Nove milioni e 200mila euro: quasi due terzi finanziati dal ministero e per la restante parte dal Comune di Busto Arsizio: ci sono i soldi, le trasformazioni delle mura tracciate, ma a fare la differenza - come sempre - potranno essere solo le persone. Giovani in testa.
Oggi in via Pepe, sul campo quindi, si è indicata la direzione che porterà a nuova vita l'ex macello: al banco con le tavole il sindaco Emanuele Antonelli, l'assessore Giorgio Mariani e l'ingegnere Marcello Maltagliati, c'erano poi diversi esponenti della giunta e del consiglio tra gli "spettatori". Si scrive "intervento di rifunzionalizzazione" (conversione o rigenerazione, diciamo più semplicemente trasformazione), l'inchiostro è quello della sigla che non è magica, ma incalzante: Pnrr. Il 25 giugno è avvenuta la consegna dell'area e sono cominciati i lavori: dureranno 608 giorni.
Scadenza, il 23 febbraio 2026. Si tratta di un appalto integrato, vale a dire «una tipologia di contratto misto che prevede sia l'affidamento della redazione progettuale definitiva/esecutiva) che l'esecuzione dei lavori progettati, al medesimo operatore economico».
Ad aggiudicarsi l'imponente opera è stata Notaimpresa spa, con sede operativa a Novara. Tra l'altro si occuperà di un'altra opera tanto attesa quanto diversa da via Pepe: il Conventino. Qui attualmente si stanno eseguendo i preparativi con le pulizie dell'area. La compagine progettuale incaricata dall'operatore economico aggiudicatario - ha detto il sindaco - ha come mandatario l'architetto Alessandro Traldi mentre il direttore lavori e coordinatore per la sicurezza in fase si esecuzione è lo studio Sidoti Engineering S.r.l. di Albano Laziale.
È l'urbanistica che si sposa con la città e le sue esigenze di oggi e di domani. Dunque la generazione sì, passera dagli spazi a favore di attività culturali e associative, ma mira anche a integrarle alla vita cittadina con quella che è stata definita una «precisa organizzazione degli accessi e degli spazi destinati alle attività collettive». E così, oltre all'assessore Mariani, hanno preso la parola la vicesindaco Manuela Maffioli, l'assessore Daniela Cerana e la collega Paola Reguzzoni: cultura, politiche educative, necessità del tessuto sociale vedranno fiorire qui le loro risposte.
«La destinazione dell'area Culturale ed Associativa prevede di accogliere spazi espositivi nell'edificio 1. La galleria: spazio pubblico multiuso nel 2 - si è ricordato - la sede Associazione Agesci nell'ufficio 3 uffici, la segreteria del Nuovo Istituto Scolastico Its previsto nel lotto Arest adiacente (edificio 4), uno spazio dedicato a bar - caffetteria (5), edificio filtro pluriuso di relazione con il quartiere (6), un edificio pluriuso (7) e uno destinato alle attività associative».
Come si diceva, i fili - e non è una parola casuale, visto che ci si riconnette anche alla stazione Nord e all'omonimo progetto, a un'area che ormai da lungo tempo chiedo un rilancio o un'identità all'altezza, senza dimenticare lo spostamento del mercato - si riconnettono con i giovani. Ad esempio, gli spazi espositivi daranno attenzione ai giovani artisti. Ma avanti appunto anche progetti legati all'educazione (LEGGI QUI) e si vuole offrire una chance di aggregazione a una generazione che ha sofferto l'isolamento con il lockdown.
Per una città che ha la fama di essere poco attrattiva per i giovani - per usare un'espressione soft - potrebbe essere una svolta: finalmente spazi per i ragazzi dove, per dirla come l'assessore Mariani, fare un (sano) macello.
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