Varese dalla vetrina - 22 giugno 2024, 13:25

VARESE DALLA VETRINA/21 - «Ci vediamo al Buongiorno, prima o poi...»

In viale Borri c'è un posto dove si va a bere il caffè, a prendere il pane, il gelato e qualcosa da bere, ma anche dove si lasciano le chiavi o i pacchi da ritirare: è il "Buongiorno", da quasi 15 anni un punto di riferimento unico per l'intero quartiere. «Quei pochi giorni in cui chiudiamo, la gente si dispera... Siamo riusciti a creare una comunità con il sorriso e i prezzi accessibili»

Il Buongiorno Pane Caffè Gelato di viale Borri a Varese, una vera e autentica "piazza" per San Carlo e Bustecche

Il Buongiorno Pane Caffè Gelato di viale Borri a Varese, una vera e autentica "piazza" per San Carlo e Bustecche

«Ci vediamo al Buongiorno, prima o poi».

Se ci fosse stato, o ci fosse, un Luciano Ligabue varesino, il suo «… Ci vediamo da Mario» - immortale inciso della hit “Certe Notti” - sarebbe risuonato più o meno così.

Perché «Ci vediamo al Buongiorno» è un comandamento dalle parti di viale Borri, dove da 15 anni - con abnegazione, cordialità, servizi offerti e saracinesche che non vanno quasi mai giù - c’è chi è riuscito nell’impresa di rendere nuovamente attuale quel “topos” letterario e cantautorale del bar come punto di riferimento di una piccola, grande comunità.

Dal Buongiorno la mamma lascia le chiavi della macchina affinché le vada a prendere il figlio, e lì arrivano i pacchi da ritirare se un citofono dei dintorni resta muto. Dal Buongiorno si va a fare colazione, poi a prendere il pane o a fare la spesa, ma anche a mangiare qualcosa in pausa pranzo, a fare l’aperitivo o ancora a gustarsi un gelato. E solo dal Buongiorno - 357 giorni d’apertura nel 2023 - davanti alla prospettiva di due, sparutissimi, giorni consecutivi off, si può sentire una signora anziana esclamare «e adesso come faccio?».

«Effettivamente non possiamo permetterci di tenere troppo chiuso - conferma sorridendo Pietro Chisesi, titolare e colui che nel 2010 si è inventato un format che oggi conta anche delle “repliche” a Venegono Inferiore e a Malnate - E la domenica è l’unico giorno in cui facciamo una pausa pranzo di due ore, dalle 13 alle 15, altrimenti siamo aperti orario continuato dalle 6.30. È molto faticoso, ma anche premiante: siamo riusciti a creare una vera comunità, nella quale i clienti diventano nostri amici e amici tra di loro».

Il sorriso sempre accogliente delle ancelle del bancone - la sorella di Pietro, Gabriella, ma anche le fedelissime Ludovica, Selma e Serena - e i prezzi bassi hanno fatto il resto: «Nella nostra filosofia c’è l’intento di essere un negozio per tutti. Se non hai un approccio cordiale e sorridente, difficilmente riesci a legare le persone e a farle ritornare, anche perché tra la gente c’è tanta voglia di socialità, di poter scambiare quattro chiacchiere, di confidarsi con qualcuno dopo aver bevuto il caffè. Noi lo abbiamo capito e vogliamo che chiunque arrivi qui si senta bene come a casa propria».

Pietro è siciliano, ma risiede a Varese ormai da una vita, ovvero dal 1987. La sua prima esperienza è stata un bar in via San Michele del Carso, nel 2005, a “servizio” del cantiere del nuovo ospedale: «C’erano circa 600 persone che lavoravano in quel cantiere, molte da fuori Varese, e tutte per due anni sono venute da noi, fino a quando il monoblocco non è stato completato».

Il gusto di poter essere un punto di riferimento è quindi rimasto nel palato di Chisesi, che - forte di quel successo - ci ha poi provato (riuscendoci) appunto in viale Borri: «Quando abbiamo aperto, nel 2010, eravamo solo una panetteria, poi ci siamo riposizionati commercialmente aggiungendo il bar e la gelateria. L’orgoglio più grande è veder passare famiglie intere nell’arco della stessa giornata: il papà al mattino presto per la colazione, la mamma con i figli poco più tardi prima di portarli a scuola, i nonni con i nipotini al pomeriggio a prendere una focaccia o a mangiare un gelato». È così che è nato un toponimo che non compare nelle mappe geografiche ma è ben presente nel cuore degli avventori: più di un bar, più di un panettiere, questa è diventata “Piazza Buongiorno”.

E in 15 anni Pietro Chisesi ha visto mutare il contesto intorno a lui: «Viale Borri ha cambiato pelle, diventando una città nella città con l’espansione che ha interessato l’ospedale e l’università. Si vedono tanti stranieri e, grazie alla vicinanza dell’hotel Ungheria e dell’hotel Ibis, anche diversi sportivi, soprattutto canottieri. I problemi? Negli ultimi anni il grattacapo principale è stato il traffico, ma speriamo che una volta ultimata per davvero la rotonda di largo Flaiano le code diminuiscano definitivamente. Poi ci sarebbe anche un’altra cosa da migliorare…».

Quale? «Manca la coesione tra noi negozianti: al suo posto vedo gelosia e pochissima propensione a organizzare qualcosa tutti insieme. È possibile che quasi tutti i quartieri di Varese abbiano una festa mentre viale Borri - popoloso com’è - no? Io ho provato a organizzare eventi tante volte, ma se non si arriva a un numero sufficiente di aderenti non puoi nemmeno presentarti in Comune per chiedere permessi e sostegno…». 

F.Gan. - A.Con.

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