Una foto di quarant'anni fa, anzi di adesso. L'architetto Daniele Geltrudi la osserva, ma il suo non è uno sguardo indietro: corre avanti, piuttosto. Al presente, al futuro, a una magia che continua. Quella di Delia Cajelli e del teatro che salvò, immerso in un marzo fatato che ormai volge alla conclusione.
E che conclusione. Le Giornate pirandelliane con la rappresentazione di stasera - LEGGI QUI - segnano un capitolo importante. Non quello conclusivo, domani l'incontro con Umberto Galimberti e poi si spalanca un maggio davvero fiorito.
«Abbiamo avuto il 10 marzo un appuntamento speciale con Il conte di Carmagnola e Alberto Oliva, ne nascerà un libro - riassume Geltrudi - poi il concerto con il maestro Bontempo, due giornate di anticipo sulle Giornate con Federico e quindi la Carmen, quarta opera di BA Lirica e il sold out».
Le Giornate Pirandelliane sono un cardine dell'identità del Teatro. Ecco, quella foto lo rammenta e Geltrudi ne indica ogni tratto: «Era l'82, "Questa sera si recita a soggetto", con Delia Cajelli. Guardate Chicco Grassi, aveva 20 anni, io 28, Delia 36. Un momento magico, con 50 repliche».
Ritrovarsi in questa magia, oggi, in un contesto diverso - ma ugualmente incantato dall'attualità di Pirandello - significa anche sentire quell'impronta speciale di Delia. Federico Grassi è tornato qui, altri incantesimi affiorano come all'ordine di una bacchetta misteriosa. Daniele, autore delle prime scenografie, si è entusiasmato per le quelle di Alice Benazzi nel percorso lirico.
Avanti, chiamando le nuove generazioni.
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