Il buongiorno si vede sempre dal mattino: sono le 5.52, arriva a Busto il Malpensa Express per Milano Centrale. Lo dice, sembra gridarlo il cartellone lampeggiando. Olé. Neanche un minuto di ritardo, la coincidenza nel capoluogo lombardo è al sicuro. Uno ci spera, pur scottato dalle esperienze proprie e altrui (leggi qui).
5.53, va be’ sarà un’esitazione. Il treno è lì, “stampato” sul tabellone.
Eccolo, Milano Centrale. Ah no. Neanche dissolvenza, stacco netto di telecamera.
Ma come, Milano Cadorna 6.03. Ero qui ad aspettarti fedele, Centrale.
Pochi giorni fa in Regione ci era stato assicurato che la puntualità era superiore a prima della pandemia (leggi qui). Eppure di solito i ricordi dei tempi indietro sono più rosei.
La realtà è che io sono qui, ho pagato non una ma due volte dopo un’esitazione della app, il biglietto di seconda classe. Adesso si profila il Cadorna: significa cambiare, prendere la metropolitana… Ce la farò?
Io non mi fido più.
Ogni minuto è fondamentale per la coincidenza e alle 6.03 il Cadorna non lo posso toccare ancora con mano. Arriverà, ma non mi fido più.
Io devo andare a un appuntamento, come tanti, e non giungere in tempo alla Centrale me lo farà svanire.
Non mi fido più. Chiamo un taxi, costi quel che costi.
La tassista, tanto professionale quanto gentile, accorre. Teniamo le dita incrociate in autostrada, groviglio di vite e necessità a ogni ora.
Uno sguardo malinconico alla app e sobbalzo: alle 5.52 il treno è dato con 8 minuti di anticipo. Screenshot per essere sicuri di non sognare.
Il mondo reale e quello virtuale cozzano inesorabilmente.
Sono le 6.24, per distrarmi dal traffico che spalanca le fauci, riconsulto la app. Ah, ora l’anticipo è di un minuto per il defunto 5.52, mentre il 6.22 avrebbe un minuto di ritardo.
Facciamo che non guardo più. Non mi fido più.
Non ho soluzioni, solo un umile suggerimento ringraziando i pochi politici che in questo periodo si sono fatti vedere alla stazione Nord di Busto: il consigliere regionale Samuele Astuti (leggi qui), l’europarlamentare Isabella Tovaglieri, l’assessore comunale Giorgio Mariani (leggi qui), li nominiamo, ringraziamo e incalziamo perché ha ragione il Comitato pendolari Trenord Busto, qui viaggia un pezzo di vita, e bisogna scuotere questa situazione.
Il suggerimento: fate i vostri consigli regionali, provinciali, comunali una volta sul treno. I vostri interventi vi verranno senz’altro meglio.
Intanto sono arrivata alla Centrale, grazie alla tassista che ha preso a cuore la missione impossibile.
Costo Busto-Milano oltre 20 volte tanto, più i soldi versati sulla app invano, sulle mie spalle. Ma il prezzo di un pezzo di vita, quello che pagano puntualmente i pendolari, chi lo rimborserà?