Gallarate - 02 luglio 2024, 18:41

Un anno fa l’amaro addio a Francesca Rotolo: «Non dimentichiamoci di lei»

L'appello è di Sara Vega, presidente dell’associazione Casaringhio, una delle realtà che avevano provato ad aiutare la 45enne. Costretta a vivere in auto con i suoi cani, la donna si fece conoscere a Gallarate. Fu investita sulla statale Ionica, a pochi passi dal mezzo che era diventato la sua casa

Francesca Rotolo

Francesca Rotolo

Francesca Rotolo se n’è andata esattamente un anno fa. Dopo essersi fatta conoscere a Gallarate, con le sue fragilità, i suoi labirinti, la sua profondità. Lei che amava la letteratura, che aveva insegnato inglese, che teneva come non mai ai suoi cani, due volpini. Al punto di non volerli assolutamente lasciare, nemmeno dopo avere fatto a pugni con la vita, nemmeno dopo avere trasformato la sua auto in abitazione e rifugio. All’inizio di luglio 2023 Francesca Rotolo è stata investita sulla statale Ionica (vedi QUI). Non lontano dai luoghi d’origine. Forse era in cerca dell’aiuto che non aveva ricevuto altrove.

I Servizi sociali di palazzo Borghi avevano provato a offrirle una soluzione temporanea. E almeno un paio di associazioni l’avevano avvicinata, guadagnandosi la sua fiducia, lanciando appelli per trovarle un posto in cui stare. Niente da fare, anche per il rifiuto, categorico, di separarsi dagli amici a quattro zampe che con lei condividevano tutto, buona e cattiva sorte.

Sara Vega, presidente di Casaringhio, realtà che si occupa di persone e animali in difficoltà, aveva preso a cuore la causa di Francesca. E ancora poco tempo fa, parlando delle sfide affrontate, indicava la vicenda di Francesca Rotolo come una delle pagine più dure nella storia dell’associazione (vedi QUI). A un anno dall’ondata di commozione per la scomparsa della 45enne, non sono stati in molti a ricordarla. Tra le eccezioni, Sara Vega. Che le ha dedicato un post su facebook, tra rabbia e speranza. Centrato sulla parola “colpa”. Quella dell’aiuto necessario, urgente, indispensabile. Abbozzato ma mai arrivato a destinazione. Perché la macchina del soccorso, per le più varie ragioni, può incepparsi, girare a vuoto: come tutte le cose umane ha limiti, è fallibile. «Niente più Francesca – dice oggi Sara Vega – niente più casi come il suo. Non dimentichiamoci di lei».  

Stefano Tosi

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