Busto Arsizio - 06 settembre 2022, 06:20

Decisi a salvare la Cascina dei Poveri: «Anche dall'ospedale unico»

Il comitato ha raccolto 1.500 voti per farla diventare luogo del cuore: «Le condizioni sono disastrose e incombe il nuovo intervento dell'area ospedaliera. Ma qui monumenti di pregio»

Decisi a salvare la Cascina dei Poveri: «Anche dall'ospedale unico»

Tre obiettivi ben precisi: raccolta firme anche fuori Beata Giuliana, spalancare le porte dell’oratorio di San Bernardino con volontari che ne illustrino le peculiarità, terzo e non ultimo aprire un dialogo con gli amministratori di Busto Arsizio.

Ha le idee chiare il nuovo Comitato “Pro Cascina dei Poveri” che si è costituito in questi giorni per salvare quel gioiello di storia e di architettura locale di Beata Giuliana. Capitanato dal professor Tito Olivato, docente e scrittore, si sta rimboccando le maniche. E non vuole perdere tempo. Solo ieri in occasione della festa del rione e dei cinquant’anni di don Claudio Silva, ha raccolto più di 200 adesioni per far rientrare nei luoghi del cuore Fai la Cascina dei Poveri, cosicché tra click e adesioni cartacee si è arrivati a 1.500 voti. Un bel "gruzzoletto "che incoraggia i membri del Comitato a fare sempre di più.

«Vorremmo accendere un faro sulla questione anche nelle altre parrocchie e negli altri rioni – spiega il referente – per esempio ampliando la raccolta firme anche in centro, portandola in via Milano, sensibilizzando così l’intera città. Poi vogliamo fare in modo che questo comitato possa farsi portavoce delle esigenze dei cittadini, che possa parlare con amministratori, Giunta, opposizione e tanto altro. Non è escluso che a un certo punto, prima delle elezioni, si faccia una domanda diretta: “Chi delle forze politiche vuole prendere in mano la questione e aiutarci?».

Non con l’idea del “do ut des”, ma il discorso si fa ancora più ampio e va a coinvolgere il futuro ospedale unico, per il quale il Comitato ha un progetto ambizioso, quello del “Glo-cal”.L’armonia tra presente, passato e futuro «Arrivando l’ospedale unico – precisa Olivato - che farà una devastazione del verde, temiamo che si soffochi quel patrimonio storico e artistico che i cittadini bustocchi hanno pagato di tasca loro. Ricordiamo che nel 2000 erano stati spesi 800 milioni delle vecchie lire per restaurare l’oratorio di San Bernardino comprando i Boc. Dunque vogliamo chiederci: “Che cosa vuole fare l’amministrazione comunale? L’opposizione? Permettere che la Cascina sia soffocata o armonizzare l’antico con il nuovo?».

Da qui la proposta del Glo-loc, dove “Glo” sta per globalizzare e “loc” per locale. «Dunque si tratta di armonizzare – precisa il coordinatore – quest’area avveniristica dell’ospedale, proiettata verso il futuro con la realtà storica e locale. Si vuole fare in modo che la cascina viva questa globalizzazione, ma nello stesso tempo mantenga la sua identità locale».

La Cascina e l’ospedale unico

In che modo si tradurrebbe tutto questo? L’idea del Comitato è quello di far diventare la Cascina dei poveri con i suoi splendidi archi cinquecenteschi una grande area di attesa per i parenti oppure si è ipotizzato di realizzare aule studio per il vicino Ite Tosi. Ma ritorniamo al discorso del patrimonio artistico e ambientale. «Perché ambientale? – sottolinea l’organizzatore – Si abbatteranno tutti gli alberi, ma occorrerà ricostruire del verde e di fronte all’oratorio di San Bernardino verrà versata una colata enorme di cemento per una palazzina destinata ai parcheggi dei dipendenti. E il patrimonio ambientale quale fine farà?».

Raccolta firme e apertura dell’oratorio a cittadini e scolaresche

Da qui appunto l’idea del Comitato di inserire la Cascina dei poveri tra i luoghi Fai, scalare le classifiche, ottenere dei fondi con cui presentare un progetto per i lavori di mantenimento e contenimento. «Dunque i tre obiettivi di cui si parlava in precedenza – chiarisce – Numero uno raccolta firme, due aprire l’oratorio di San Bernardino due volte alla settimana con volontari, realizzando schede. Insomma aprire il monumento alla cittadinanza e alle scuole perché l’oratorio venga visto e vissuto. Tre, coinvolgere altre parrocchie per la raccolta firme, aumentando il tam tam. Non è escluso che in futuro si prende a cuore una nuova cascina come la Burattana, il Calzaturificio Borri, il Conventino, in modo da avere una certa credibilità sul territorio».

Non è finita. Per aumentare la sensibilizzazione dei cittadini il Comitato ha fatto stampare delle locandine e manifesti per pubblicizzare l’iniziativa di raccolta firme e voti. «Qui va ricordata la tipografia Rebesco – ci tiene a puntualizzare - che non solo si è prestata a essere uno dei punti di raccolta firme, ma ha anche stampato gratis le locandine».

Il libro a quattro mani

Poi il Comitato ha in serbo una strenna natalizia. Lo scrittore Tito Olivato con l’architetto Alfredo Castiglioni che nel 2000 aveva restaurato l’oratorio di San Bernardino sta redigendo a quattro mani un libro che spieghi la storia della Cascina e dell’oratorio, con aneddoti dell’ultimo secolo, immagini inedite, considerazioni sul patrimonio che si sta per smarrire, entrando nelle pieghe della storia e ipotizzando gli scenari futuri.

Lo stato attuale

Ma come si presenta la Cascina dei poveri? «Le condizioni sono disastrose – illustra Tito Olivato – Non c’è più il tetto, nemmeno alcune pareti laterali, sfondati i pavimenti. Si potrebbero salvare gli splendidi archi a vista del Cinquecento. Anche il vicino oratorio necessita di interventi. Dopo ventidue anni dall’intervento dell’architetto Castiglioni, la parete di sinistra è mangiata dall’umidità che sale sempre di più. Ricordiamo il pregio di questi monumenti: la Cascina del 1400, luogo di nascita di Beata Giuliana e l’oratorio di metà 1600, costruito per volere di Carlo Borromeo di dotare la Cascina di una chiesa per i poveri evitando che si spostassero a San Michele». 

Laura Vignati

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