Busto Arsizio - 25 luglio 2023, 13:08

«Caro sindaco, che ne sarà della Cascina dei poveri con l’ospedale unico?»

In una lettera aperta il responsabile dell’associazione Riabitare Tito Olivato chiede al primo cittadino di Busto Arsizio delucidazioni sul verde, il progetto, tempi, parcheggio e il destino del patrimonio storico di Beata Giuliana. Intanto l’associazione prosegue con i lavori di bonifica dell’area

«Caro sindaco, che ne sarà della Cascina dei poveri con l’ospedale unico?»

Che sarà della Cascina dei Poveri a Busto Arsizio con il nuovo ospedale? L’associazione costituenda Riabitare lancia proposte al primo cittadino in una lettera aperta a firma del responsabile Tito Olivato.

Da un lato ringrazia il sindaco «per aver sostenuto la raccolta firme Fai della Cascina dei Poveri, aver patrocinato tutte le iniziative per diffondere e far conoscere la Cascina dei poveri e l'annesso oratorio di San Bernardino da Siena, per aver fatto riparare i vetri del rosone e della finestra della chiesetta e per aver fatto tagliare molte delle piante infestanti che hanno devastato in mezzo secolo le pareti della Cascina, sfondando anche il tetto». Precisando: «Senza quest'ultimo passaggio, oggi riusciremmo a scorgere a malapena i mattoni a vista e le arcate del 1500 che campeggiano incuranti del tempo che passa dopo oltre mezzo millennio».

Dall'altro dall’altro, avanza richieste. 

L’acrilico sulla parete

In primis il lavoro che definisce “improvvido” dell’amministrazione comunale di 15 anni fa. «Ho più volte scritto alla sua segreteria e all'ufficio patrimonio – prosegue – in cui le ricordavo che l'amministrazione di allora decise di stendere una mano di acrilico sulla parete verso la strada con conseguenze nefaste: ogni volta che piove, l'acqua si insinua tra l'asfalto e la parete della chiesetta, risale e non può più uscire a causa dell'acrilico che funge da pellicola impermeabile. Foto recenti che ho inviato e anche pubblicato mostrano tutte le problematiche con crepe sempre più lunghe e profonde a cui ultimamente si aggiunge la caduta dell'intonaco».

La spesa può essere contenuta

Prende quindi in considerazione l’aspetto economico. «Se si interviene ora, la spesa è più contenuta di quanto non sarebbe tra uno o due anni. La nostra costituenda Associazione Riabitare, senza oneri per il Comune, ha incaricato due professionisti per una stima dei lavori straordinari che, come sa, si aggirano intorno ai novantamila euro. I soci stanno provvedendo a trovare fondi per ripristinare lo stato di salute della chiesetta, ma all'Amministrazione chiedono di intervenire per la parte relativa all'acrilico».

L’ospedale unico

Poi, l’ospedale unico, “l’annoso problema”. «Alcuni comitati e diverse associazioni stanno raccogliendo firme perché si potenzino le strutture già in essere e non si proceda con la realizzazione del nuovo plesso – fa notare - La nostra associazione non è contraria all'ospedale nuovo, ma è molto preoccupata per l'insediamento e per i tempi di realizzazione. In uno dei meta progetti, l'ospedale avrebbe dovuto estendersi più in orizzontale che in verticale, secondo le moderne strutture che permettono rapidi trasferimenti dei pazienti. Ci sarebbe stato molto verde piantumato sul soffitto per restituire verde al cemento inserito e bonificate alcune aree».

Il sindaco a Beata Giuliana

Un affondo anche sulla riunione del 17 luglio nella quale il sindaco è intervenuto a Beata Giuliana. «Dopo aver visto quello che pensiamo essere il progetto (anche se non risulta definito nel dettaglio, nonostante siano trascorsi sette anni), dopo la relazione del direttore generale del Welfare di Regione Lombardia, Giuseppe Pavesi abbiamo appreso che – elenca Olivato – Punto numero uno, il 24 luglio alle ore 13 è stato firmato l’accordo di programma, così come annunciato, ma è ripartito l’iter che porterà alla firma dell’accordo stesso previsto entro il 30 settembre. Due, l'ospedale non si svilupperà in orizzontale, ma in verticale, disattendendo quanto era stato detto più volte rispetto anche all'ospedale di Legnano.

Tre, il verde ci sarà, ma meno di quello che oggi è presente e ancora meno rispetto a quella che era la selva longa, per la quale il comune di Busto Arsizio negli anni Ottanta aveva ricevuto dalla Provincia i fondi per ripiantumare l'area in questione con piante arboree autoctone tra cui betulle, carpini, ma non volle dare seguito a questo beneficio concesso».

Il cahier de doléances continua: «Quarto, la Cascina dei Poveri e l'annesso oratorio San Bernardino da Siena sono ancora proprietà del Comune, ma ad oggi non si sa se e come verranno annessi all'ospedale nuovo. Cinque, tra il viale Stelvio e la Cascina dei Poveri è presente un parcheggio che contiene oltre cento posti auto, ma dal progetto si desume che quella lingua di terra è verde: questo significa che ritornerà ad essere area green? Dal progetto si desume che un'area parcheggio verrà realizzata di fronte all'oratorio San Bernardino e immaginiamo con tanto di griglie di areazione. Dovrebbe contenere poco più di 1200 posti auto, ma verranno salvaguardati i tigli e l'area prospiciente l'oratorio stesso

Il destino degli ospedali di Busto e Gallarate

«Non si sa niente invece del destino degli ospedali di Busto e Gallarate – continua - Sindaco Antonelli durante i prossimi sette anni quale potrà essere il rapporto cittadini-salute, se alcuni reparti dell'ospedale gallaratese non ci sono più e a Busto si rischia l'implosione per il sovraccarico di richieste? Anche Saronno è messo male da questo punto di vista. Cliniche private? E il nostro Servizio Sanitario?».
E riprende le parole dell’immunologo Bassetti quando in una recente intervista ha affermato che probabilmente l'aziendalizzazione degli ospedali iniziata circa una ventina d'anni fa non ha funzionato. «Come dargli torto – si chiede - se i tempi d'attesa sono biblici e i primari scappano nelle cliniche private o addirittura in Svizzera con stipendi migliori (tre volte di più nello stato elvetico) e condizioni di lavoro sostenibili?».

Il “viaggio” dei cittadini di Busto

«Nell'attesa del nuovo ospedale – si preoccupa - non lasciamo i cittadini di Busto nelle condizioni di viaggiare da un'azienda ospedaliera a un'altra per approdare il più delle volte in centri privati. Una sinergia con il direttore generale dell'Asst Valle Olona e un accordo tra le parti in gioco potrebbe aiutare alla transazione dal "vecchio" al nuovo?»

Intanto proseguono le bonifiche

«In attesa di suo cortese riscontro – conclude - noi come Riabitare continuiamo a bonificare, estirpare erbacce, valorizzare il territorio, tutelando quel patrimonio artistico storico paesaggistico che è Cascina dei Poveri, che è il nostro quartiere, che è la nostra città, così come recita l'articolo nove della Costituzione Italiana».

Laura Vignati

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A LUGLIO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.
SU