagnati di lacrime che non si vedono ma si sentono. Silenzio.

Sono passati quasi tre anni, sono volati in realtà. Era il tempo delle mascherine, dell’incertezza, dell'esistenza monca, del mondo diviso, di un tempo che non si ricorda volentieri. In mezzo al buio della notte, un faro: la varesina Federica Cesarini (insieme a Valentina Rodini) è oro nel doppio pesi leggeri alle Olimpiadi di Tokyo. 

È la prima medaglia del canottaggio femminile nella storia dei Giochi. Ed è nostra: all’alba di quel 29 luglio c’è una provincia intera che si abbraccia sintonizzata su Discovery.

Come capita a tutti i film indimenticabili, quel momento unico e chissà se irripetibile ha avuto una colonna sonora che lo è stata altrettanto, una telecronaca palpitante sgorgata in una commozione genuina al momento degli inni nazionali. No, non fu retorica: la voce del canottaggio di casa nostra che commenta il trionfo di una ragazza di casa nostra… Non poteva che finire così, non poteva che suonare direttamente all’anima quella musica.

Dal Giappone alla Francia, il canottaggio italiano (non solo varesino) sui canali di Discovery ritroverà la voce a cinque cerchi di Luca Broggini. Una sola differenza stavolta: niente levatacce.

Broggini uguale remo, anche a Parigi...

«Sì, ho fatto una scelta di cuore: essendo alla terza Olimpiade (in mezzo anche quella invernale di Pechino 2022 ndr) avrei potuto scegliere anche altre discipline, ma ho deciso di rimanere legato al mio mondo».

È in partenza per la Ville Lumière?

«No, sono in partenza per un altro villaggio olimpico, quello di… Milano. Discovery è stata rilevata dalla Warner Bros, che manderà il segnale in tutto il globo e ha deciso di trasmettere per la prima volta i Giochi Olimpici minuto per minuto. Sarà una “figata”: il canottaggio, come tutte le discipline, avrà un canale dedicato, sul quale io commenterò tutte - davvero tutte - le gare, dalle batterie alle finalissime, comprese le finali per i piazzamenti minori. E poi repliche, highlights, approfondimenti: penso che farò almeno 35-40 ore di diretta. Per questi motivi nella sede italiana del broadcaster è stato allestito un vero e proprio villaggio olimpico: noi telecronisti e i rispettivi “talent” spalla saremo tutti lì…»

A proposito: con lei ci sarà anche quest’anno l'ex campione Gaetano Galtarossa. Si ricompone la coppia magica di Tokyo…

«… Ovvero l’italiano più “medagliato” nella storia del canottaggio italiano. Per me lavorare con lui è un sogno che si realizza: quando da ragazzino ho iniziato a praticare questo sport, lo vedevo in tv (erano i tempi dei Giochi di Sidney 2000) vincere le medaglie ed era per me un idolo assoluto.. La nostra è stata una coppia nata per caso, ma nel giro di poco abbiamo trovato un’alchimia perfetta. Con i suoi input tecnici Gaetano è essenziale per me per cambiare ritmo durante le telecronache. La finale della Cesarini lo ha dimostrato: mi fece capire che una gara in cui probabilmente saremmo andati a medaglia si stava per trasformare in un oro clamoroso. Quella diretta è stata un capolavoro della spontaneità».

Luca, quante probabilità ci saranno di rivivere una gioia tricolore di questo calibro una seconda volta?

«Secondo me l’Italia ha anche più chance rispetto a Tokyo, per un puro calcolo numerico: in Francia ci saranno sia l’8 maschile che quello femminile, abbiamo quindi più barche e più atleti. Anzi: il canottaggio sarà lo sport con più connazionali in gara dopo l’atletica».

E Varese c’entra tantissimo con questo primato: Linda De Filippis, Alice Codato, Giovanni Codato, Nicolò Carucci, Nicholas Khol e Davide Verità più Gabriele Soares. Sette canottieri nostrani presenti, cinque della stessa società, Gavirate.

«È qualcosa di straordinario il fatto che Gavirate sia così rappresentata: non c’è società civile ad avere lo stesso numero di atleti presenti, e non c’è altra provincia che ne schieri quanti ne schiera Varese. Rimarcato questo, io spero che vadano tutti a medaglia, ma bisogna dire che già il fatto di partecipare all’evento olimpico è un successo oggi come oggi, visti gli assetti internazionali».

Andiamo più in profondità, scopriamo le barche varesine e le speranze di medaglia italiane…

«De Filippis e Codato saranno sull’otto femminile, che per la prima volta nella storia parteciperà a un’Olimpiade. Giovanni Codato, fratello di Alice, sarà la metà del due senza, Carucci farà parte del due di coppia, Davide Verità sarà uno degli otto dell’ammiraglia maschile e Kohl uno del quattro senza, mentre Gabriele Soares - che ha iniziato a remare a Bellagio, ma è diventato “varesino” d’adozione visto che si allena da tempo a Gavirate e abita a Besozzo - salirà sul doppio pesi leggeri insieme a Stefano Oppo, bronzo agli ultimi Giochi. Speranze? Su quest'ultima barca c’è grande aspettativa, così come c’è sul quattro di coppia maschile, che ha vinto l’Europeo…».

E se, a sorpresa, dovesse arrivare un nuovo successo per la nostra città dopo quello della Cesarini, sentiremo ancora una volta tutta la sua emozione?

«Federica l’ho vista crescere, è stato speciale. L'emozione sarà grande ogni volta che scenderà in acqua un italiano: negli anni sono diventato un professionista di questo lavoro e cercherò di non fare differenze. Rivincere sarà difficile, ma sono certo che ci divertiremo tanto».

Campo gara: si gareggerà al Vaires-sur-Marne Nautical Stadium…

«È un bacino vero, non artificiale come a Tokyo, a quaranta chilometri da Parigi. Si tratta di un luogo molto esposto al vento e sarà quella la vera incognita, perché il vento è nemico dei canottieri: per questo tutti voglio venire a gareggiare a Varese dove il lago e piatto. Quando invece l'aria soffia la barca si può riempire di acqua e tu diventi instabile, ti sbilanci… In queste condizioni non per forza vinceranno i più forti».

Infine non si può non parlare del suo cuore diviso a metà: da una parte ovviamente l’Italia, dall’altra l’Australia, visto il suo lavoro di amministratore all’Australian Institute of Sports - Europea Training Center di Gavirate…

«Sì, per me sarà un’Olimpiade davvero particolare e sono sicuro che anche gli australiani andranno benissimo: hanno eccellenze in ogni disciplina e arrivano con sette atleti campioni olimpici in carica. Pensando a loro però mi viene in mente anche un altro record che riguarda Varese…».

Quale?

«Più della metà degli atleti partecipanti alle Olimpiadi nel canottaggio si sono allenati sul lago di Varese. Se ci si pensa è un dato incredibile, e dà davvero la misura di cosa rappresenti ormai la nostra terra per questo sport a livello internazionale».

Fabio Gandini e Andrea Confalonieri

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