«Arrivederci Enrico, tra due stelle in un cielo nerazzurro hanno trovato un amico che li farà divertire»

Tra due stelle in un cielo nerazzurro, accompagnato nell'ultimo viaggio dall'applauso di chi gli ha voluto bene. Non stenteremmo a pensare che questa mattina Enrico "Il Magno" Magnani abbia sorriso nel vedere da quel cielo, tra quelle due stelle, l'arrivederci della sua gente nella chiesa del Lazzaretto di Belforte. 

Enrico, che era nato nel 1959, se ne è andato troppo in fretta dopo una battaglia da par suo, senza aver mai voluto né chiesto altro per combatterla fino all'ultimo giorno che non fosse la sua forza di volontà. Stamattina, tra quel drappo nerazzurro e fiori bianchi, tifosi e persone comuni, c'era tutto ciò che lui aveva sempre donato: affetto, riconoscenza, amicizia verso quello che era un marito, un figlio, un amico e, per tanti, un "fratello".

«Intrattieni il pubblico lassù, ora avranno davvero da divertirsi e anche parecchio» sono tra le parole d'addio, anzi d'arrivederci, che avrebbero fatto più piacere a Enrico  (leggi QUI), a cui molti varesini, amici di tifo nerazzurro e biancorosso, ex compagni di lavoro in quello che per questa città è sempre stato e sarà sempre il mitico "Bernasconi", si sono stretti a Belforte per un'ultima volta.

«Grazie Magno, non sarà così bello senza di te» sono le altre parole più ripetute, o magari sussurrate o anche semplicemente pensate qui, al Lazzaretto. A cui se ne aggiungono altre, semplici, gettate lì tra qualche lacrima e molta compostezza come "sorriso", "generosità", "gentilezza", "dignità", "cuore", "sofferenza".