Busto Arsizio - 07 settembre 2022, 12:35

L’istituto comprensivo Pertini, una scuola sempre più green che guarda all’innovazione

La dirigente Stefania Bossi illustra i progetti che interessano quest’anno gli istituti del rione di Beata Giuliana: attività per innovare la scuola, sensibilizzare i ragazzi al risparmio energetico e al rispetto dell’ambiente

La dirigente Stefania Bossi

La dirigente Stefania Bossi

Una scuola sempre più verde che vuole insegnare ai ragazzi, dall’infanzia alle medie, ad avere cura dell’ambiente, sensibilizzandoli al risparmio energetico, al recupero dell’acqua, al rispetto della natura e tanto altro. Mai come in questo periodo i progetti messi a punto dall’istituto comprensivo Pertini di Busto Arsizio calzano a pennello. A illustrarli, la dirigente Stefania Bossi.

Aula meraviglie. Come suggerisce il titolo si tratta di stupire i ragazzi. «Vogliamo rinnovare la scuola dell’infanzia – spiega la dirigente – creando un’aula sensoriale che favorisca l’approccio scientifico. Abbiamo già avuto un finanziamento di 75mila euro e speriamo per Natale, magari anche prima, di attrezzarla».

Edugreen. Il progetto, studiato con esperti, riguarda la coltivazione. Verrà creata una serra, con pannelli solari con cui verrà fornita l’energia per pescare le acque di recupero, in modo tale da far funzionare l’orto in autonomia. L’obiettivo è quello di sensibilizzare i ragazzi al recupero dell’acqua, all’utilizzo dell’energia rinnovabile con i pannelli fotovoltaici. Quest’anno i ragazzi dell’infanzia e della primaria già avevano sperimentato la serra idroponica dove i bambini hanno effettuato attività di semina, hanno visto l’evoluzione e la crescita per poi raccogliere i frutti.

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Progetto Stem. Non meno interessante quest’attività che riguarda gli alunni di tutte le fasce d’età, dai più piccoli ai più grandicelli delle medie. Da un magazzino si è ricavato un laboratorio di scienze, un open space di 400 metri quadri, con una parte destinata ai bambini dell’infanzia dove sperimentano attività legate al concetto di natura (con microscopi e altro). Per gli allievi della primaria le attività sono più concentrate sui principi della fisica come l’ottica e il magnetismo, finalizzate a incuriosire i ragazzi, a far comprendere le basi della tecnologia, all’insegna del principio della scoperta e della curiosità. Una sezione più ingegneristica interessa invece i ragazzi delle medie che hanno a disposizione stampanti in 3D per le quali anche i docenti verranno formati attraverso un corso. Insomma una tecnologia superiore rispetto a quella che ogni alunno potrebbe avere tra le mura domestiche.

Progetto Next generation Eu. «Siamo stati destinatari – prosegue la dirigente – di un finanziamento di 85mila euro, unici a Busto Arsizio. Dobbiamo organizzare attività extracurricolari su tre anni per gli studenti delle medie. Quindi già a luglio abbiamo effettuato un primo incontro, finalizzato a stendere un “patto educativo di comunità”, i cosiddetti “semi delle responsabilità”. Ogni attore di questo patto (come l’Automobil club Varese, associazioni sportive, cooperative di supporto, Comune, oratorio) collaborerà. A settembre faremo un esame dei bisogni degli studenti, che possono essere di carattere cognitivo, sportivo, sociale e altro. Ogni attore seminerà un seme che dovrebbe crescere in ogni studente e sviluppare le responsabilità».

Questo implica non solo lo svolgimento dei compiti, ma anche attività sportive, di socializzazione che possono variare: potrebbero durare tre anni come qualche mese. Insomma il terzo settore contribuisce alla crescita dei ragazzi. Il progetto riguarda la fascia di età 12-18 anni. Una bella iniziativa dove la scuola si pone al centro della giornata dei ragazzi.

Questo servizio rivolto alle famiglie già in estate la scuola lo aveva messo in pratica con l’attivazione di 19 pon, ossia attività di apprendimento e socialità iniziati a giugno fino a metà luglio, con attività legate allo sport (la scuola di via Rossini ben si presta ad attività sportive), all’arte, alla lingua inglese, al linguaggio digitale…

Next generation classroom. Il progetto, che interessa anche altre scuole, è mirato a rinnovare il 50 per cento delle aule con laboratori legati all’innovazione didattica. «Abbiamo stabilito una funzione strumentale – spiega – ossia una figura professionale di organizzazione e coordinamento per comprendere le necessità per avviare un’innovazione didattica. Il punto di partenza è guardare l’obiettivo per poi innovare non solo dal punto di vista tecnologico, ma anche didattico. Devo dire che l’assessorato all’istruzione con Daniela Cerana si è dimostrato disponibile e aperto alla collaborazione».

Dulcis in fundo, ma non ultimo, le scuole Pertini sono state oggetto qualche giorno fa di un furto di numerosi computer e i-Pad. Non è passata nemmeno una settimana che la strumentazione è già stata ripristinata con fondi che la scuola aveva messo da parte e anche con la collaborazione del Comitato genitori. «Si riparte – conclude la dirigente – con più entusiasmo, determinazione e motivazione. Gli strumenti necessari per la ripresa ci sono. E anche più moderni».

Laura Vignati

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