Triestina-Pro Patria oggi è una sfida che chiama punti: i tigrotti li vogliono per la salvezza matematica e il diritto a sognare oltre, i padroni di casa per restare a galla e provare a risalire. LEGGI QUI
È però una delle sfide storiche, oltretutto nel segno di una grande amicizia, come ricorda il passato ma anche le recenti scene di "tifo congiunto".
Tuttavia, storia chiama storia. Ce lo rammenta il sempre puntuale Bustocco.it, il 12 marzo non è una data come le altre, ma quella in cui nasce il nome di tigrotti. Era il 1931 e lo sancì Bruno Roghi, direttore de La Gazzetta dello Sport, in un articolo «riprendendo L’Araldica dei Calci, pubblicata dal Guerin il 10 ottobre 1928, ad opera del giornalista-illustratore piemontese Carlin Bergoglio, che per primo accostò i giocatori della Pro Patria alla tigre con un disegno».
La sfida era contro la Juve e colpì una Pro «sbarazzina e bizzarra che, approfittando della disattenzione generale, ha scroccato di sorpresa i suoi primi successi. Saranno gli ultimi, alla distanza la squadra scoppierà. Alla distanza - durante quel girone di ritorno che stronca i novellini - la squadra lombarda sconfisse la orgogliosa e possente "Juventus". Si dice: bella forza! Il campo dei bustesi è l’antro della tigre: chi ci si avventura ci lascia la pelle...».
Ecco allora perché tigrotti: «Non si tratta del conferimento protocollare del nome e degli attributi di una fiera qualunque tanto per far bella figura in quella specie di buffo serraglio che è il Consorzio delle squadre di calcio. Si tratta veramente di "tigrotti" con tanto di unghioli e con quel loro caratteristico modo di balzare addosso agli avversari che neppur hanno il tempo di tirare il respiro...».
Il "compleanno" di un nome e un promemoria, uno stimolo ulteriore per una gara come quella di oggi - ore 14.30 al Nereo Rocco - per i tigrotti guidati da mister Vargas.
«Squadra nata per la battaglia è la "Pro Patria"... tipica squadra d’assalto, generosa e ardentissima, sprezzante della statura degli antagonisti, prodiga delle proprie energie fino all’esaurimento».
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