- 03 aprile 2022, 19:40

«Quando a TeleAltoMilanese dissi a Giorgio Romussi: voglio fare la giornalista. Era un mondo di galantuomini»

Il ricordo di Giovanna Massironi, prima annunciatrice della tv sulla redazione e sul clima di quel periodo: «Giorgio fu subito accogliente: era onesto, mite e generoso. Gli spazi erano piccolissimi e questo a volte creava momenti di estrema leggerezza»

Romussi e Massironi con Nicola Pietrangeli, foto da una pagina de La Spinta

Romussi e Massironi con Nicola Pietrangeli, foto da una pagina de La Spinta

«Ho conosciuto Giorgio Romussi quando lavoravamo insieme a TeleAltoMilanese, lui era il direttore della redazione. C'erano Restelli, Crespi, Cozzi, Buo... Era un uomo mite, gentile, generoso e onesto. Io ero una ragazzina che voleva fare la giornalista...».

A parlare è Giovanna Massironi, prima annunciatrice di una tv privata in Italia, Tam appunto a Busto Arsizio: ci offre un ritratto speciale del giornalista, scomparso ieri a 85 anni. Giovanissima, visse questa esperienza strepitosa, ma avrebbe voluto lavorare anche dietro le quinte, sui contenuti come poi ha fatto per l'intero suo percorso professionale.

Erano gli anni Settanta, non c'erano esattamente le porte spalancate per le donne. «Chiesi di lavorare nella loro redazione e Giorgio Romussi fu subito accogliente» racconta Massironi. Il primo pezzo affidato dai colleghi - lo ricorda benissimo - «il commento a una poesia di Leopardi, erano rispettosi anche della mia formazione e della mia forma mentis di studentessa del liceo Classico».

Piace ripercorrere quegli anni in cui Busto era scossa da una febbre buona, di crescita, innovazione, curiosità in ogni campo. Caratteristiche tenute insieme dai valori, come in questo caso.

«Era un mondo di galantuomini» osserva Giovanna Massironi e mostra una foto storica: lei e Romussi accanto al tennista Nicola Pietrangeli. Era un luogo innovativo e coraggioso, la tv creata da Peppino Mancini, che vide fiorire interviste a personaggi di rilievo nazionale. Tutti serissimi, prosegue la bustocca, anche se a volte non mancavano momenti di estrema leggerezza - sorride - soprattutto a causa degli spazi ristretti in cui si lavorava.

«Lì io facevo gli annunci e loro il telegiornale - spiega - Uscire ed entrare era difficile, anche perché si introducevano gli ospiti. Una volta sono dovuta passare gattoni sotto i cavi delle telecamere».

Spazi minuti per realizzare grandi sogni. Giorgio, in questo cammino, era un perno: «Non posso dire una persona d'altri tempi, perché era nei suoi tempi ma con un'educazione già rara per allora, rarissima oggi. Poi l'ho incontrato quando era all'Informazione e con la moglie Fernanda». 

Incontri in cui guardarsi negli occhi e rivivere la bellezza del giornalismo e di un mondo che ha sempre saputo guardare avanti, perché era ben consapevole da dove provenisse.  

Redazione

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