Busto Arsizio - 23 luglio 2023, 12:15

Incendi a Rodi, turisti bloccati sull’isola: «Ancora in attesa di informazioni»

La testimonianza di una turista del territorio, evacuata dall’hotel in cui soggiornava. «Ore di attesa sotto il sole, poi la gente del posto ci ha aperto le porte di casa»

Incendi a Rodi, turisti bloccati sull’isola: «Ancora in attesa di informazioni»

«Siamo balia della situazione, in attesa di sapere se verremo rimpatriati. Nessuno ci ha ancora detto niente». È la testimonianza di Deborah Palmiotto, una delle 30mila persone, tra abitanti e turisti, evacuate da case e alberghi a Rodi a causa degli incendi divampati negli ultimi giorni.

Palmiotto vive a Cairate e lavora a Busto. Si trovava in vacanza nella splendida isola greca con il compagno, quando ieri è arrivato l’allarme.
«Il giorno prima ci era arrivato sul telefono un “alert” riferito a una zona limitrofa, che però non riguardava la nostra – spiega –. Nessuno ci ha detto nulla, sebbene già giovedì mattina ci fosse odore di fumo, quindi il problema c’era già».

“Fiutando” la situazione, la coppia inizia comunque a preparare i bagagli. Anche perché «vedevamo il fumo dirigersi verso di noi e, per via del vento, avevamo la cenere in hotel».
Così, quando ieri arriva un secondo alert del governo greco e in albergo inizia a suonare l’allarme di evacuazione, i due riescono a lasciare la struttura senza dover abbandonare i bagagli.
«Per tre ore siamo rimasti in attesa all’esterno, in mezzo al fumo. L’hotel era ormai saturo e senza corrente, quindi senza aria condizionata, pertanto entrare qualche istante nella hall non dava alcun conforto».

A un certo punto, «ci hanno caricato su dei pullman militari per portarci a cinque chilometri dall’albergo, in un parcheggio dove siamo rimasti per tre ore, dalle 17 alle 21. Tutto il tempo sotto il sole, senza un riparo né acqua. Per fortuna avevamo svuotato il frigo dell’hotel e ci siamo arrangiati con qualche lattina».
Nel frattempo, dal tour operator non arrivano le risposte auspicate in quelle fasi concitate. «Non si sono fatti sentire. Abbiamo chiamato il responsabile dell’isola che rispondeva solo ai messaggi. A un certo punto vedevamo altri tour operator che portavano via le persone, mentre da noi non si è fatto vedere nessuno. Con noi c’erano persone arrivati in hotel ieri mattina, nonostante l’alert».

Alla fine Deborah e il compagno, con decine di altre persone, vengono portate in una palestra a Faliraki, a dodici chilometri dall’aeroporto. E qui scatta la gara di generosità della gente del posto: «Ci hanno portato cibo e acqua. Con noi c’era una coppia con una bimba di un anno, scappata con le barche. Il papà era rimasto in ciabatte, non avevano nulla, solo un piccolo asciugamano per la piccola. Hanno ricevuto un passeggino, latte in polvere, pannolini e tutto l’indispensabile. E sono stati ospitati da una dottoressa».

Anche la coppia del nostro territorio viene accolta dalla famiglia di un volontario della protezione civile, insieme ad altri due amici con un bambino di otto anni.
«Siamo riusciti a riposare a fatica, forse quattro ore, ma mi sono risvegliata nell’incubo di quanto successo», racconta Deborah Palmiotto.
Ancora in attesa di capire che cosa accadrà nelle prossime ore: «Probabilmente sarà un rimpatrio, gli hotel sono stati evacuati. Posto non ce n’è più». Intanto Rodi continua a bruciare.

Riccardo Canetta

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