Salute - 06 ottobre 2023, 09:51

Donna colpita da doppia embolia polmonare, salvata dai medici del Circolo con intervento record

I tratti eccezionali della vicenda sono correlati alla particolarità delle condizioni cliniche della paziente: una giovane donna con una doppia embolia polmonare complicata da altre problematiche. La storia anticipa l'attivazione della sala operatoria ibrida

Donna colpita da doppia embolia polmonare, salvata dai medici del Circolo con intervento record

Questa storia ha dei tratti di eccezionali, che però non impediscono di renderla paradigmatica di un impegno comune e diffuso in ASST Sette Laghi: quello per far funzionare la rete che collega gli ospedali aziendali, quello ad adottare un approccio sempre multidisciplinare e quello ad essere flessibili nell'affrontare ogni situazione nella sua specificità, senza fermarsi ai limiti presenti, ma cercando di superarli nell'imminenza per eliminarli nel futuro. 

È una storia, infatti, che anticipa l'attivazione della sala operatoria ibrida che si sta costruendo nel blocco operatorio dell'Ospedale di Circolo, grazie ad un investimento regionale di oltre 3,5 milioni di euro, e che documenta al contempo sia quanto quell'investimento sia utile, sia quanto i professionisti del Dipartimento cardio-toraco-vascolare e non solo siano già pronti per valorizzarlo. 

I tratti eccezionali della vicenda, invece, sono correlati alla particolarità delle condizioni cliniche della paziente che ne è stata protagonista: una giovane donna con una doppia embolia polmonare, ulteriormente complicata da altre problematiche. I sintomi iniziali, difficoltà a respirare e malessere generale, l'hanno portata a rivolgersi al Pronto Soccorso più vicino, quello di Tradate. Il cardiologo e il radiologo hanno individuato rapidamente la presenza di un'embolia polmonare, è stata quindi avviata la terapia specifica e organizzato il trasferimento della paziente nella sede Hub di Varese, che l'ha accolta nell'Unità Coronarica. 

La terapia ha inizialmente dimostrato la sua efficacia, ma tra le 24 e le 48 ore dall'esordio, il problema si è ripresentato: un'angioTC eseguita d'urgenza ha confermato una nuova embolia formatasi sulla precedente. Si tratta di una situazione molto delicata, che ha richiesto un nuovo inquadramento. L'équipe intervenuta è molto ampia, la stessa richiesta per la sala operatoria ibrida: radiologo interventista, cardiologo interventista e tutta l' équipe cardiologica, cardiochirurgo, chirurgo vascolare, cardioanestesista, anestesista e ovviamente infermieri, che hanno accompagnato la paziente in tutto il percorso clinico.

Un rapido confronto con il centro iperspecialistico del San Matteo di Pavia e si conferma l'opportunità di procedere nella sala della Radiologia interventistica per rimuovere l'occlusione all'arteria polmonare. Per il caso specifico, però, è necessario approvvigionarsi di un catetere molto particolare, poco usato ma che a Varese è conosciuto grazie all'esperienza dei chirurghi vascolari. Si informa la Direzione Sanitarie e Amministrativa e nel giro di due ore, con il catetere specifico a disposizione, si avvia la procedura. 

La rimozione del coagulo si rivela ancora più ardua del previsto, non solo per le condizioni di urgenza in cui si procede e per l'instabilità generale della paziente: il materiale da rimuovere, infatti, è particolarmente denso e difficile da aspirare. Contestualmente, la procedura permette di evidenziare una formazione anomala sul cuore.

La paziente va in arresto cardiaco, richiedendo l'intervento rapidissimo dei tecnici perfusionisti che la collegano all'ECMO, la macchina per la circolazione extracorporea. I cardiologi dell'Unità coronarica preparano la paziente per l'intervento e, poche ore dopo, viene accolta nella sala operatoria di Cardiochirurgia. Un trasferimento che, con la sala ibrida in funzione, non sarà più necessario.

L'intervento riesce: l'arteria polmonare viene liberata e la massa al cuore rimossa. Tocca all'Anatomia patologica analizzare i tessuti: ci vuole qualche giorno per la conferma che anche il cuore era soffocato da un ulteriore coagulo. Nel frattempo, la donna, dopo una settimana di terapia intensiva cardiochirurgica e qualche giorno di degenza ordinaria in Cardiochirurgia, ha potuto iniziare la riabilitazione. Anche quest'ultima, opera di professionisti che fanno parte di una grande squadra affiatata, che opera su tante sedi e con tante competenze integrate le une alle altre.

C. S.

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