Venerdì 10 novembre dalle ore 9 la Sala Montanari di Varese, via dei Bersaglieri 1, ospita il convegno «Ne riparleremo domani. Guido Morselli a cinquant’anni dalla scomparsa (1973-2023)», che si propone di approfondire l’opera dello scrittore che a Varese visse dal 1948 alla morte, tra la villetta di Santa Trinità a Gavirate e la casa dove si tolse la vita, il 31 luglio 1973. L’iniziativa, con ingresso libero per il pubblico interessato, è organizzata dall’Università degli Studi dell’Insubria, Dipartimento di Scienze umane e dell’innovazione per il territorio e Centro internazionale di ricerca per le Storie locali e le diversità culturali, con il patrocinio del Comune di Varese e in collaborazione con l’Ufficio scolastico provinciale.
I romanzi di Morselli sono stati pubblicati da Adelphi solo dopo la sua morte, da «Il comunista» a «Roma senza papa», da «Contro-passato prossimo» a «Dissipatio H.G.», diventati capisaldi della letteratura europea del Novecento. Quando sembrò possibile pubblicare «Il comunista», che all’Einaudi aveva ricevuto il fermo rifiuto di Calvino, Rizzoli chiese a Morselli una nota biografica per la quarta di copertina: «Morselli – fu la risposta – non crede che ai suoi eventuali lettori occorrano notizie sulla sua professione collaterale, sul suo indirizzo e stato civile. È un individuo che è sempre vissuto ignoto e isolato, e tale rimarrà. Su questo punto, sarei proprio irremovibile».
Il programma del convegno prevede una serie di comunicazioni dedicate a vari aspetti della vita e dell’opera di Morselli e ad altri scrittori varesini del Novecento, che si presentano a loro volta come veri e propri "casi": da Fausta Cialente, grande scrittrice schiva e ingiustamente trascurata, a Liala, che per decenni, con i suoi romanzi "rosa", fu la beniamina di milioni di entusiaste lettrici.
Più in dettaglio, dopo i saluti istituzionali di Enzo Laforgia, assessore alla Cultura di Varese, l’introduzione ai lavori è affidata a Gianmarco Gaspari, professore dell’Università degli Studi dell’Insubria. Altro professore Insubria, Andrea Spiriti, aprirà con l’intervento «Roma senza papa. Dogmatica, ecclesiologia e satira nel romanzo di Morselli», in cui indagherà il romanzo «Roma senza papa. Cronache romane di fine secolo ventesimo», rivelatosi di grande interesse fin dalla prima edizione, nel 1974, a un solo anno dalla morte del suo autore e che si mostra, a quasi cinquant’anni di distanza, ancora attuale e stimolante.
Seguirà la presentazione, a cura di Linda Terziroli (creatrice, insieme a Silvio Raffo, del premio letterario «Guido Morselli, Il Genio Segreto» e della mostra permanente all’interno della «Casina Rosa di Gavirate»), di «Sassi in piccionaia, un progetto inedito di Guido Morselli», una raccolta, rimasta incompiuta, di brevi scritti di opinione e di costume, con una collezione di lettere risalenti agli anni ‘40 e ‘60 sul diritto all’informazione e una serie di considerazioni brevi.
Silvio Raffo, con il suo intervento «Guido Morselli e la “dissipatio” della luce intellettuale», evidenzierà, basandosi su alcuni passi di «Dissipatio H.G.», l’eccezionale intuitività profetica di Morselli a proposito dell’impoverimento intellettuale della cultura postmoderna e della progressiva disumanizzazione attuata dall’era tecnologica.
Elisa Cremone, con «Io e un’ipotesi stravagante», offrirà una possibile chiave di lettura dell’opera di Morselli a partire dall’ambigua frase che l’ultimo uomo di «Dissipatio H.G.» affida a un quadernino: «Io e un’ipotesi stravagante»; supponendo che essa si riferisca all’esistenza dell’alterità, si arriverà a definire chi è l’altro per Morselli e quale sia il rapporto (problematico) che i suoi personaggi instaurano con esso.
Chiuderà la mattinata Giorgio La Rosa che, con uno sguardo da storico contemporaneista, nell’intervento «Contro-passato prossimo. Un’ipotesi retrospettiva. Dopo mezzo secolo di studi: un’ipotesi preferibile» celebrerà la lungimiranza di Morselli, sostenendo che «la vittoria degli Imperi Centrali – in prospettiva ucronica – avrebbe potuto creare in Europa una coesione politica che ci avrebbe forse risparmiato il nazismo e la Seconda guerra mondiale».
Alla ripresa dei lavori, alle 14.30, Claudia Biraghi con «Il caso di Fausta Cialente: una vita nomade e avventurosa approdata a Caldana» ricorderà il complesso rapporto con la fama e con la critica, fatto di apprezzamenti e di censure, di innovazioni e reticenze, di occasioni mancate e riconoscimenti tardivi, di questa scrittrice dal carattere schivo, che ha vissuto in molte parti del mondo, dalla cosmopolita Alessandria Egitto alla quieta e semplice provincia di Varese, dove ha composto buona parte dei suoi capolavori.
