- 25 aprile 2022, 08:30

Pro Patria, ecco perché faremo i playoff e perché i ragazzi meritano altro ancora

In una domenica perfetta, anzi sorprendente, emerge la grande verità: dobbiamo questo risultato a ciascun tigrotto, a chi ha giocato sempre e chi meno. Ai mister, a tutto lo staff e a chi ci ha sempre creduto e ieri l'ha urlato per primo. Donne e uomini che possono salvare la Pro, ci sono ed è il momento di farlo: il messaggio di un tifoso per gridare loro perché

Calcio d'inizio a Crema: Ferri, 19 anni, orgoglio tigrotto

Calcio d'inizio a Crema: Ferri, 19 anni, orgoglio tigrotto

Fischio finale, la diretta tv si conclude e stiamo postando un titolo desolato, ma irrompe la voce di uno che ci ha sempre creduto. «Ehi, un attimo, guardate quei risultati!». L'amarezza della sconfitta contro la Pergolettese ora combatte con la meraviglia: è impossibile, eppure la Pro Patria è ai playoff.

Lo è, perché lo ha meritato a Crema, pur perdendo, ma in ogni giorno di questo incredibile cammino, anche quando le cose non andavano bene affatto. Tuttavia, ora un ragazzo, ora un altro hanno fatto ciò che dovevano, che fossero un eterno titolare oppure no. Un po' specchio di questo è oggi Mangano: chapeau a Giulio, che si è dovuto arrendere solo davanti a un calcio di rigore ma ha strappato ripetuti applausi con la sua prestazione. 

Riavvolgiamo il nastro

Torniamo però ai momenti finali della partita: si perde 1-0, i padroni di casa urlano di gioia al verdetto conclusivo, i tigrotti stanno uscendo con il capo chino: ci voleva almeno un pari per passare ai playoff e loro ci tenevano, pur avendo già ottenuto da una settimana l'obiettivo prefissato, la salvezza sul campo.

Ma attorno, è accaduto l'incredibile e l'effetto a cascata è su di noi. La Virtus Verona è riuscita nell'impresa pazzesca di strapazzare il Padova. Già, riavvolgiamo il nastro: quella che battemmo allo Speroni con un gol di Pierozzi e poi a febbraio in trasferta, reti di Castelli e ancora Pierozzi. Segno particolare, la seconda fu partita gestita da mister Sala,  una di quelle «brutte sporche e cattive» che tanto lui ha poi dichiarato di prediligere. Prina, infatti, era assente per positività al Covid. Ma al netto del fatto che proprio di Prina fu la vittoria dell'andata e sempre con quelle caratteristiche, vogliamo ricordare un altro momento con i competitor in classifica, a sua firma, che oggi ci sembra così simbolico: lo scontro con l'AlbinoLeffe che inaugurava lo splendente, nuovo stadio, nella prima giornata di ritorno. Subito in svantaggio, si riagguantò il pareggio con caparbietà a dieci minuti dalla fine con Pierozzi.

Una prova che fece ben sperare, l'anno si aprì poi con ben altre prospettive, la situazione societaria sempre più preoccupante e avvennero troppi passi falsi, fino al cambio in panchina. 

Resta il fatto che questa è una domenica perfetta, anzi sorprendente. Il vecchio ritornello scolpito nella storia dei tifosi tigrotti - «Mai una gioia» - si sbriciola: un tempo, scherziamo, avremmo vinto sul campo e ci avrebbero tolto tre punti per chissà quale oscuro meccanismo.

Al netto della promozione degli altoatesini guidati da Javorcic, c'è questa combinazione che grida «forza Pro». Anche a distanza, scorgiamo altro, come il Mantova salvo e la visione di un felice ex tigrotto Bruccini. 

Andiamo a Lecco, domenica primo maggio, campo rovente e con risultati da alimentare ulteriormente la voglia di rivincita, in questo campionato. Allo stesso tempo, i ragazzi possono scendere in campo serenamente. Una serenità che non sappiamo se possa essere condivisa da chi si può muovere in questa manciata di settimane per salvare la Pro Patria: continuiamo ad auspicare che il silenzio sia indice di un movimento incessante, ma è soltanto una speranza. Le voci non individuano movimenti sostanziali, solo qualche telefonata informativa. 

I tigrotti hanno scritto un capitolo di meritocrazia, concetto così bizzarro nel nostro Paese, e chissà se verrà capito. Sembra un segnale a cui non si può rimanere indifferente. Sarebbe folle, diseducativo, masochistico non accelerare la ricerca di una soluzione per la vicenda societaria.

La prima voce di speranza

Nel frattempo, i tifosi - aumentati un poco, finalmente, anche in trasferta - si preparano a ripartire per Lecco. Questa volta, non ci hanno neanche dovuto pensare: si sono dati appuntamenti un secondo dopo.

Adesso, possiamo dire la prima voce che si è levata dagli spalti dopo la sconfitta di Crema: quella di Emanuele Gambertoglio, è lui che ha messo subito in gioiosa guardia e tutti a controllare, calcolare e aspettare la conferma ufficiale che tardava. A lungo, abbiamo dovuto convincere la gente anche successivamente, che sì, era così, si era giunti ai playoff. Finché l'entusiasmo correva in rete, incontenibile.

Gambertoglio, allo stadio scortato da padre e figlio come tradizione, ci ha creduto subito. Come ha sempre fatto, anche girando tra i bimbi con la mascotte per mesi e lavorando a diffondere il mondo Pro Patria in un periodo in cui le porte erano tutto tranne che spalancate, con Nicolò Ramella. 

E adesso? Adesso si fa quel che piace a Sala - e Le Noci, come era incontenibile ieri in panchina, avvicinandosi al mister, indicando la disposizione di un giocatore sul campo, scomparendo e riapparendo ancora alla vista degli spalti -, si lavora. Sperando che qualcuno appunto stia lavorando al futuro di questa orgogliosa Pro Patria, non facendo cadere nel silenzio la situazione, le responsabilità, le possibili soluzioni. È quanto meritano i tigrotti, e anche un po' Busto: donne e uomini che possono fare la differenza, riavvolgere il nastro e aiutare a iscrivere la Pro Patria al prossimo campionato e far proseguire il progetto dei giovani e dei valori, ci sono. A loro, ci affidiamo.

Lo diciamo anche con il messaggio di un tifoso, scelto tra i tanti stupendi che ci sono arrivati e per cui ringraziamo ogni lettore.

Forse gli Dei del Calcio hanno voluto dare un segnale. Forse hanno voluto dire che questa Maglia non può e non deve scomparire. Forse hanno già deciso chi passerà il turno domenica prossima. Forse sarà la nostra ultima partita... forse... ma la sola cosa certa è che il cuore biancoblu è talmente grande che, indipendentemente da come andrà la partita, farà sentire ai nostri ragazzi, ai Mister e allo Staff tutto cosa vuol dire essere la Pro Patria. Ancora una volta, forse per l'ultima volta o forse per l'inizio di una nuova avventura... FORZA VECCHIO CUORE BIANCOBLU.

Marilena Lualdi

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