- 14 aprile 2022, 18:20

Sabba: «Il Baff diventi davvero un vanto per tutti i cittadini di Busto»

L’esponente della lista Antonelli ha espresso perplessità sulla promozione del festival del cinema, invitando a impegnarsi affinché venga percepito come «un bene comune dei bustocchi». Il sindaco ha replicato con parole di elogio per la rassegna: «Rispedisco le critiche al mittente»

Sabba: «Il Baff diventi davvero un vanto per tutti i cittadini di Busto»

«Si faccia tutto il possibile per promuovere il Baff e per farlo sentire un bene comune dei bustocchi». È l’invito lanciato ieri in Consiglio comunale da Matteo Sabba, esponente della lista civica per Antonelli sindaco. Ma proprio il sindaco Emanuele Antonelli ha voluto replicare al consigliere della sua maggioranza, «rispedendo al mittente» le critiche al festival, di cui è appena terminata la ventesima edizione.

Le perplessità di Sabba, esposte nell’intervento a “tema libero” a cui gli eletti hanno diritto dopo la discussione delle delibere, ha riguardato la promozione la conoscenza (scarsa, a suo dire) del festival del cinema da parte dei cittadini di Busto, in particolare in periferia.

«Parliamo di un evento che può e deve essere un fiore all'occhiello e un vanto per tutti i cittadini di Busto. Tutti – ha rimarcato –. Negli anni il comune ha sempre creduto nelle possibilità di crescita di questo evento dandogli tanto spazio e tanti soldi».
Le critiche di Sabba non si sono concentrate sulla qualità della rassegna, ma sulla promozione, ritenuta «insufficiente».

«Difficile trovare locandine e programmi in giro per la città», ha osservato, lamentando anche la mancanza di una adeguata campagna pubblicitaria a pagamento sui social.
«La maggior parte delle persone che incontro quotidianamente – e chi mi conosce sa che sono parecchie – non conosceva il festival. Ed è un problema: ho pensato a uno studente che vive in periferia, potenzialmente attratto dal mondo del cinema, e a quanto potrebbe godere dinanzi ad un festival del cinema inclusivo, un festival aperto alla città, un festival che, in quel caso, giustamente godrebbe di tanti contributi pubblici quindi anche comunali».

Da ciò l’invito a fare «tutto ciò che è possibile per promuoverlo e farlo sentire un bene comune dei bustocchi, perché tutti vogliono che sia una spilla della città da esibire col miglior abito della festa».

Antonelli ha preso la parola “facendo le veci” dell’assessore alla cultura Manuela Maffioli, assente per motivi familiari: «Sarebbe intervenuta sicuramente, pertanto lo faccio io - ha esordito - Le parole del consigliere Sabba mi vedono contrario e lo dico a piena voce. Vent’anni di festival non sono pochi. Grazie alla passione, all’impegno e alla professionalità di chi lo organizza, gratis, qualcosa a Busto hanno portato. Pensiamo solo alla creazione dell’istituto Antonioni, una magnifica scuola e un vanto, anche a detta degli artisti che la visitano».

E ancora: «Le sale durante la settimana erano piene, non solo a Busto ma anche a Castellanza e Legnano. Magari nelle serate inaugurale e finale c’era meno gente, ma è sempre un festival seguito da un pubblico appassionato. E la pubblicità la facciamo, la fanno».

Sul sostegno economico: «È un costo relativo per un evento del genere, molto relativo se paragonato ai festival di altre città da milioni di euro. Il ritorno che ne abbiamo, già solo con i servizi ai tg nazionali e sui giornali locali, ha sempre dato una buona immagine a Busto. Le critiche del consigliere Sabba le rispedisco al mittente».

R.C.

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