Basket - 08 luglio 2024, 18:22

Le ali prese, il centro quasi in firma, la guardia in arrivo e un punto fermo: Mannion oggi è Varese

Il mercato biancorosso si chiuderà nell'arco di pochi giorni? Dopo il colpo Alviti, la società vorrebbe firmare il salterino Akobundu-Ehiogu, ma non lo attenderà oltre domani. La guardia titolare, invece, potrebbe essere realtà prima ancora dell'inizio della Summer League di Las Vegas. Ma la questione più importante riguarda il Red Mamba, che a oggi solo una NBA vera e propria porterebbe lontano da Masnago: Pallacanestro Varese, infatti, sarebbe pronta a dire di no alle offerte di altre squadre. E ancora: il futuro di Brown, quello di Virginio e Bottelli e il piano B

Nico Mannion in azione (Foto di Fabio Averna)

Nico Mannion in azione (Foto di Fabio Averna)

Parco ali completato, centro quasi in firma (salvo che non tiri troppo la corda), guardia probabilmente in arrivo prima ancora della Summer League: e se Varese chiudesse la quadra del proprio roster prossimo venturo già alla seconda settimana di luglio?

L’evenienza è tutt’altro che vaga. E no, non ci siamo dimenticati del playmaker: il fatto è che oggi Nico Mannion è molto ma molto più vicino a Varese che l’esatto contrario.

NBA? Sì, ma quella vera

Per fare il punto sul mercato biancorosso si deve necessariamente partire dalla situazione che più tiene con il fiato sospeso i supporter prealpini. Scaduta nove giorni fa, e non esercitata, la clausola d’uscita verso squadre europee, il Red Mamba al momento rientra a pieno titolo tra gli effettivi del roster che verrà guidato da coach Herman Mandole. Il 30 giugno 2024 è stato uno spartiacque vero nella liason tra il campione in erba e il club che il prossimo anno compirà 80 anni, e non solo perché ora chi dovesse ambire ai suo servigi dovrà trattare direttamente con Pallacanestro Varese e non semplicemente pagare i 200 mila dollari di buonuscita scritti sul contratto: nessuno lo scrive, ma appare abbastanza chiaro (e confermato da alcune fonti) che da qui in poi la società non sarà più disposta a sedersi al tavolo con chicchessia, consapevole dell’importanza del giocatore per i destini prossimi e venturi della squadra e, ancor di più, dell’enorme problema di incastri che la partenza di Mannion creerebbe a questo punto dell’estate.

Italiani che possano sostituire il talento che l’anno scorso cambiò un’intera stagione a Masnago non ce ne sono più. Così come non sono più disponibili (per questo Alviti è un colpo: ma ci arriveremo…) atleti di formazione che possano valere il quintetto o le prime rotazioni dalla panchina. Varese lo sa. E lo avrebbe fatto capire a chiare lettere anche al procuratore del regista.

Quindi: il matrimonio andrà avanti al 100%? No, la precauzione invita ancora a contenersi. Se, in virtù dei ragionamenti sopracitati, è infatti da considerare remotissima l’ipotesi che all'improvviso arrivi qualcuno disposto a offrire una contropartita economica che faccia cambiare idea a Pallacanestro Varese (di soldi ce ne vorrebbero tanti), la suggestione NBA rimane, ancorché difficile, a tutt’oggi viva, non fosse altro perché l’approdo oltre oceano resta un sogno non nascosto di Nico.

Il quale però non pare disposto a varcare il mare per fare panchina al minimo salariale, o per giocare cinque minuti, o - ancor meno - per accettare un contratto che non sia garantito. E nessuno, finora, ha bussato alla sua porta con qualcosa di meglio.

In soldoni? A oggi sarebbe “Nico out” solo per una NBA vera e con congruo buyout già prefissato nelle carte predisposte a dicembre 2023. In caso contrario il secondo anno del Red Mamba sarà realtà.

