Busto Arsizio - 03 aprile 2022, 12:04

Baff, il via con le frasi e le emozioni più belle

La lettura di Lidiya Liberman, l'ironia di Franco Nero, la "tessitura" del cinema di Bille August. La vicesindaco Manuela Maffioli: «Il mondo a Busto e Busto nel mondo»

La vicesindaco Maffioli con il regista August

La vicesindaco Maffioli con il regista August

La prima a solcare il red carpet ieri sera è stata Anita Caprioli. Bella con un tubino nero attillato, l’attrice si è concessa a flash, autografi e interviste. Dopo di lei, Franco Nero, l’attore di 240 film già incontrato dal pubblico bustese due ore prima in centro nello spazio festival. Foto di rito, ha poi ceduto il tappeto rosso a Lidiya Liberman, l’attrice ucraina che in un tailleur giallo da lì a poco avrebbe commosso la platea con la testimonianza toccante sulla sua bella Charkiv.

Attesissimo, e non ultimo ha calpestato il tappeto stellato Bille August, il premio Oscar e vincitore due volte della Palma d’oro a Cannes, che insieme a Liana Orfei (che oggi presenterà il suo libro) ha chiuso le danze. Dunque tra controlli e protocolli la ventesima edizione del Baff ha tagliato il nastro.

Ieri alle 21, in una via Dante bloccata al traffico per l’arrivo dei vip e in una piazza Plebiscito con le strade limitrofe zeppe di auto, il festival del cinema di casa nostra ha inaugurato il quarto lustro. Un angolo del cinema mondiale era rinchiuso lì, nel teatro Sociale “Delia Cajelli”, dove attori e registi di fama intercontinentale si sono alternati sul palcoscenico, in un “a tu per tu” con Steve della Casa, l’organizzatore del Baff.

Liberman: «Ognuna delle tue case esplose è un pezzo di carne che mi hanno strappato»

Con spezzoni tratti da film noti al grande pubblico dei protagonisti della serata, si è parlato di cinema, di desiderio di novità nel raccontare in modi sempre diversi, di film che ogni volta rappresentano una sfida, di lungometraggi che per essere tali devono rispecchiare l’identità di un popolo, di libri straordinari che danno il la a registi. Ma il momento clou lo ha toccato Lidiya Liberman quando ha abbozzato il quadro della sua città ucraina martoriata.

Ha riscosso applausi, qualcuno ha tentato di proporre una standing ovation, ma soprattutto ha catturato il pubblico con la sua recitazione. Tono di voce leggero ma perfetto per ciò che avrebbe riferito, ritmo impeccabile, parole che andavano dritte al cuore, hanno smosso la coscienza di quelli che stavano ascoltando. Destinataria, la sua bella Charkiv.

«Non me ne vado. Non ti lascerò, mia prediletta città. Meravigliosa. Unica. Ora ti amo ancora di più. Ognuna delle tue case esplose è un pezzo di carne che mi hanno strappato. Un incendio è un’ustione sul mio corpo. Vogliono ucciderci, trasformarci in schiavi, ma io e te siamo dei duri. Sopravviveremo e guariremo tutte le tue ferite».

L’attrice ucraina che dodici anni fa ha scelto l’Italia per vivere, lavorare e costruire la sua famiglia, è stata apprezzata dal pubblico per la sua interpretazione in “Maternal”, la storia di una novizia. «Un film importante nella mia carriera girato dopo la nascita del mio secondo figlio – racconta – Un film tutto al femminile, persino l’intera troupe, che affronta il tema della maternità come un’esperienza individuale, che fa emergere il contrasto tra la voglia di amare e le istituzioni». Ora l’attrice è impegnata nella Triennale di Milano, nel padiglione Ucraina, dove vuole dare voce alla cultura contemporanea della sua nazione, dove sarà tutta protesa a tenere alta quella «forza di spirito del popolo ucraino, di quei 400mila uomini tra cui giovanissimi che sono tornati in Ucraina per difendere la vita umana. Assurdo che la storia stia ricommettendo gli stessi errori».

Franco Nero: «Sul set occorre essere rilassati e divertirsi»

Neppure Franco Nero, classe 1941, poteva passare sotto silenzio il tema della guerra. L’intervista è poi scivolata sulla brillante carriera. Trenta cinematografie, film di ogni genere, ha lavorato in tutto il mondo, soprattutto all’estero. «Ogni film è una sfida – ha detto – leggo un copione e se un personaggio è difficile, mi innamoro di più di lui. Sul set occorre essere rilassati e divertirsi. Mi trovo bene con registi forti, che sanno quello che vogliono. Con loro ci si intende subito».

Bille August e l’attenzione per la tessitura nel racconto

E probabilmente si sarebbe inteso immediatamente anche con il premio Oscar Bille August. Accanto a lui, l’interprete. Il regista di film dal successo planetario ha svelato qualche trucco del mestiere: «Quando si gira un film è importante concentrarsi sul luogo, impregnando il film di quell’identità culturale e spaziale di un popolo. Il film deve rispecchiare l’integrità nazionale, l’identità di quella gente».

Dopo la proiezione di un breve spezzone della “Casa degli spiriti”, ispirato al romanzo di Isabel Allende, così commenta: «Avevo letto la storia e mi ero subito innamorato. Ma Isabel Allende non ne voleva proprio sapere di vendere i diritti d’autore. Insistendo un po’ ce l’ho fatta. In due mesi siamo riusciti a mettere insieme il cast. Per essere fedeli a una storia di un libro occorre interpretarla, non copiarla pedissequamente». Ed è quello che sta facendo con il remake del romanzo di Erri De Luca, la storia d’amore di un sedicenne, tutto fondato sulla purezza e l’innocenza dei sentimenti, che trovano spazio nella Ischia degli anni Cinquanta.

Anche Carlo Verdone ha perso la testa per Anita Caprioli

Per Anita Caprioli si è preso lo spezzone del film che la bella attrice, che ha mosso i primi passi al Sociale, ha interpretato con Carlo Verdone. Di lei ha perso la testa lo stesso Verdone nella “Vita di Carlo”, dove il noto regista ha scelto la bella morettina affidandole la parte della farmacista che fa innamorare Carlo.

«Mi è piaciuto lavorare su questo set – confessa – Un lavoro dove Carlo Verdone ha deciso di fare un grande atto nei confronti del suo pubblico: si è aperto con le sue nervosi. Da parte mia cerco strade nuove, sono molto attratta dalla ricerca, dalla sperimentazione, dal raccontare con modalità sempre diverse. Anche se ora sono tutta concentrata su mia figlia».

Maffioli: «Il Baff: il mondo a Busto e Busto nel mondo»

A fare gli onori di casa ai vip, ieri il vicesindaco Manuela Maffioli, che ha chiarito come il Baff abbia portato il mondo a Busto e Busto nel mondo: «Il Baff nasce per una città che ama il cinema, lo vive. La scuola di cinema non nasce a caso. Busto è la città del cinema. E grazie alla cultura cinematografica Busto sta salendo». Ha così introdotto una settimana di “raffinato intrattenimento”. 

Laura Vignati

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A LUGLIO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.
SU