Sulla stessa linea, di allargamento della prospettiva verso altri autori, Serena Contini, con una relazione dal titolo «Questa lieta accoglienza di pubblico sia di auspicio», presenterà il fortunato caso di Liala, proponendo un suo profilo attraverso i volumi, le carte, le interviste e le fotografie dell’archivio donato nel 2014 dalle figlie Serenella e Primavera al Comune di Varese.
Con «Fra parola e immagine: riflessioni attorno alla “meditatio mortis” di Morselli e Savinio», Massimiliano Ferrario indagherà una serie d’interessanti interrogativi posti dal confronto con la poetica dell’eclettico Alberto Savinio, la meno indagata, tra le molteplici “affinità elettive” che popolano le pagine del «Diario» di Guido Morselli; sondati sul doppio binario della produzione scritta e figurativa, tali interrogativi mostrano l’affresco di un più ampio e complesso sentire comune, in grado di innescare, per mezzo di dialettiche ricorrenti, pensieri sul significato della letteratura e della pittura in età contemporanea.
Il contributo «Una parola decisiva. Una lettura computazionale del diario e di Dissipatio H. G.» di Christian D’Agata analizzerà attraverso metodologie e strumenti computazionali le specificità della parola morselliana, mettendo al centro dell’analisi due opere fondamentali, con l’obiettivo di far emergere costanti e varianti di un discorso che ci chiede, oggi come ieri, di metterci ancora una volta in ascolto di «una parola decisiva».
Chiuderà il convegno Elena Valentina Maiolini che, con «Come scriveva Morselli», rileggerà le prime tre pagine di «Un dramma borghese», considerando le varianti delle copie manoscritte e dattiloscritte dell’autore; esercizio interessante, che aiuta a cogliere alcuni aspetti centrali della scrittura di Morselli nel libro che apre la sua vena narrativa e, in qualche modo, la chiude: primo dei grandi romanzi, scritto nel 1961 e riscritto dopo la composizione di altri, nel 1967, è infatti l’ultimo ad essere proposto – di nuovo – a Vittorio Sereni, nel tentativo di pubblicare qualcosa entro l’anno 1973.
Relatori:
Andrea Spiriti. Professore Ordinario di Storia dell’Arte Moderna all’Università degli Studi dell’Insubria e ivi Direttore del Centro di Ricerca sulla Storia dell’Arte Contemporanea.
Linda Terziroli. Insegna Lettere all’Istituto Anna Frank di Varese. Tra i lavori morselliani si segnalano le edizioni Lettere ritrovate (2009), Una rivolta e altri scritti 1932-1966 (2012), Un Gattopardo del Nord (2016), Il Grande Incontro (2019) e la biografia Un pacchetto di Gauloises (2019).
Silvio Raffo. Docente al Liceo Classico e in più atenei italiani, poeta, narratore, traduttore dall’inglese, ha pubblicato una decina di romanzi. Ha fondato con Valentina Fortichiari e Linda Terziroli il Premio “Guido Morselli, Il Genio Segreto”, di cui è presidente. Ha creato la mostra permanente dedicata allo scrittore all’interno della “Casina Rosa” di Gavirate.
Elisa Cremone. Ha conseguito la laurea magistrale in Giornalismo e cultura editoriale a Parma nel 2022, con una tesi sull’opera di Guido Morselli. Tra i suoi interessi ci sono scrittrici e scrittori del Novecento tra cui Guido Morselli, autore che ben si presta all’indagine del meccanismo di legittimazione autoriale.
Giorgio La Rosa. Ricercatore all’Università dell’Insubria, dove tuttora insegna, ha studiato Rattazzi, Manin, Gioia, d’Annunzio, interessandosi anche al rapporto tra politica e religione.
Claudia Biraghi. Dopo un’esperienza di insegnamento, collabora con il Centro Storie Locali dal 2002, e fa parte del personale dell’Università dell’Insubria dal 2005. Ha una formazione legata all’approfondimento delle letterature inglese e francese, e alla traduzione.
Serena Contini. È responsabile dell’Ufficio Ricerca e valorizzazione del patrimonio culturale e museale e degli Archivi letterari del Comune di Varese, tra i quali l’Archivio Piero Chiara. Ha al suo attivo, tra l’altro, varie mostre e pubblicazioni su Piero Chiara, Renato Guttuso, Innocente Salvini e la storia di Varese.
Massimiliano Ferrario. Ricercatore e docente di Storia dell’Arte Contemporanea all’Insubria, è responsabile scientifico del Centro di Ricerca sulla Storia dell’Arte Contemporanea (CRiSAC) del medesimo Ateneo.
Christian D’Agata. Dottore di ricerca a Catania con una tesi dal titolo «I nomi della rosa». Studi computazionali di lessicografia, filologia e critica, ha scritto su Buzzati, Calvino e Morselli in una prospettiva che unisce lessicografia, ermeneutica e digital humanities.
Elena Valentina Maiolini. Ricercatrice in Letteratura italiana contemporanea all’Insubria, è dottore di ricerca in Filologia e letteratura italiana a Ca’ Foscari e Sorbonne Université.
«Ne riparleremo domani». Guido Morselli a cinquant’anni dalla scomparsa (1973-2023)». Convegno di studi – Venerdì 10 novembre a Varese, Sala Montanari, via dei Bersaglieri 1, ore 9-17, ingresso libero.