Gallarate - 22 luglio 2023, 13:44

Petizione per la Sanità sul territorio: la mobilitazione non si ferma

Nuovo appuntamento in centro a Gallarate. Raccolte, finora, oltre 6.500 firme. Cinzia Colombo (Comitato per il diritto alla salute del Varesotto): «Difendiamo tutti gli ospedali, non solo Gallarate». Massimo Gnocchi (Ocg): «Le persone sanno che cosa stanno facendo e continuano a firmare». Le realtà del Terzo Settore ribadiscono le loro ragioni

Petizione per la Sanità sul territorio: la mobilitazione non si ferma

È arrivata quota 6.500: tante erano le firme, nella serata di venerdì 21 luglio, sulla petizione che chiede di salvaguardare i servizi sanitari sul territorio, a partire da quelli del Sant’Antonio Abate, dicendo no all’ospedale unico Busto/Gallarate e, eventualmente (questo l’avverbio intorno al quale sono nate discussioni e polemiche), esprimendo parere favorevole alla creazione di una nuova struttura di eccellenza. Nuova, non unica, perché nel secondo caso sarebbe implicita la dismissione dei nosocomi esistenti.

L’appuntamento del sabato, ormai consueto, con moduli e firme, fra largo Camussi e corso Italia, a Gallarate, si è ripetuto. Più affollato del solito: oltre a Obiettivo Comune Gallarate, formazione civica che per prima ha promosso la petizione, a raccogliere adesioni c’erano anche le realtà che hanno risposto all’appello del circolo Acli di Gallarate e del Comitato per il diritto alla salute del Varesotto. Una mobilitazione aperta, “sposata”, fra gli altri, da Legambiente, Anpi, Sgc - Sindacato generale di classe, associazioni dei malati.

L’iniziativa si è svolta a due giorni dal 24 luglio, data per la quale è programmata la riunione del Comitato per la validazione dei contenuti dell’Accordo di programma. Documento, l’Accordo di programma, che rappresenta un passaggio fondamentale nel percorso verso l’ospedale unico. «Per il 24 luglio – ha sottolineato Cinzia Colombo, Comitato per il diritto alla salute – era stato annunciato l’Accordo di programma. Ma si firmerà un atto diverso, senza valore legislativo, per dire che il percorso è avviato e non si torna indietro. Intanto, c’è una vera e propria massa di persone che chiede altro. Ci sono i margini per ridare a Gallarate la funzionalità che aveva. Vogliamo difendere tutti gli ospedali di Asst Valle Olona, anche Busto, Saronno e Somma Lombardo».

A pochi metri, Massimo Gnocchi (Ocg) comunica il dato sulle firme accumulate fino alla sera prima. 6.499, per la precisione, nella certezza che la mattinata sia foriera di un buon raccolto. «Peraltro – ha aggiunto – quella è la cifra che si ottiene sommando i moduli completati, in giro ce ne sono altri, più di 150. Le persone dimostrano di sapere che cosa stanno facendo e continuano a mobilitarsi, a dispetto di un periodo, quello della piena estate, che avrebbe potuto consigliare di fare altro».

Nei giorni scorsi, confermando l’adesione all’iniziativa odierna, hanno ribadito le proprie ragioni e richieste  le realtà del Terzo Settore. Di seguito, il loro comunicato

In occasione della manifestazione indetta per il 22 luglio a Gallarate su invito del Circolo ACLI di Gallarate e del Comitato per il diritto alla salute del Varesotto, le Associazioni di malati, di persone disabili, di Volontariato sociosanitario e di inclusione sociale (AsPI, Varese Alzheimer, AACSSM , Piùdi 21, UILDM Varese, AISM Varese, AISLA Varese, AUSER Gallarate, Società Coop. Sociale Il Seme Cardano) promotrici dell’evento dell’ 8 giugno a Gallarate (che ha visto la partecipazione di oltre 2000 persone), ribadiscono ai referenti istituzionali regionali e locali i 5 punti (PEC del 15-06-23 link) sui quali sono in attesa di riscontro, e ripropongono i seguenti interventi essenziali alla tutela della salute della nostra comunità e in particolare dei più fragili: 

- Funzionamento degli ospedali di Gallarate, Somma L.do, Busto A., Saronno. Garanzia del funzionamento dei servizi dei presidi ospedalieri con integrazione operativa di tutti i servizi oggi necessari alla popolazione (e essenziali per il funzionamento di un ospedale nuovo). Salvaguardia e valorizzazione delle risorse umane che con le loro competenze tecniche e organizzative sono il patrimonio per il funzionamento di ogni struttura presente e futura.

- Funzionamento dei servizi territoriali di prossimità. Attivazione operativa di Case e Ospedali di comunità e integrazione con tutte le risorse territoriali in particolare per la gestione delle cronicità e disabilità (condizione essenziale del funzionamento degli ospedali per acuti)

- Progetto “Ospedale nuovo”. Verifica / attivazione operativa entro il 2030 di un nuovo ospedale per acuti (attrezzato a gestire anche con percorsi dedicati, le riacutizzazioni di cronicità complesse di ogni età)

- Riprogettazione degli ospedali attuali. Attivazione nelle attuali strutture ospedaliere di interventi di cura per disabili, fragili, cronici, di competenza ospedaliera (modello DAMA, ambulatoriali/MAC, day hospital, hospice) non gestibili presso Case o Ospedali di comunità e inappropriati/disfunzionali in strutture dedicate all’emergenza /acuzie.

Ci piace credere che nella riprogettazione delle aree dei vecchi ospedali, la nostra comunità (come già avvenuto nel passato) scelga di custodire nel cuore della città spazi a vocazione di tutela sociale / sanitaria ed educativa delle fragilità.

Stefano Tosi

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A LUGLIO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

Google News Ricevi le nostre ultime notizie da Google News SEGUICI

SU