Ripiego? Tutt'altro

L’intero discorso si può desumere anche per fatti concludenti. L’accelerata data al mercato negli ultimi dieci giorni, dopo i silenzi di giugno, ben fa comprendere come Varese stia costruendo il puzzle tenendo pienamente conto del suo fuoriclasse. Dopo le prese di Justin Gray e di Jordan Harris, ieri è arrivata infatti quella di Davide Alviti

L’ala classe 1996 completa con il botto il parco tricolore, all’apice di una trattativa condotta in “tuta mimetica” sulla falsariga di quella che un anno fa portò Davide Moretti sotto al Sacro Monte. Chi ha scritto che Varese sarebbe stata un ripiego per il giocatore ex (tra gli altri) di Trieste e Milano - che Trento ha lasciato per strada (esercitando una clausola d’uscita) per far spazio al giovane senegalese Niang e a Daulton Hommes - non ha scritto il vero: sulle sue tracce prima si è mossa la Virtus Bologna, e Alviti ha comprensibilmente atteso che si aprisse l’irrinunciabile porta della seconda squadra italiana, quindi, insieme ai biancorossi, è comparsa Brescia, salvo rilancio (tardivo) della stesse vu-nere una volta perso Bruno Mascolo. In questo contesto, in una negoziazione durata tre/quattro settimane, Sogolow, Horowitz e Jemoli sono riusciti a battere la concorrenza, strappando il sì (non così scontato) di un elemento con status da coppe europee.

Con Alviti (nel 2023/2024 10,9 punti con quasi il 40% da 3 in circa 22 minuti di media in campionato) il settore ali è fatto è finito: saranno in tre "e mezzo" - lui, Gray, Gabe Brown e Harris per qualche minuto da atipico - a giocarsi gli ottanta minuti disponibili nei ruoli di 3 e 4, con la scelta di chi spendere in quintetto base che andrà ad appannaggio dello staff tecnico. A oggi Varese conta di avere, almeno sulla carta, tre titolari. 

Per la verità anche Brown avrebbe un’uscita NBA ancora valida, ma lo scenario che lo vede nella Lega parrebbe ancora più fantasioso di quello con protagonista Mannion: il nativo del Michigan ha svolto alcuni camp a metà del mese di giugno, con l’obiettivo di mettersi in mostra, ma non dovrebbe partecipare alla Summer League di Las Vegas (errata corrige: il giocatore è stato inserito nel roster dei Miami Heat proprio nella mattinata di oggi (il pomeriggio in Italia) in extremis, a pezzo già uscito).

Il centro, la guardia, i giovani

Capitolo centro. Con Leo Okeke pronto ad aggregarsi ai futuri compagni il giorno del ritiro, la scelta del titolare è già stata fatta e il profilo risponde al nome riportato da Prealpina, ovvero a quello di Kaodirichi Akobundu-Ehiogu, nigeriano classe 1999, 205 cm di altezza, stoppatore di “professione” e salterino, negli ultimi dodici mesi in forza ai Tigers Tubingen, in Germania.

La firma, però, al momento in cui scriviamo non è ancora stata apposta sul contratto, lato giocatore: Varese attenderà ancora oggi e domani, poi - in caso di fumata nera - virerà su piani b, non disposta ad aspettare oltre.

Capitolo guardia. Indiscrezioni riportano di una trattativa ben avviata che potrebbe concludersi nei prossimi giorni. Come annotato a inizio articolo, quindi, il colpo potrebbe essere piazzato ancor prima dell’inizio della Summer League di Las Vegas (12 luglio), alla quale i due gm americani comunque parteciperanno. L’obiettivo? Un giocatore con tanti punti nelle mani, per cercare di riformare un duo stile Mannion-Hanlan, ammirato solo per poco tra dicembre 2023 e febbraio 2024.

Gli italiani. Con Mannion e Alviti siamo a sei, non a cinque: nel novero vanno infatti contati i due citati, Okeke, Librizzi, Assui e Nicolo Virginio, con cui per ora rimane in vigore il contratto che lo lega ai biancorossi per un’altra stagione. Ed Edoardo Bottelli? L’accordo con lui non è ancora stato trovato: prima di intavolare la discussione, il giovane ha voluto terminare gli esami di maturità. In settimana si definirà il tutto, le strade delle due volontà sembrano destinate a incontrarsi.

E se Mannion dovesse volare via? Beh, nessun rattoppo in extremis sul fronte tricolore, anche perché impossibile: gli italiani rimarrebbero quelli indicati qualche riga fa. L’enorme disponibilità finanziaria che si verrebbe a creare verrebbe allora dirottata su un play straniero e, quindi, inevitabilmente, anche sulla formula del 6+6, salvo che l’addio avvenga prima di firmare la guardia titolare (in quel caso sarebbe ancora possibile ricorrere al 5+5, scalando evidentemente Harris, oggi cambio, in quintetto).

Fabio Gandini


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